CAPITOLO 35: RIVELAZIONI

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Dopo la lezione speciale, i ragazzi erano stati cambiati dalle maestre, che avevano rimosso loro i tutù e li avevano rivestiti con i soliti grembiulini. Fatto ciò seguirono la maestra Rossella nel corridoio. Come sempre erano stati messi in fila per due, con la maestra Tata che apriva la fila e Milena che la chiudeva.

La maestra Nicole aveva salutato tutti e dopo una serie di abbracci e bacini, promettendo che sarebbe tornata a trovarli presto, si era allontanata dai ragazzi, lasciando l'asilo.

Tornati in classe, i ragazzi si accomodarono ai rispettivi banchi. Riccardo con Francesca, Eleonora con Alice e Miriam con Alessandra. I banchi erano stati disposti in modo da permettere lo spazio per la coppia che si era aggiunta, formata da Gabriella e Fabrizia.

"Molto bene, bimbi." disse Rossella battendo le mani, una volta che tutti si furono seduti ai rispettivi posti "Le vostre Tate mi hanno passato i vostri compiti. Ora andremo a vederli insieme."

Sotto lo sguardo imbarazzato della maggior parte dei presenti, la maestra Milena passò a Rosella una risma di fogli, la quale la appoggiò sulla cattedra. Riccardo arrossì al ricordo del compito svolto, in cui aveva dovuto disegnare un pannolino, l'asilo e lo strumento da lui fatto col pongo, ovvero il battipanni.

"Cominciamo da Miriam."

La maestra Tata mostrò i tre disegni della giovane. Il pannolino disegnato da Miriam era decorato con i personaggi dei Barbapapà, una scelta decisamente originale. Il secondo disegno, quello dell'asilo, raffigurava la classe con tutti loro in essa, Miriam aveva usato colori super vivaci. E infine il terzo era il disegno di una cintura, o meglio, di tata Olimpia che teneva in mano la cintura e con essa minacciava il padre della ragazza.

"Molto brava, passerotto, molto brava." sorrise la maestra "E vedo che sei contenta della disciplina di tata Olimpia."

La ragazza sorrise di rimando, rispondendo tutta contenta "Assolutamente, maestra. Ora papà non mi picchia più. Tata Olimpia lo tiene in riga e ci ha insegnato un sacco di cose belle sull'essere una famiglia."

Riccardo sospirò a quelle parole. La povera Miriam non aveva nessuna colpa, probabilmente se avesse avuto un altro tipo di padre non sarebbe nemmeno una piccola di casa. Certamente era sulla buona strada per passare al livello successivo, come a quanto pareva anche Gabriella. Tata Sonia non sembrava essere dello stesso parere su di lui.

La maestra continuò, mostrando i disegni di Alessandra. Erano stati fatti bene, ma in modo veramente minimalista. Il pannolino era bianco, l'asilo era una visione a volo d'uccello molto schematica e lo strumento (la pagaia in versione terrestre) era stato fatto in modo molto freddo, senza dettagli particolari.

Rossella sospirò "Non sono brutti disegni, amore, ma non ti sei impegnata molto."

"Tata Josephine ha detto che potevo fare di meglio ma che andavano bene." replicò la ragazza.

"Sì, certo, è sufficiente." confermò la Tata maestra "Ma non dovreste mai puntare alla sufficienza, nella vita bisogna sempre puntare alla vetta."

Riccardo ragionò molto su quella pillola di vita. Era una massima che effettivamente faticava a comprendere. Perché fare di più del necessario? Forse era anche quella mentalità che lo rendeva un piccolo di casa, pensò.

L'insegnante prese a quel punto i tre disegni successivi, quelli fatti proprio da Riccardo. Mostrò il pannolino decorato con uccellini colorati, poi la visione frontale che aveva realizzato dell'Oasi dei Monelli con le stilizzazioni delle due maestre. Tutta la classe ridacchiò nel vedere Milena con un volto feroce, e la maestra terrestre lo guardò severamente, non trovandolo per nulla divertente. Rossella, di contro, fece una risatina e poi mostrò il terzo disegno, quello del battipanni. Non erano granché, le sue doti artistiche erano decisamente rivedibili, per non dire pessime.

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