CAPITOLO 6: INCONTRO AL PARCO

3.3K 42 13
                                    

Sonia condusse Riccardo al trolley abbandonato su un lato della cucina. Lasciò andare la sua mano e si mise a rovistare all'interno.

Prima di tutto, la Tata estrasse una canottiera bianca. Fece alzare al ragazzo le braccia e gliela infilò.

"Non copre il pannolino." bofonchiò lui.

Sonia scosse la testa, dicendo "Non ho mica finito, non essere impaziente."

Tornò a rovistare nel trolley, e ne estrasse una maglietta a maniche corte, adatta al periodo estivo in cui erano, e gliela mostrò. Era una semplice t-shirt celeste, sulla quale però era stampato il disegno di Bing, con tanto di logo. E non era un disegno piccolino, dato che occupava quasi tutto lo spazio frontale della maglietta.

"So che è un cartone che piace molto ai bambini. Sei contento?" chiese Sonia, con un sorriso.

Riccardo alzò un sopracciglio, parecchio perplesso. Era un cartone che conosceva a malapena, essendo stato trasmesso per la prima volta in Italia quando lui era già ben oltre la fascia d'età a cui la serie si rivolgeva, ma sapeva essere un cartone per bambini abbastanza piccoli. Mettere quella maglietta era troppo imbarazzante.

"La prego, tata Sonia, non ha qualcosa di più maturo?" la pregò.

Sonia si strinse nella spalle, replicando "Ne ho altre, ma dubito le considereresti più mature."

"Del tipo?"

"Hanno sempre qualche disegno sopra: i Teletubbies, la Pimpa, Masha e Orso, Peppa Pig, i Puffi..." cominciò ad elencare.

Riccardo sospirò pesantemente, dicendo "E va bene, vada per il coniglio."

Sonia gli sorrise e gli infilò la maglietta. Con quella t-shirt e il pannolino in vista si sentiva ancora più bambino di quanto non ci si sentisse poco prima. Sperò che almeno i pantaloni fossero decenti.

Quando Sonia li estrasse, le speranze di Riccardo morirono sul posto: si trattava infatti di una salopette in jeans. La parte che pantalone era parecchio corta e gli sarebbe arrivata poco sopra le ginocchia.

Ignorando completamente la sua faccia disgustata, Sonia si chinò e facendogli alzare prima un piede e poi l'altro infilò la salopette alle gambe di Riccardo e la tirò su, fino a coprire il pannolino, poi agganciò le bretelle. Almeno la parte alta della salopette copriva in parte il disegno di Bing.

"Ecco qua, pronto a mostrarsi al mondo." dichiarò orgogliosa.

Riccardo era veramente imbarazzato. Quegli indumenti infantili erano poco meglio che mostrare il pannolino, ma pur sempre meglio, dunque non controbatté, temendo che la Tata si arrabbiasse e lo spogliasse, costringendolo davvero ad andare in giro solo con il pannolino. Non era certo l'avrebbe fatto, ma meglio non rischiare.

Mentre teneva lo sguardo basso, trovando particolarmente interessanti i propri piedi nudi, Sonia gli mise sotto il naso un paio di ciabattine azzurre della sua misura, con sopra stampato su ognuna l'immagine di un orsetto di pezza che abbracciava un cuore.

"Le tue ciabattine." disse dolcemente la Tata, e si chinò per infilargliele ai piedi. Il ragazzo non fece resistenza, limitandosi a sospirare.

"C'è nient'altro che intende mettermi addosso?" bofonchiò, prima di sentire qualcosa di morbido ma al contempo solido che gli veniva spinto in bocca.

Abbassando gli occhi e tastando con la lingua, capì immediatamente che cosa fosse: era un ciuccio. Attaccato all'anellino di plastica di esso vi era una catenella che culminava in una piccola fibbia che subito la Tata attaccò alla salopette, dicendo "Ecco, così non lo perdi."

