CAPITOLO 5: LEZIONI DI IGIENE

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La Tata entrò in bagno, portando Riccardo in braccio come un bambino, cosa di cui il ragazzo non era assolutamente felice: aveva sempre odiato chi lo trattava come se avesse avuto meno anni, fin da piccolo aveva insistito ad essere trattato come un ragazzo maturo, e tutto il suo impegno era stato vanificato dall'arrivo di quella donna.

Sonia lasciò andare il ragazzo, appoggiandolo di fianco al lavabo.

"Bene, ora ti insegnerò a lavarti i denti." disse, prendendo in mano uno spazzolino "Per stavolta lo farò io, ma poi dovrai farlo da solo come un bimbo grande. Capito?"
Riccardo impallidì nel sentire quella frase, ed esclamò "Come lo farà lei? Non ha intenzione di lavarmi lei i denti, vero?"

"Certo che sì." Tata Sonia confermò "Ti laverò i denti, la faccia e le ascelle, ovvero il minimo indispensabile dopo colazione."

"Posso farlo da solo..." mugugnò il ragazzo, abbassando lo sguardo.

"Ne dubito fortemente, altrimenti lo faresti." Sonia replicò "Invece a quanto pare è necessario costringerti ad un po' di igiene. Ma non preoccuparti: so che è normale per i bambini avere una scarsa igiene personale, e mi assicurerò che tu impari a dovere."

Riccardo sbuffò, arrossendo, e abbassò ulteriormente lo sguardo. Mentre lui faceva ciò, la Tata prese un tubetto di dentifricio e lo strizzò sullo spazzolino, spiegando "Ecco, si prende il tubetto e lo si comincia a schiacciare dal fondo, per evitare sprechi."

Appoggiò il tubetto sul lavabo e con la stessa mano afferrò il collo del ragazzo con un movimento fulmineo, avvicinandolo, e gli infilò in bocca lo spazzolino, cominciando a sfregare.

Riccardo sgranò gli occhi, ma non poté fare null'altro che subire con una faccia scioccata: la Tata era troppo forte per lui.

Sonia continuò a lavargli i denti, spiegandogli nel frattempo la procedura da seguire: "Si deve sempre spingere sulle gengive seguendo i denti, mai viceversa, e inoltre..."

Fu un lavaggio lungo e accurato, non una cosetta rapida, reso ancora più lungo dalla noiosa spiegazione della Tata su come dovesse avvenire la procedura.

Quando i denti del ragazzo furono puliti e splendenti, Sonia estrasse finalmente lo spazzolino e lo appoggiò sul lavabo. Prese quindi un bicchiere di plastica e lo riempì d'acqua, porgendolo poi a Riccardo.

"Ecco qua, risciacqua bene." gli disse.

Il ragazzo non se lo fece ripetere: bevve dal bicchiere e sputò l'acqua nel lavello, ancora e ancora fino a che il bicchiere non fu vuoto. Nonostante la Tata fosse stata molto delicata, infatti, la sua bocca si era riempita di sangue e voleva togliersi quel sapore da essa quanto prima.
"Vedi cosa succede a non lavarsi i denti tutti i giorni?" disse Sonia, mentre Riccardo sputava l'acqua "Le gengive si riempiono di sangue. Non va affatto bene."

"Ha un saporaccio, cazzo." si lasciò sfuggire lui.

Quell'espressione gli fece guadagnare un'occhiataccia dalla Tata, seguita da un poderoso sculaccione che lo fece sobbalzare.

"Ti avevo avvertito sul non usare più quel tipo di parole." lo sgridò, afferrando di nuovo la spazzolino. Anziché il dentifricio, però, ci spremette sopra un tubetto che si era estratta da una tasca.

Prima che il ragazzo potesse chiedere spiegazioni in merito, Sonia gli afferrò di nuovo il collo e gli ficcò nuovamente lo spazzolino in bocca, cominciando a sfregare. Un sapore terribile gli riempì la bocca, tanto da fargli rimpiangere il sangue di prima. Qualunque cosa fosse quella roba dal sapore orripilante, lo stava facendo sbavare un sacco mentre la donna gli spazzolava i denti.

"Questo è un prodotto speciale del mio pianeta." spiegò, mentre continuava "È uno speciale dentifricio naturale e completamente atossico, ottimo per la salute dentale, ma che ha il sapore e alcune caratteristiche del sapone. Laverò via quelle parolacce dalla tua bocca, ci puoi giurare."

Riccardo batteva il piede a terra, nel patetico tentativo di scacciare l'orrido sapore che stava assalendo il suo palato come un cane rabbioso, e stringeva convulsamente il bordo del lavello. Cercava anche di imprimere forza nel collo, per scuotere la testa e sottrarsi al supplizio, ma la forte mano di Sonia lo teneva fermo in posizione. Per quanto fosse un prodotto salutare e assolutamente non dannoso per la sua salute, era innegabile: la Tata gli stava lavando la bocca col sapone, e la cosa non gli piaceva per niente.

Dopo un po' finalmente la Tata estrasse lo spazzolino dalla sua bocca, che era tutta insaponata, e gli lasciò andare il collo. Immediatamente il ragazzo prese il bicchiere, lo riempì di nuovo e si sciacquò la bocca. Ripeté tale processo quattro volte, per cercare di togliersi quel sapore dalla bocca.

Riccardo riappoggiò il bicchiere sul lavabo, dicendo sommessamente "Quel sapore era orribile."
Sonia gli accarezzò dolcemente i capelli, dicendo in risposta "Lo so, piccolo. Mi dispiace, ma devi imparare a non usare quel tipo di linguaggio."

La sua voce sembrava una melodia, la sua severità sparita nel giro di un secondo una volta completata la punizione.
Sonia si bagnò una mano, e delicatamente la passò sul viso di Riccardo, spiegandogli come lavarsi la faccia e gli occhi.

Una volta fatto, si insaponò bene le mani e disse "Bene, ora le ascelle."

Riccardo scosse la testa, sussurrando "La prego, no, soffro il solletico..."

Sonia gli sorrise, e replicò "Tranquillo, la tua tata sa come fare."

Gli fece alzare le braccia e cominciò a lavargli le ascelle con le mani insaponate: era abbastanza delicata da non irritare la sua pelle ma anche abbastanza decisa da evitargli il solletico e lavarlo a fondo. Aveva ragione: sapeva davvero come fare.

Lo risciacquò, poi prese un asciugamano e lo asciugò.

"Fatto." disse Sonia, sorridendo.

Abbassando le braccia, Riccardo si guardò nello specchio. Considerando che non aveva mai avuto un filo di barba, adesso che era lindo e pulito (e sempre con indosso solo un pannolino) sembrava davvero un bambino.

Sonia lo prese per mano, dicendogli "Allora, ho chiamato i decoratori d'interni per far mettere alcune cose nella casa. Nel frattempo, noi due andiamo a fare una passeggiata e li lasciamo lavorare in pace."

Le guance di Riccardo si infiammarono a quelle parole. Guardando la Tata con uno sguardo intenso, esclamò "Che cosa?! Io non vado in giro mostrando al mondo quest'affare!"

Alla parola 'affare' si toccò il pannolino.

In tutta risposta, Sonia ridacchiò e disse "Saresti carinissimo, ma non preoccuparti, non intendo farti andare in giro così."

Cominciò a trascinarlo di nuovo verso la cucina, aggiungendo "Vieni, andiamo a metterci qualcosa di adatto per uscire."

La TatocraziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora