Sei pronta?

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All'improvviso tutti i pensieri che si stavano rincorrendo dentro di me si fermarono.
Le mie mani smisero di essere fredde, le mie gambe incominciarono a tremare.
Le labbra dello Sconosciuto erano ancora sulle mie e lui continuava a tenermi bloccata contro la porta.

Non avevo mai baciato nessuno prima di allora e quell'istante mi sembrò durare un'eternità.

Non so come, ma la necessità improvvisa di raggiungere il lago che avevo provato pochi istanti prima scomparve.

Quando le nostre labbra alla fine si staccarono lui mi guardò, ed io cercai di decifrare la sua espressione, ma ovviamente non vi riuscii.
Abbassai gli occhi, mi passai una mano tra i capelli, tornai ad osservarlo. Era ancora vicino a me, potevo sentire il suo profumo, i suoi respiri.

Poi, di colpo, fece qualche passo indietro, come se nuovamente si sentisse turbato da qualcosa.

Mi guardò, fece scivolare via le sue mani dalle mie spalle, mi accarezzò le braccia e sfiorò le dita della mia mano con le sue.

<<Devo andare, Rose.>>

Non pensai a che cosa avrei risposto, non mi importava sapere dove volesse andare. Volevo seguirlo. Restare con lui.

<<Vengo con te>> gli dissi, guardandolo dritto negli occhi.

<<Non se ne parla. Chiudi a chiave la porta e non uscire. Per nessuna ragione. Non stanotte.>>
<<Perché? Che cosa succede stanotte?>>

Lui scosse la testa, poi guardò fuori dalla mia finestra un punto in direzione del lago.

<<Non ne sono certo, ma adesso devo davvero andare. Fai come ti dico.>>

Mi guardò ancora una volta negli occhi, mi accarezzò il viso quindi fece qualche passo indietro e poi uscì dalla finestra della mia stanza. Questa volta non persi tempo. Mi affacciai e mi resi conto che era possibile scendere da lì senza farsi male.

Senza pensarci ancora, saltai giù.

In realtà l'impatto a terra fu leggermente doloroso, ma sarei sopravvissuta.

Lui era davanti a me.

Mi guardò, cercò di dirmi qualcosa ma io portai un dito sulle mie labbra come a ordinargli di restare in silenzio.

Esitò, scosse la testa, poi si avvicinò a me.

<<Rose... Non devi. Tu stai facendo tutto l'opposto di ciò che ti sto dicendo di fare. E lo stai facendo da sempre.>>
Mi avvicinai a lui. Sfiorai con la mia bocca il suo orecchio.
<<Ascoltami. La mia vita fino a qualche giorno fa...è stata una prigione perfetta. Un posto bellissimo in cui però non succedeva mai nulla. Tu che sai tutto di me dovresti sapere anche questo, no?>>
Lui mi guardò, scosse ancora la testa, quindi sospirò.
<<Non ti voglio seguire perché sto cercando di suicidarmi. Lo voglio fare perché fino ad oggi ho preferito scappare dai miei problemi piuttosto che affrontarli. Ma adesso so che non è scritto da nessuna parte che debba essere per sempre così. Quindi, che tu lo voglia o no, stanotte verrò con te.
Ovunque.>>

Lo Sconosciuto mi guardò, esitò, infine si arrese. Ero certa che conoscesse bene le mie motivazioni, ma che facesse finita di non vederle per tenermi in qualche modo lontano da lui e da quello che stava succedendo a Saint Claire.
Probabilmente sapeva anche che non ero più disposta a cedere.

<<E va bene, Rose. Dovremo correre però. Perché tra poco potrebbe essere troppo tardi.>>

Annuii, come se fossi pronta a tutto. Ovviamente non ero pronta a nulla, ma non volevo fare brutta figura.

<<Ciò che sto cercando di dirti è che dovremo correre un po' più veloce del normale, in realtà. Pensi di potercela fare?>>
<<Sì>> risposi <<penso di potercela fare>>, ma in realtà continuavo a domandarmi che cosa significassero le sue parole.

Lui non aggiunse altro, mi prese per mano e fece qualche passo avanti, in direzione del bosco che si stendeva immenso di fronte a noi.

<<Dobbiamo andare al lago, Rose. Chiudi gli occhi. Prendi un respiro profondo.

Sei pronta?>>

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora