CAPITOLO 18: IL PIANO DI ALICE

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E così iniziò il primo giorno d'asilo.

La maestra Rossella prese un gessetto colorato e si mise a scrivere alla lavagna. Quando ebbe finito, sotto gli occhi dei ragazzi era comparsa una filastrocca sull'alfabeto.

"Allora, piccoli." disse la maestra, rivolgendosi alla classe "Chi di voi vuole provare a leggerla?"

Nessuno alzò la mano, giacché nessuno di loro voleva leggere ad alta voce quelle frasi imbarazzanti, così la maestra scosse la testa e si rivolse a Milena "Scegli tu un volontario."

Milena annuì e fece correre rapidamente lo sguardo sulla classe, per poi dire "Riccardo, provaci tu."

Doveva aspettarselo. Essendo l'unico maschio era quello che risaltava di più.

Sbuffando, il ragazzo si alzò in piedi e, arrossendo, si mise a leggere l'imbarazzane filastrocca, vergognandosi progressivamente di più ad ogni verso: "Asino è chi le maestre non ascolta, bambino sono io che sto leggendo questa filastrocca, cacca è quella cosa che nel pannolino s'impiastriccia, dermatite mi si fa se il cambio celere non è, elefante è l'animale che fa la cacca quanto me, famiglia è ciò che la mia Tata è per me, giocattolo è ciò con cui son solito giocare, hovercraft è una cosa da grandi che non posso usare, idrante sono io quando faccio la pipì, latte è chiamato ciò che succhio dal seno della Tata, monello sono io quando faccio il bimbo cattivo, nanna è sdraiarsi col peluche a dormire, omogeneizzato è la pappa che mangio tutti i dì, pannolino è l'indumento che adoro di più, qualunque bambino la pensa così, ruttino è ciò che faccio a pasto finito, sculacciata è ciò che prendo se faccio il monello, Tata è chi si prende cura di me, universo è la casa delle Tate che si trova lassù, vino è ciò che bevono gli adulti mentre io succhio il biberon, zuzzurullone mi descrive alla perfezione. Questo è l'alfabeto, ripetilo insieme a me."

Finito di leggere la filastrocca, Riccardo abbassò lo sguardo: aveva le guance in fiamme da tanto che era arrossito a leggere quella roba. Le ragazze erano tutte contente che ciò non fosse toccato a loro.

Rossella batté le mani, e commentò "Bravo Riccardo, hai letto tutto nel modo corretto. Vieni alla cattedra."

Sentendosi tremendamente in imbarazzo, Riccardo esitò un attimo, ma poi fece quanto richiestogli. Si avvicinò alla cattedra sempre tenendo lo sguardo basso.

Quando l'ebbe raggiunta, Rossella aprì un cassetto della stessa ed estrasse una stellina di plastica dorata ricoperta di glitter, che consegnò al ragazzo, dicendogli con un grande sorriso "Stellina al merito. Prendila pure."

Era l'ennesima cosa imbarazzante... però allo stesso tempo il ragazzo sentì nel petto un impeto d'orgoglio. Afferrò delicatamente la stellina, sorridendo di rimando alla maestra, e la guardò con aria trionfante.

La felicità del ragazzo aumentò poi quando Rossella spiegò "Le stelline al merito guadagnate da ognuno di voi verranno contate alla fine della settimana. Chi ne avrà di più riceverà un premio speciale."

"Ehy, non è giusto!" esclamò Alessandra, balzando in piedi "Non si mica è offerto volontario, è stata la maestra a sceglierlo!"

Milena la raggiunse rapidamente, la afferrò per una spalla ed estrasse la pagaia, che subito usò per sferrarle due sculaccioni che la fecero sussultare per quanto attutiti dal grembiulino e dal pannolino, dopodiché fece pressione sulla spalla e la costrinse a sedersi.

"Non hai sentito le regole?" la sgridò "Per intervenire in classe si alza la mano e si aspetta d'essere chiamati."

Alessandra la guardò storta, poi rivolse lo sguardo verso Riccardo, che stava tornando contento al proprio posto, e infine su Rossella. Quando i suoi occhi si posarono sulla maestra Tata, la ragazza alzò la mano.

La TatocraziaWhere stories live. Discover now