Benvenuti a Saint Claire

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Riaprii gli occhi, senza sapere per quanto tempo avessi dormito.

La visione che avevo avuto però era rimasta chiara in me, impressa in profondità. Al risveglio, mi aveva lasciato sulla pelle una sensazione di oppressione; qualcosa che era fuori dal mio controllo e che, a prescindere dal corso che gli eventi avrebbero potuto prendere, sarebbe rimasta così per sempre.
Era una sensazione negativa, forse troppo.
Lo Sconosciuto guidava in silenzio, sembrava rilassato. Quasi sereno.
Nella mia visone lui non c'era.
Cameron, sul sedile dietro, dormiva.

Osservai la strada che ci correva accanto veloce. Il panorama che diventava più nordico, con il cielo azzurro che sembrava più freddo rispetto a quello della Carolina.

Abbassai il finestrino, respirai a pieni polmoni quell'aria nuova, frizzante.

<<Quanto manca?>> chiesi allo Sconosciuto, guardandolo.

<<Poco. Ci siamo quasi, Rose.>>

Chiudi gli occhi per un istante. Pensai a Cecile. L'avrei rivista, finalmente.
Mi mancava. Mi mancava tutto di lei.

Poi pensai a Desmond. Avrei rivisto anche lui, e anche lui mi mancava tanto.

Ero contenta di ritornare a Saint Claire, perché al di là di tutto era stato il mio arrivo in quella cittadina a sconvolgermi l'esistenza, allontanando da me tutto quel grigio cui adesso non ero più abituata.

Pensai anche alla ragazza che era scomparsa, al video che mi era arrivato sul cellulare. E pensai ad Alex. Ero triste per non essere passata a salutarlo. Mi era restato accanto in un periodo difficile, quando lo Sconosciuto era lontano ed io stavo cercando di riabituarmi alla mia vecchia vita. Aveva anche rischiato di morire a causa mia.
Mi promisi che una volta a Saint Claire gli avrei telefonato. Non avrei voluto perderlo di vista. 

Lo Sconosciuto appoggiò la sua mano sulla mia spalla, poi mi guardò per un istante.

<<Ricordi cosa hai visto, Rose? Mentre stavi dormendo?>>

Esitai. Sentii un'onda improvvisa di inquietudine invadere il mio corpo e il mio cervello. Il fatto che lui fosse così bravo a sentire quello che sentivo io era spaventoso.

<<Io.. Non lo so, con esattezza.>>
<<Cerca di ricordare. Potrebbe essere importante.>>

Scossi la testa, chiusi gli occhi. E all'improvviso rividi tutto.

Quel mio camminare forzatamente attraverso il tubo, e poi, fuori, le due balconate.
Tutte quelle persone che sembravano senza occhi e che ricordavano popolazioni antiche. Aztechi, Maya. E poi la porta chiusa, oltre la luce, che si apriva. E quella figura enorme, possente, seduta sulla sedia di fronte a me, che si stava voltando lentamente.

La solitudine.

La sensazione terribile di essere così vicina alla fine di tutto.

<<Ero da sola e camminavo all'interno di un tubo, lungo, che si snodava di tanto in tanto. Prima mi era sembrato di cadere giù, in profondità. Nel blu e poi nel nero. E poi..>>

Lo Sconosciuto mi guardò ancora, senza togliere una mano dalla mia spalla.

<<Poi quelle figure.. Quegli uomini intorno a me... A destra, a sinistra, sopra di me... Mi sembravano senza occhi ed erano vestiti in modo strano. Ricordavano dei popoli antichi. Quelli che studiavo a scuola. Gli Aztechi, o qualcosa di simile. E mi fissavano.>>

<<Con chi eri?>>

Scossi la testa, mi guardai le mani, poi guardai fuori dal finestrino.

<<Ero sola.>>

Lo Sconosciuto sembrò incupirsi all'improvviso.

<<Hai visto altro?>>
<<Sì. Aprivo una porta e c'era qualcuno... Seduto su di una sedia, di spalle. Sembrava un uomo enorme, imponente. Ricordo di aver provato una sensazione orrenda in quel momento. E più lui si girava verso di me, più quella sensazione si amplificava.>>

Mi interruppi. Lui non disse nulla, ma la sua mano sembrò restare sul mio corpo con più forza, come a volermi tenere più stretta.

<<Sarò con te, Rose. Qualunque cosa dovesse accadere a Saint Claire, io ci sarò. Non ti lascerò da sola.>>

Sorrisi. Amavo sentirlo parlare in quel modo.

<<Le mie visoni si sono avverate quasi sempre. Ed ero sola. Io non..>>

<<Non lo sarai. Non lo sarai mai.>>

Pensai a Nate. A Mitch. Anche loro, a loro modo, non mi avevano lasciata da sola. Speravo davvero che le parole dello Sconosciuto potessero essere realistiche, ma qualcosa dentro mi faceva temere il peggio.
L'ultima visione era stata quella che mi era rimasta impressa più di tutte. Più di quelle in cui vedevo Mitch e Cecile a un passo dalla morte. Era una paura diversa, ancora più viscerale. Il terrore per qualcosa che sembrava così incombente, così fuori dal mio controllo o da quello delle persone che mi volevano bene.

<<Non ci pensare più, Rose. Nate ha voluto che tu tornassi a Saint Claire, e dobbiamo fidarci di lui. So che sta cercando di fare la cosa più giusta per te. Ne sono certo.>>

Appoggiai la testa alla sua spalla. Era vero. Ma non potevo sapere quale sarebbe stato il prezzo da pagare per cercare di fare la cosa giusta. Forse era quella sensazione di incertezza a scavare dentro di me con foga, ad invadere ogni mio pensiero.

Cameron si svegliò, distraendomi dal resto.

<<Uh, diavolo. Avevo bisogno di dormire.>>

Abbassò il finestrino, proprio come avevo fatto io.

<<Questa non è più l'aria della Carolina>> disse <<sento il profumo del Canada. È un odore diverso.>>

<<Sono contenta che tu sia con noi, Cameron>> gli dissi, voltandomi verso di lui.
E lo ero davvero.

<<Anche io sono contento di essere con voi, coppia di svitati. E poi, non c'era davvero nulla per me in Carolina. Soltanto brutti ricordi.>>

Lo guardai. Il suo sguardo sembrava davvero sincero. Era felice di restarci accanto.

Tornai ad appoggiare la testa alla spalla dello Sconosciuto, e pensai ancora a Desmond. Avevo davvero voglia di rivederlo, di ringraziarlo per ciò che aveva fatto per Cecile e per me.

Percorremmo ancora qualche miglia, l'aria divenne ancora un po' più fredda e il cielo un po' più azzurro.

Poi, finalmente, li vidi.

I pini altissimi che avevano rapito i miei occhi il primo giorno che ero arrivata a Saint Claire.

Sentii i battiti del mio cuore aumentare. Ero emozionata, in un modo difficile da descrivere.

Stavo davvero tornando nel luogo da cui ero fuggita. Nel luogo in cui la mia vita era cambiata per sempre.

All'improvviso, dopo un paio di curve, lo vidi.

Era un cartello di un verde sbiadito, vecchio, rovinato.

Lessi ciò che c'era scritto sopra, cercando il mio corpo il corpo dello Sconosciuto, il suo calore.

"Benvenuti a Saint Claire"

Erano quattro parole, ma per me significavano tutto.

Sapevo che, questa volta, non sarei più tornata indietro.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora