CAPITOLO 15: LA MESSA A LETTO

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Riccardo non fece resistenza, lasciandosi trasportare dalla Tata. Dovette ammettere che il pigiamone, per quanto imbarazzante, fosse effettivamente comodo: era morbidissimo e soprattutto non era caldo, ma fresco. Come ciò fosse possibile non ne aveva idea, ma quella era la realtà dei fatti. Non poteva dire tuttavia lo stesso per il pannolino: quello in effetti gli dava un po' fastidio. Sorvolando sul fatto che non avesse bisogno di un pannolino punto e basta, decisamente riteneva eccessivo quello notturno e soprattutto l'aggiunta del booster pad.

Sonia mise il ragazzo nel seggiolone, gli bloccò le braccia sotto al vassoio e gli infilò al collo il bavaglino di Peppa Pig, il tutto senza perdere l'ampio sorriso che le illuminava il volto.

"Ecco qua, pronto per la cena." commentò, strizzandogli una guancia.

Riccardo bofonchiò qualcosa, ma non si lamentò più di tanto.

La cena fu tranquilla tanto quanto il pranzo e si svolse nella stessa modalità: Sonia preparò la cena, la omogeneizzò e imboccò il ragazzo, per poi farlo bere dal biberon dopo aver scaldato il latte. Finito ciò, lo prese in braccio e gli fece fare il ruttino. Arrossendo, Riccardo tirò un poderoso rutto e poi chiese "È proprio necessario farlo tutte le volte?"

"Assolutamente." replicò lesta la Tata, poggiandolo a terra "Non è salutare tenersi tutto dentro. La digestione è importante."

Una volta che lo ebbe messo giù gli chiese "Dunque... cosa si fa dopo i pasti?"

Riccardo sbuffò, dato che a quel punto conosceva la risposta ma non ne aveva assolutamente voglia.

"Riccardo..."

"Ci si lavano i denti." bofonchiò "Contenta?"

Sonia annuì, asserendo "Abbastanza, anche se quel tono non è stato il massimo."

Il ragazzo scrollò le spalle "È il mio tono, punto."

La risposta di Sonia a ciò fu sferrare un rapido sculaccione, che lo fece sussultare.

"Se stai cercando di mettere alla prova la mia pazienza, ti rendo noto che nel caso tu non te ne sia ancora accorto non ho bisogno di perdere le staffe per punirti." disse, severa.

Riccardo la guardò torvo, ma poi sospirò. La situazione non gli piaceva e dunque tendeva a riversare irritazione verso Sonia, ma in fondo doveva ammettere che la donna sembrava tenere davvero tanto a lui.

Abbassò lo sguardo, dicendo sommessamente "Mi spiace, Tata. Mi laverò i denti."

Un sorriso radioso tornò ad illuminarle nuovamente il volto. La donna gli accarezzò i capelli, dicendogli dolcemente "Visto? Non ci vuole molto a fare i bravi bambini. La tua Tata è fiera di te."

D'istinto, il ragazzo le cinse la vita con le braccia e la abbracciò stretta, subito ricambiato.

Stettero in quella posizione per alcuni secondi, poi Sonia disse "So che ti piacciono le coccole, tesoro, ma adesso è proprio ora di lavarsi i denti."

Senza attendere una risposta, la donna lo sollevò da terra e tenendolo in braccio lo condusse in bagno, dove provvide a lavargli i denti per la terza volta quel giorno. Il terzo lavaggio fu un pochino più rapido del secondo, giacché la spiegazione fu ridotta all'osso.

Mentre il ragazzo si sciacquava la bocca dal dentifricio, trovando qualche difficoltà a stringere il bicchiere con le muffole, Sonia disse "Da domani dovrai lavarteli da solo, e dovrai mostrarmi tutta la procedura. L'igiene è una cosa molto importante da imparare."

Riccardo annuì. Non era certo se essere contento per il fatto di poter compiere un'azione da solo o infastidito dal fatto che la Tata gli avrebbe tenuto il fiato sul collo durante tale azione, come una specie di test. Odiava essere messo sotto esame, lo faceva sempre andare in ansia.

La TatocraziaWhere stories live. Discover now