CAPITOLO 4: PAPPA

3.9K 40 10
                                    

Riccardo si lasciò portare verso la cucina. Certo, non era felice di essere trascinato in giro tenuto per mano come un poppante, vestito solo con un pannolino tra l'altro, ma non poteva farci nulla dato che l'alternativa sembrava essere prenderle di nuovo, una prospettiva che avrebbe preferito scongiurare.

Quando furono finalmente in cucina, Riccardo lasciò andare un forte sussulto come vide che al centro della sala era stato posizionato un seggiolone enorme, abbastanza da contenerlo.
"Io là dentro non ci entro!" esclamò, piantando i piedi a terra.

Come risposta gli arrivò una possente pacca sul pannolino che lo fece sobbalzare.

"Tu ci entri eccome." asserì Sonia, con voce severa "I bambini hanno solo due opzioni: ubbidire subito alla loro Tata, o ubbidire con il sederino rosso."

Riccardo sospirò, e temendo di finire di nuovo sulle sue ginocchia sussurrò "Sì, tata Sonia."

La Tata gli sorrise, replicando "Visto? Non era difficile."

Come ebbe finito di parlare, prima che Riccardo potesse fare alcunché, la Tata lo prese da sotto le ascelle e lo sollevò in aria, mettendolo nel seggiolone. Prese le cinghie di sicurezza legate ad esso e le assicurò attorno alla sua pancia, giusto sopra il pannolino, dicendo "Ecco qui, così non rischi di cadere."

Riccardo bofonchiò qualcosa, imbarazzato: legato ad un seggiolone mentre indossava solo un pannolino era una situazione in cui non avrebbe mai voluto che qualcuno lo vedesse.

Ma l'imbarazzo era ben lungi dall'essere concluso: la Tata prese il vassoio in dotazione con il seggiolone e lo mise in posizione, bloccando le sue braccia sotto di esso.

Il ragazzo arrossì, ed esclamò "È uno scherzo? Come dovrei fare a mangiare?"

Sonia scrollò le spalle, replicando "Non è ovvio? Ti imboccherò. I bambini piccoli non mangiano mica da soli."

Le guance di Riccardo si infiammarono ancora di più a quelle parole, e subito esclamò "Ma io non sono un bambino!"

Tale esclamazione provocò una risatina da parte della Tata, che gli disse "Davvero? Lo spesso pannolino che fuoriesce dai lati del seggiolone non è molto d'aiuto ad avvalorare ciò."

Il ragazzo non rispose: si limitò a mettere il broncio e ad abbassare lo sguardo.

Tata Sonia ridacchiò, trovando che fosse carino quando provava a fare il duro, e si mise a preparare la colazione. Fu rapida e precisa, e quando ebbe concluso Riccardo vide un'invitante ciotola di frutta fresca spolverata di zucchero e di una salsina dall'odore veramente sfizioso.
"Oh, finalmente si man..."

Prima che potesse completare la frase, la Tata versò il preparato in un mixer e lo attivò, tramutando il piatto dall'aspetto invitante in una poltiglia che aveva l'aspetto di un omogeneizzato.

"Ecco qui." commentò, trasferendo la poltiglia in una ciotola e avvicinandosi a lui con essa in una mano ed un cucchiaio di plastica nell'altra "La colazione è pronta."

Il ragazzo fece una faccia disgustata nel vedere quella che avrebbe dovuto essere la sua colazione: l'odore era effettivamente buono, ma l'aspetto non era per nulla invitante.

"No, io quella non la mangio." disse.

Sonia lo guardò con espressione severa, dicendo "Riccardo, mi sto stancando dei tuoi capricci. Adesso mangi senza fare storie, altrimenti... tot sul culetto."

Il ragazzo sospirò, replicando "La prego, tata Sonia, già è imbarazzante la parola sculacciata. Può evitare di descriverla così?"
"Tot sul culetto, dici? Preferisci sciaf sciaf sul popò? Oppure bum sul sederone?"

Riccardo sospirò di nuovo, concludendo "Lasciamo perdere."

La Tata ridacchiò, e prese una cucchiaiata di poltiglia. Guardando il ragazzo però si accorse di qualcosa: mise giù il cucchiaio ed la ciotola ed esclamò "Oh, cielo! Che sciocchina che sono, me ne ero scordata!"

