CAPITOLO 16: RICCARDO VA ALL'ASILO

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Il principe alzò la spada, e trafisse il collo dell'enorme cinghiale da parte a parte. La bestia che aveva terrorizzato il regno negli ultimi mesi cadde finalmente a terra. Il giovane erede al trono si voltò con un sorriso verso la valorosa cacciatrice che lo aveva accompagnato e levò la spada al cielo, la quale risplendette sotto la pallida luce della luna, testimone del suo eroico trionfo.

La cacciatrice si avvicinò a lui, con fare sensuale, e gli disse "Riccardo, è ora di alzarsi. E devo controllarti il pannolino."

Riccardo aprì gli occhi di colpo, venendo accecato dalla pallida luce del sole del primo mattino che filtrava dolcemente dalla finestra socchiusa. Oltre ad esso ad illuminare la stanza vi era solo la lucina notturna, giacché la luce principale era ancora spenta.

"Su, Riccardo, dai."

La voce di Sonia filtrò attraverso i sensi intorpiditi del giovane, il quale riuscì quindi a metterla a fuoco.

"Tata...?" sussurrò, sbadigliando.

Sonia sorrise, dicendo dolcemente "La tua Tata è qui, tesoro. Dai, è ora di alzarsi."

La donna aveva una mano sulla sua spalla. Era stato il tocco deciso ma al contempo estremamente delicato della donna a svegliarlo.

Riccardo sbadigliò ancora, ma come i suoi sensi cominciarono a svegliarsi percepì una sgradevole sensazione attorno alle parti basse. Come ebbe realizzato di cosa si trattasse, lanciò un debole grido di sgomento.

"Ma che ca...volo!" si corresse in tempo, evitando una punizione subito di prima mattina "Ho... ho... bagnato il letto..."

Cominciarono a formarsi delle lacrime nei suoi occhi e d'istinto strinse forte il gufo di peluche che aveva tenuto tra le braccia tutta notte. Non poteva credere di averlo fatto. Eppure la sensazione di bagnato che sentiva attorno al pacco era inconfondibile.

Sonia, comprensiva, gli accarezzò i capelli e scostò le coperte, dicendo con voce di seta "Non preoccuparti, piccolino. È normale per i 'piccoli di casa' avere degli incidenti notturni. Ci andiamo subito a cambiare, ok?"

Riccardo la guardò, attonito, ancora con le lacrime che brillavano agli angoli degli occhi, pronte a cadere. Com'era possibile? Erano anni che non gli accadeva nulla del genere.

La Tata sorrise di nuovo e, dopo avergli delicatamente rimosso il peluche di mano, lo afferrò da sotto le ascelle, sollevandolo e prendendolo in braccio.

Lo strinse al proprio petto, e gli sussurrò "Stai tranquillo, stai tranquillo. Non è nulla, dolciotto. Andiamo insieme al fasciatoio e sarai pulito, asciutto e profumato prima di colazione. Va bene?"

Riccardo debolmente annuì e si lasciò cullare tra le braccia della Tata.

La donna lo portò verso il bagno, continuando a cullarlo, e una volta all'interno della stanza lo depose accanto al mobile adibito al cambio.

Cominciò quindi a svestirlo, aprendo la zip del pigiamone e rimuovendolo, poi rimosse anche le calze antiscivolo e le muffole, lasciandolo solo con il grosso pannino notturno in vista.

Mentre il ragazzo si guardava i piedi, vergognandosi terribilmente e facendo finta di non essere lì, la Tata gli afferrò senza tante cerimonie il pannolino tra le dita e lo strizzò un poco, commentando "Beh, da quanto è zuppo sembra tu abbia fatto almeno due pipì, probabilmente una appena addormentato e una poco fa. Per fortuna che non avevi il pannolino diurno e che ti ho messo il booster pad, eh? Avresti certamente bagnato tutto il pigiama e anche la culla. Non dici grazie alla previdenza della tua Tata?"

Riccardo arrossì violentemente e continuò a guardarsi i piedi, chiuso in un silenzio imbarazzato.

"Riccardo, ho detto 'non dici grazie?', non mi hai sentito?"

La TatocraziaOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz