CAPITOLO 7: LA RAGAZZA

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Riccardo continuava a guardare la scena come provando un senso di alienazione. Non poteva credere che Eleonora fosse lì, sulle ginocchia di quella che era palesemente una Tata, a prendersi una bella sculacciata.

Eleonora era la figlia dell'edicolante del paese, che spesso aiutava la madre in negozio. Riccardo l'aveva conosciuta lì ben quattro anni prima, e l'aveva sempre trovata bellissima. Avevano parlato parecchie volte, ed era certo che lei l'avesse preso in simpatia, ma impacciato com'era in quelle cose il ragazzo non era mai riuscito a confessarle di avere una cotta per lei. La vista di quella ragazza così forte e fiera, sempre sorridente e cortese, che piangeva mentre era con il sedere all'aria era veramente l'ultima cosa che si sarebbe aspettato di trovarsi dinnanzi.

La ragazza, poco più bassa di lui e con un anno in meno, aveva il viso più delicato che si possa immaginare, con lineamenti morbidi e affusolati. Portava lunghi capelli castano chiaro, sempre così puliti da risplendere, che incorniciavano i suoi begli occhi di un rarissimo color pervinca. Il suo corpo era snello e allenato, formoso nonostante un seno non particolarmente prominente.

Riccardo era abituato a vederla in abiti semplici ma raffinati, ma in quel momento indossava un outfit imbarazzante tanto quanto il suo: un semplice body rosa smanicato che si chiudeva con dei bottoni all'altezza del cavallo. In quel momento era stato sbottonato, e mostrava così il pannolino che c'era sotto, aperto a sua volta. La Tata aveva rimosso la parte posteriore dell'indumento assorbente, lasciando quella anteriore in posizione. Il sedere nudo di Eleonora, così tondo e attraente, rimbalzava sotto i colpi ritmici della mano che lo stava schiaffeggiando.

"Basta, la prego!" implorava, con le lacrime agli occhi.

"Sei stata veramente monella, e questo è quello che ti meriti! Monellaccia!" la sgridava intanto la Tata vestita di grigio.

Mentre osservava rapito la scena, sentendosi in un momento onirico dilatato nelle maree infinite della storia, Riccardo fu bruscamente riportato alla realtà dalla voce severa di tata Sonia, che gli disse "È maleducazione fissare."

Tornato coi piedi per terra, il ragazzo si voltò verso la sua Tata, chiedendo "La conosco. Posso parlarci?"

Sonia annuì, e si avvicinò alla panca richiamando l'attenzione dell'altra Tata.

"Ehy, Felia. La tua bimba è stata monella?" chiese.

La Tata chiamata Felia si voltò verso i nuovi arrivati, e riconoscendo Sonia sorrise.

"Ciao Sonia. Sì, mi ha fatto veramente arrabbiare." replicò, continuando imperterrita a sculacciare la ragazza "L'ho portata al parco e lei ha cercato di scappare. È inammissibile."

Voltò quindi lo sguardo su Riccardo, aggiungendo "Vedo che anche a te è stato affidato qualcuno."

La sculacciata cessò improvvisamente. Eleonora stava ancora piangendo, e non si era accorta di essere osservata, nemmeno quando era iniziata la conversazione. Le ci volle qualche secondo per calmarsi e rendersi conto di non essere più sola con la sua Tata.

"Sì, lui è Riccardo." disse Sonia, spingendolo delicatamente avanti "Fai il bravo e saluta tata Felia, su."

Imbarazzato, Riccardo deglutì e sussurrò "Buon giorno, signora."

"Niente signora, Tata va bene." rispose Felia, sorridendogli.

Eleonora mise finalmente a fuoco la situazione: riconobbe Riccardo e realizzò che la stava guardando mentre era in quella situazione veramente imbarazzante.

"Tata, mi rivesta!" implorò "Riccardo mi guarda!"

Un paio di sculaccioni improvvisi la fecero sussultare, e Felia la sgridò "Non ho sentito il per favore, Eleonora."

La TatocraziaWhere stories live. Discover now