Si diresse ad un grosso trolley abbandonato in un angolo della cucina, che Riccardo intuì avesse portato lei prima di andare in camera sua, lo aprì e vi estrasse qualcosa. Poco dopo tornò dal ragazzo, esibendo un grosso bavaglino azzurro con stampato un disegno di Peppa Pig.

"Il bavaglino, così non ti sbrodoli tutto." disse Sonia, legandoglielo al collo.

Riccardo arrossì ancora, a quell'ennesima cosa imbarazzante che la Tata gli stava facendo.

A quel punto, Sonia riprese in mano cucchiaio e ciotola, e riempiendo bene il cucchiaio di omogeneizzato lo sollevò in alto, dicendo "Arriva l'aeroplanino, apri l'hangar." e lo avvicinò poi alla bocca di Riccardo.

Il ragazzo fece una faccia disgustata, e schiuse appena le labbra, in misura sufficiente alla Tata per infilare il cucchiaio tra di esse. Riccardo a quel punto fu costretto ad aprire la bocca, e ad ingurgitare quella sbobba orripilante. Un buon gusto si diffuse per il suo palato, ma anche una sgradevolissima sensazione data dall'orribile consistenza della poltiglia.

La Tata ridacchiò vedendo che si era sbrodolato un po', e commentò "Visto? Il bavaglino serviva."

Prese un'altra cucchiaiata e la avvicinò alla sua bocca per imboccarlo di nuovo, dicendo "Arriva il trenino, ciuff ciuff."

Un'altra smorfia apparve sul volto del ragazzo, che però aprì la bocca e si lasciò imboccare. Il saporito omogeneizzato diffuse il suo sapore per tutto il suo palato, mentre lo ingoiava.

Quell'umiliante procedura andò avanti per un po', fino a ché la ciotola non fu completamente vuota.

La Tata, sorridendo, prese un tovagliolino di carta e cominciò a pulirgli la bocca ed il viso, dicendogli "Tutto fatto. Era così orribile?"

Il ragazzo scosse la testa, replicando "La consistenza era terribile, ma devo ammettere che quella roba era buona."

Sonia annuì, dicendo con un sorriso "Certo che lo era. La tua tata sa il fatto suo in cucina."

Una volta che ebbe finito di pulirgli il viso, rimosse il vassoio lasciandogli così libere le braccia e poi sganciò anche le cinghie di sicurezza, liberandolo completamente.

Sonia lo prese quindi da sotto le ascelle e lo prese in braccio, come un bambino.

Prima che potesse lamentarsene, cominciò a dargli delle pacchette sulla schiena, col chiaro intento di fargli fare un ruttino.

"No, non lo farò!" esclamò imbarazzato, cercando di sopprimere il rutto che gli stava salendo dentro.

A quelle parole, la Tata smise con le pacchette sulla schiena e cominciò a dargli invece della pacche parecchio consistenti sul pannolino, sgridandolo "Non va bene tenersi tutto dentro, non è salutare!"

Quegli sculaccioni non erano dolorosi come quelli a sedere nudo, ma la Tata stava dosando la forza in modo che si sentissero nonostante tutta l'imbottitura che aveva sul sedere.

"Va bene, va bene!" esclamò, volendo far finire quegli schiaffi, e lanciò un rutto che lo fece arrossire.

Sorridendo, Sonia gli rimosse il bavaglino e disse "Ecco fatto. Visto, Riccardo? Se mi ubbidisci è tutto più facile."

Riccardo sbuffò, e chiese "Ora che si fa?"

"Beh, c'è una cosa che va fatta dopo ogni pasto."

"Sarebbe?"

"Hai davvero delle pessime abitudini igieniche, eh? Dovrebbe essere ovvio che bisogna lavarsi i denti."

Riccardo sbuffò, dicendo "Oh, me li lavo una volta a settimana, non è abbastanza?"

Gli arrivò uno sculaccione che lo fece sussultare, e la Tata lo sgridò "No che non lo è! I denti vanno lavati tre volte al giorno, dopo ogni pasto principale!"

Senza dargli il tempo di replicare, si diresse grandi passi verso il bagno, con Riccardo in braccio.

La TatocraziaWhere stories live. Discover now