Chi sei tu, Rose?

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Era la domanda più importante in assoluto. La più importante per me.

La mia vita, ormai ne ero certa, sarebbe rimasta condizionata dalla risposta che avrei avuto per sempre, in un modo o in un altro.
Ma dovevo sapere. Quella fitta, che adesso mi stringeva il cuore, era la somma di tutte le mie paure. Il mio istinto più nascosto e che tuttavia non riusciva a staccarsi dalla mia pelle.

<<Ti stanno cercando perché tu, Rose, sei la loro unica speranza di sopravvivenza.>>

Lo disse guardandomi negli occhi, in modo naturale. Come se fosse la cosa più ovvia del mondo. E la più atroce, al tempo stesso.

Tremai. Il mio cuore tremò.

<<Che cosa significa?>>

Lo Sconosciuto indicò la Terra, che ruotava sospesa sopra i nostri occhi.

<<La Terra è composta principalmente di acqua, Rose. Chi ha sterminato il mio popolo ed invaso Seneca non ha mai avuto nessun problema a vivere nel luogo da cui io provengo. A respirare quell'aria. Se hanno scelto la Terra, però, non è un caso.>>

Si fermò per un istante, indicò con gli occhi gli oceani che ricoprivano il nostro pianeta.

<<Fuori dalla loro atmosfera non riescono a vivere. O almeno, non riescono a sopravvivere a lungo. Nell'acqua sì. Per questo hanno scelto il vostro pianeta. Per questo i loro insediamenti si trovano sott'acqua, in profondità.
Perché fuori loro sono morti. Fuori non hanno nessuna speranza di continuare ad esistere.>>

Lo guardai, e dentro di me fu come se tutto, lentamente ma sempre di più, trovasse un senso improvviso. Qualcosa cui non avevo mai pensato prima.

<<Tu non sei come loro, però>> gli dissi, cercando di restare il più vicina possibile a lui, al suo corpo.

<<No. Io e tutti gli altri abitanti di Seneca siamo diversi. Noi siamo in grado di vivere sulla Terra normalmente, anche fuori dall'acqua. Ma siamo così pochi, oramai. Il problema non è questo, in ogni caso.>>

Si interruppe, strinse di più la mia mano ed io riuscii a percepire tutto il suo calore.

<<Ti ho detto che noi e loro siamo anni luce più evoluti di voi, della vostra specie. Dopo i primi insediamenti, loro hanno incominciato a studiarvi, a lavorare sul vostro dna, cercando di trovare una qualche forma di compatibilità con il loro. Bene, oggi posso affermare con certezza che non ne hanno trovata nessuna. Con il tuo popolo non c'è compatibilità. Questo significa che non hanno nessuna possibilità di riprodursi né di copiarvi, in qualche modo. Per quanto più avanzati di voi da un punto di vista tecnologico e scientifico, non potranno mai essere come voi.>>

Esitai, sconvolta.

<<Questo significa che potranno invaderci, ma non riusciranno mai a vivere fuori dall'acqua?>>

Lo Sconosciuto scosse la testa.

<<Non esattamente. Potranno provare ad invadervi, ma senza la possibilità di riprodursi saranno destinati a rimanere in pochi e quindi ad essere sconfitti. E senza la possibilità di uscire dall'acqua, di vivere al di fuori per molto tempo, le loro speranze di sopravvivenza si ridurranno ulteriormente.>>

Spostai nuovamente gli occhi in alto, sui pianeti sospesi sopra di noi.
Aveva ragione, ma quella risposta non mi fece comunque sentire tranquilla. E non avevo ancora capito quale fosse il mio ruolo. Per quale ragione stessero cercando me.

<<So cosa ti stai continuando a domandare, Rose. E la risposta è molto semplice. Gli invasori sono incompatibili con gli esseri umani, è vero, e non possono riprodurre su se stessi il loro dna. Ma ci sono alcune persone, nel mondo che conosci, che non appartengono a una specie sola.>>

Scossi la testa, mi sollevai da lui, lo guardai dritto negli occhi, tanto confusa da non riuscire a pensare a nulla.

Tremavo, dentro.

<<Che cosa significa?>>

Lo Sconosciuto si avvicinò di più a me.

<<Significa che nel tuo mondo esiste qualcuno, pochissimi esemplari, che non sono né umani né alieni. O meglio, sono entrambe le specie. Metà e metà. Noi li chiamiamo ibridi.>>

Lasciai che l'aria riempisse i miei polmoni. Chiusi gli occhi un istante, li riaprii. Mi guardai le mani.
Lo Sconosciuto, senza dire nulla, mi fissava.
Pensai alle mie visioni. Pensai a quando mi aveva detto che non era stato lui a provocarle. Pensai alla forza che mi trascinava verso il lago, immensa, incontrollabile, impossibile da dominare.

Lo guardai ancora, e lui annuì, lentamente.

<<Chi sono io?>> sussurrai, in un tremito.

<<Sei una di loro, Rose. Una degli ibridi. Per metà umana e per metà aliena. Sei come me, in parte.>>

Spostai i miei occhi lontano, ovunque intorno a noi, come se stessi cercando una via di fuga che sapevo non avrei mai trovato.

<<In realtà>> disse lo Sconosciuto tornando a stringere le mie mani <<tu sei molto più di me.>>

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora