L'ultima ora insieme

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Lo sceriffo O'Hara mi aveva riconosciuta e adesso era davanti al nostro tavolo, mentre riuscii a notare che Desmond si stava precipitando da Joey. La abbracciò e poi la baciò, e fu un bacio lungo. Sembrava così reale, così intenso.

Mi chiesi che cosa si provasse ad essere baciate da qualcuno in quel modo.

Poi, quando le loro labbra si furono separate, fece sedere lei e l'altra ragazza ad un tavolino e si allontanò.

<<Ciao, Rose>> mi disse lo sceriffo, sorridendomi.

Indossava un paio di jeans usurati e sbiaditi e una camicia nera. Ai piedi stivali a punta da cowboy. Era abbronzato, e i suoi occhi chiari brillavano nella luce tenue che ci circondava. Mi resi conto che era ancora più affascinante di come mi era sembrato qualche ora prima.

Mia madre lo guardò e gli sorrise. Nel mio racconto le avevo parlato anche di lui.

Lui le tese la mano e si presentò.

<<Sceriffo Kevin O'Hara, signora. Lieto di conoscerla.>>
Lei si sporse in avanti e gliela strinse, sempre sorridendo e guardandolo negli occhi.
<<Cecile Delavigne>> rispose <<e il piacere è mio. Rose mi ha raccontato di lei e del vostro incontro di oggi.>>

Lui annuì, poi posò lo sguardo su Joey e sull'altra ragazza, che si trovavano a pochi tavoli di distanza da noi.

<<Già>> disse a bassa voce <<una brutta storia. Devo ancora vederci chiaro. Arriviamo adesso dal mio ufficio. Volevo offrire loro qualcosa prima di riaccompagnarle a casa, e Joey aveva voglia di restare un po' con Desmond, e dunque eccoci qui.>>

Mia madre annuì ed io tornai a guardare il tavolo delle due ragazze. Avevano un aspetto decisamente migliore di quando le avevo lasciate. Adesso Desmond le aveva raggiunte e si era seduto accanto a Joey.

Li osservai per qualche altro istante.

Parlavano, sorridevano, forse scherzavano. Desmond ogni tanto prendeva la mano di Joey nella sua e la teneva stretta. Le loro dita si intrecciavano, portandomi a pensare a quanto avessi voglia di vivere anche io un momento come quello.
A quanto avessi voglia di avere qualcuno accanto anche solo per poter respirare il suo profumo, sentire il suo calore.
Sentirmi, in qualche modo, parte di qualcosa di più grande.

Pensai allo Sconosciuto.
Ci pensai intensamente, e avvertii una sensazione forte attraversare il mio corpo, invadere la mia mente. Non mi era mai capitato di sentirmi così, o di sentire qualcun altro in quel modo.

Fu la voce di Desmond a distrarmi e a riportarmi poi alla realtà.

<<Unisciti a noi, Rose. Vieni. Beviamo qualcosa insieme.>>

Io lo guardai e poi guardai mia mamma.
Mi sarebbe dispiaciuto lasciarla da sola, ma lei fece un cenno verso di loro con la testa e sorrise.

<<Raggiungili, tesoro. Ne approfitterò per scambiare qualche parola con il nostro sceriffo, se anche a lui farà piacere.>>

Ero stupita, confusa. Mia madre stava cercando di fare colpo su O'Hara? O era solo un pretesto per non farmi sentire in colpa ad accettare l'invito di Desmond?

Guardai lo sceriffo, che a sua volta sorrise.

<<Con molto piacere, Cecile.>>
Si sedette al nostro tavolo ed io esitai qualche istante, quindi mi alzai.

<<D'accordo.. Allora a dopo>> dissi a mia mamma posandole una mano su di una spalla.

La lasciai con lui e mi unii al tavolo di Desmond. C'era un posto libero al suo fianco e mi sedetti.
Osservai le due ragazze. Anche viste così da vicino sembravano decisamente più in forma, più reattive e più tranquille di qualche ora prima, per quanto tranquille si potesse essere dopo ciò che avevano vissuto.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora