CAPITOLO 8: DALLA PARRUCCHIERA

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Entrambe le Tate ridacchiarono nel notare la reazione dei ragazzi.

"Ovviamente." disse Sonia "Ci piacerebbe tenervi tutto il giorno con noi, ma alla vostra età la socializzazione con i coetanei è molto importante."

Riccardo non poteva credere a quello che stava sentendo. Aprì e chiuse la bocca più volte, come un pesce, prima di riuscire a parlare "Ma non siamo più in età da asilo. Insomma, non siamo più nemmeno adolescenti, a essere sinceri."

"Vero. Non siamo marmocchi." gli diede man forte Eleonora.

Le due Tate si guardarono tra loro e ridacchiarono ancora, poi si voltarono verso i ragazzi.

"I vostri vestitini non sono molto d'aiuto a confutare questa tesi." disse Felia, con un sorriso.

Sia Riccardo che Eleonora arrossirono e abbassarono lo sguardo. Come lo ebbero fatto, Sonia riallacciò le redinelle sopra alla salopette del ragazzo, mentre Felia prese la ragazza da sotto le ascelle e la sollevò, prendendola in braccio.

"Ci vediamo domani, Sonia." salutò, per poi dire "Saluta anche tu, piccolina."

Fortemente imbarazzata, Eleonora arrossì e guardando Riccardo disse "A domani, Ricky."

Riccardo le fece un timido sorriso, replicando "Certo, a domani Ele."

"A domani, Felia." salutò anche Sonia.

Come ebbero finito con i saluti, tata Felia si allontanò, raggiungendo un enorme passeggino che era stato posizionato dietro la panchina. Vi adagiò Eleonora e la legò con le cinghie di sicurezza, mentre la ragazza chiaramente metteva il broncio, dopodiché spinse via il passeggino, lasciando il parco.

Riccardo aveva guardato l'intera scena con gli occhi sgranati. Anche se si era appena svolta sotto i suoi occhi, la sua mente ancora faticava ad accettare l'idea della sua cotta messa in un passeggino.

Una vola che furono soli, tata Sonia accarezzò la testa di Riccardo, dicendogli con un sorriso "Ti sei fatto un'amichetta, eh?"

Le guance del ragazzo avvamparono a quelle parole, e subito esclamò "Ma che dice?!"

La sua reazione provocò l'ennesima risatina della Tata: lo trovava davvero troppo carino.

"Domani la rivedrai, non temere." disse, cominciando a muoversi verso l'uscita del parco, in direzione opposta rispetto a quella imboccata da Felia. Le redinelle diedero al ragazzo l'impulso minimo per muoversi senza tuttavia strattonarlo, come la volta precedente. Capendo l'antifona, lui non fece resistenza e seguì la sua Tata.

"Ora dove andiamo, tata Sonia?" chiese.

"Dalla parrucchiera. Quella foresta che hai in testa rovina tutto il tuo look." fu la risposta.

Riccardo aveva i capelli abbastanza corti, ma completamente disordinati. Non solo perché non erano soliti essere pettinati, ma perché per risparmiare era solito tagliarseli da solo, e per quanto se la cavasse abbastanza era lungi da poter essere definito un taglio professionale. E avrebbe anche dovuto lavarli più spesso.

Il ragazzo sbuffò "Se proprio devono essere tagliati, non possiamo andare da un barbiere?"

"Certo che no. Di solito i bambini vengono portati dalle parrucchiere." spiegò la Tata.

Il ragazzo sospirò: era l'ennesima mossa di quella donna per farlo sentire come un bambino. In realtà Riccardo non sapeva se ciò fosse vero per tutti, ma nel suo caso lo era: sua madre era solito portarlo dalla parrucchiera con lei quando era ancora piccolo. Dato l'alto numero di informazioni che Sonia sembrava avere sul suo conto poteva anche essere che fosse un trattamento specifico per lui. Impossibile saperlo.

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