Riccardo ebbe immediatamente la tentazione di sputarglielo in faccia, ma il sedere ancora dolorante gli fece sopprimere tale impulso. Prese invece il ciuccio in mano e se lo rimosse dalla bocca, dicendo con quante più educazione possibile "Lo sa, tata Sonia... sono un po' grande per il ciuccio."

La Tata ridacchiò all'affermazione, e dolcemente disse "Non ti obbligherò a ciucciarlo se non vuoi, almeno per ora, ma rimane comunque attaccato alla salopette nel caso tu cambiassi idea."

Il ragazzo arrossì: quella era veramente la parte più imbarazzante di tutto l'outfit. Ok che non doveva tenerlo in bocca, ma il ciuccio penzolante dalla salopette era davvero la parte più infantile. Sperò con tutto sé stesso di non incontrare nessuno di sua conoscenza che potesse vederlo conciato in quel modo ridicolo.

"Va bene." sospirò, lasciando andare il ciuccio che tramite la catenella rimase attaccato alla salopette.

Tata Sonia sorrise, e prese dal trolley delle redinelle per bambini della taglia di Riccardo e gliele infilò, dicendo "Così sono sicura che non ti perdi."

Il ragazzo a ciò la guardò scioccato: veramente voleva tenerlo al guinzaglio?

"Non può togliermele?" supplicò "Non mi piacciono."

Sonia scrollò le spalle, replicando "Preferisco che tu cammini un po', ma se non vuoi posso metterti in un passeggino. Ma non ti lascio certo libero di andare dove vuoi. Queste due sono le opzioni."

Redinelle o passeggino? Quelle erano le opzioni? Riccardo non poteva crederci.

"Andiamo, tata, posso camminare da solo e senza essere OUCH!"

La sua frase venne interrotta da un pesante sculaccione. Sonia sapeva quanta forza imprimere affinché pannolino e salopette attutissero ben poco il colpo.

"Smettila di rispondermi con quel tono." lo sgridò "Sto cercando di essere comprensiva, ma alla prossima lamentela finisci di nuovo sulle mie ginocchia."

Riccardo si massaggiò la parte colpita, e sbuffò dicendo "Va bene, mi scusi."

La Tata sorrise e cominciò a camminare verso l'esterno della casa. Nonostante la sua forza immane, non stava strattonando il ragazzo, ma solo dandogli un impulso minimo per farlo muovere. Riccardo colse il non velato suggerimento e la seguì, evitando che le redinelle venissero tirate. Non erano lunghissime, ma lunghe abbastanza da permettergli di non camminare appiccicato alla Tata.

Ben presto, i due furono all'esterno. Era una bella giornata di sole, non troppo calda, una in cui era un piacere fare una bella passeggiata.

Le strade erano semi deserte, e per quanto ciò facesse piacere al ragazzo giacché così nessuno l'avrebbe visto, non poteva però non ritenerla una cosa strana.

Dopo pochi minuti di camminata, Sonia e Riccardo arrivarono ad un grande parco nelle vicinanze della casa, e come furono in esso un suono peculiare attirò l'attenzione del ragazzo: schiocchi, e pianti.

Riccardo, stupito, cercò la fonte del rumore, e la trovò su una panchina vicina. C'era una donna seduta lì, poco più bassa di Sonia, ma più robusta e formosa, con almeno una quinta abbondante di seno. Aveva lunghi capelli biondi e lisci che le cadevano scomposti sulle spalle e due begli occhi verdi smeraldini. Indossava la stessa uniforme della sua Tata eccezion fatta per il colore dominante, ovvero il grigio chiaro.

Sgranò gli occhi e boccheggiò nel vedere la scena: la donna aveva una ragazza circa dell'età di Riccardo distesa sulle gambe e la stava sonoramente sculacciando a sedere nudo in mezzo al parco, mentre quella piangeva e la implorava di fermarsi.

Riccardo non poté che osservare la scena con occhi fissi sulla ragazza. Non poteva crederci.

"Eleonora..."

La TatocraziaOnde as histórias ganham vida. Descobre agora