Buon compleanno, Rose

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Saint Claire.

Ripensarci mi fece tremare. Un insieme di emozioni contrastanti; parole, immagini e suoni che avevano dato a tutto il mio dentro una luce nuova, impossibile da dimenticare.

Avevo evitato di pensare a Cecile durante quelle ultime ore, perché non sarei stata in grado di reggere tutta quell'angoscia, quel peso enorme. Ma sapevo anche che Desmond avrebbe fatto di tutto per salvarla. E per quanto spaventata, avevo fiducia in lui. Ero certa, nel profondo di me, che avrei ricevuto una telefonata. Qualcosa che mi avrebbe fatto capire che erano salvi, che stavano bene entrambi.
Qualcosa che mi avrebbe dato la possibilità di tornare a respirare, per davvero. J o

Guardai Nate, quindi presi in mano il telefono.
Non c'era nessun messaggio. Nulla.

Il vuoto più totale.

<<Devo sapere se Cecile sta bene>> dissi, guardano Nate.

Lui rimase immobile per qualche istante, poi chiuse gli occhi.

Si avvicinò a me, lentamente. Potevo sentire il suo respiro.

<<Dammi la mano>> mi disse, in un sussurro.

Esitai, poi obbedii.

Me la strinse con la sua. La prima sensazione che provai fu un brivido intenso di freddo invadere tutto il mio corpo.
Poi, subito dopo, calore. Un calore immenso. Il colore rosso ovunque, intorno a me.

Vidi in un flash la stanza in cui era tenuta prigioniera mia madre. La stessa della visione che avevo avuto ore prima, quella in cui Desmond combatteva, solo contro tutti.
La stanza di sangue.

C'erano corpi ovunque. Era come se anche io mi trovassi lì dentro.
Il mio respiro incominciò a farsi più affannato, mentre il mio cuore batteva più in fetta.

<<Stai tranquilla, Rose. Andrà tutto bene>> disse Nate, sottovoce.

Superai con gli occhi altri due corpi. Poi, qualche istante dopo, lo vidi.

Desmond, di spalle, la canottiera strappata, le braccia completamente ricoperte di sangue e tante ferite su di sé.
Camminava verso l'uscita, con la schiena diritta. Tra le braccia, teneva un corpo.

Fu un attimo eterno. Un attimo in cui riuscii a vedere perfettamente il volto della persona che sorreggeva con forza.

Cecile.

Sentii il cuore esplodere dal terrore, incontrollabile.

<<Aspetta, Rose. Aspetta>> continuò a dire Nate, senza smettere di toccare il mio braccio.

Lo ascoltai.
Non riaprii gli occhi. Continuai a rimanere immersa in quella visone, ma sentivo l'ansia pulsare nel mio corpo, fin dentro le vene.

Desmond oltrepassò una porta di uscita, e lo vidi mentre, con delicatezza, distendeva il corpo di Cecile a terra.

Si chinò su di lei, ma le immagini erano sempre più offuscate, sempre più confuse. Era come se i colori della visione stessero svanendo, lentamente.

Alla fine, riuscii a vedere bene il suo viso, anche se solo per una frazione di secondo.

Aveva aperto gli occhi.

Era viva.

Desmond ce l'aveva fatta.

Mi portai le mani sul volto, e per la prima volta dopo tanto tempo sentii che tutta la tensione che era cresciuta irrefrenabile in me in quei giorni, adesso si stava allentando.
Era una sensazione bellissima.

Guardai Nate; poi, istintivamente, senza dire nulla, lo abbracciai.

Fu un momento che non avrei mai più dimenticato. La consapevolezza che i miei genitori adottivi erano salvi e il primo abbraccio a mio padre.

Il mio vero padre.

Rimasi così a lungo, e dietro di me, distanti da noi, vidi Mitch, Cameron e lo Sconosciuto che parlavano.

Li guardai mentre stringevo Nate a me, in un gesto che era amore e liberazione al tempo stesso. Un attimo di pace che sapevo sarebbe durato poco, ma per me- in quel momento- fu come se fosse eterno.

Li guardai e mi resi conto che ognuno di loro aveva occupato un posto importante nella mia nuova vita.

Era come se avessi trovato un'altra famiglia, un altro pezzo di casa.

Pensai a Saint Claire, ancora una volta.

Pensai alla ragazza che mi aveva inviato quel video. La nuova ragazza scomparsa.
Pensai alle parole di Nate. Alla minaccia terrificate di cui aveva parlato; a tutte quelle conseguenze che avrebbero portato al nero, al buio, alla fine dei colori.

Pensai a me, al lago, a alle persone che mi stavano cercando. A quel male che si nascondeva ovunque.

Non sapevo che cosa avrei fatto adesso, ma ero pronta per tornare a Saint Claire. E avevo voglia di riabbracciare Cecile, di poter respirare ancora il suo profumo. E volevo rivedere Desmond. Ringraziarlo per tutto ciò che aveva fatto per me.

Non sapevo se sarei stata così forte da sopravvivere a quell'inferno, ma posai ancora gli occhi su Mitch, su Cameron, sullo Sconosciuto.

Provai un'emozione strana, difficile da definire, ed una sensazione straordinaria.

Ero certa che, comunque sarebbe andata a finire, loro sarebbero rimasti al mio fianco.

Era questo, forse, l'amore che non avevo mai scoperto prima di allora?

Non lo sapevo, ma nel profondo di me, speravo davvero di sì.

Nate mi guardò.

All'improvviso, dolcemente,  mi diede un bacio sulla fronte, sorprendendomi.

<<Buon compleanno, Rose.>>

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora