Resta con me

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La strada correva veloce accanto a noi, mentre io continuavo a pensare a che cosa avrei fatto una volta tornata a Saint Claire.
Avrei abbracciato Cecile, perché mi mancava. Mi mancava la sua voce, mi mancavano i suoi occhi. Il suo modo di volermi bene, nonostante anche per lei la vita non fosse più semplice come un tempo.

Avrei cercato Desmond, per ringraziarlo per tutto ciò che aveva fatto per me e per la mia famiglia. Si era messo in gioco, rischiando tutto.
L'aveva fatto davvero per me.

Guardai lo Sconosciuto. Anche lui e Cameron avevano dato tutto. Non sapevo come fosse successo, per quale ragione alla fine il mondo avesse deciso di interessarsi a me, quando per così tanto tempo, in passato, mi ero sentita invisibile agli occhi degli altri. Come se fossi un fantasma o qualcosa di simile.

Era molto tardi e il viaggio verso casa sarebbe durato ancora diverse ore. Pensai alle parole di Nate riguardo la locanda. Aveva detto che lì dentro saremmo stati più al sicuro in caso di pericolo imminente. Io non ne ero tanto certa, però. Ricordavo bene che Joey e Susan erano morte proprio in quel luogo e senza un apparente motivo.

Lo Sconosciuto rallentò, all'improvviso.

C'erano delle luci alla nostra sinistra. Un locale.
Ci guardammo per un attimo lunghissimo.

Avevamo appena superato Mainwood, e forse fermarci non sarebbe stato prudente.
Ma lo Sconosciuto interruppe il flusso dei miei pensieri, quindi mi posò una mano su di una guancia, con dolcezza.

<<È il tuo compleanno, Rose. E non abbiamo neanche festeggiato. Non è giusto. Non deve essere così.>>
Mi sorrise ed io, senza pensarci, feci lo stesso.
Amavo il modo in cui riusciva a farmi sentire con le piccole cose. Frasi normali che improvvisamente diventavano il centro del mio spazio, del mio cervello. Aria nuova da respirare, lontana da tutto il resto.

<<D'accordo>> dissi, in un sussurro.

Cameron, che sul sedile dietro di noi si era addormentato, si svegliò di soprassalto.

<<Che cosa diavolo... >> disse, prendendo la pistola e guardandosi intorno con aria sorpresa.
<<Va tutto bene, Cameron. Ci fermiamo per bere qualcosa. È il compleanno di Rose>> disse lo Sconosciuto mentre mi apriva la portiera per farmi scendere dalla Ford.
<<Bene>> rispose Cameron, senza posare la pistola <<avevo decisamente bisogno di un drink.>>

Sorridemmo e ci dirigemmo verso l'ingresso del locale. Si chiamava Falling Moon, luna cadente. Pensai che fosse un nome piuttosto strano, ma tutto sommato mi piaceva.

Una cameriera ci salutò con un sorriso e ci accompagnò a un tavolo. Ci sedemmo e lo Sconosciuto le chiese di portarci tre birre.
Mi guardai intorno. Le luci erano calde, morbide. C'era una musica country nel locale e qualcuno ballava. Coppie che si tenevano strette, abbracciate.

Pensai a me, al fatto che stessi festeggiando, nonostante tutto, il mio compleanno.
Mi trovavo con due persone che conoscevo da così poco tempo eppure tutto, in me, mi diceva che ero nel posto giusto.

Bevemmo, ed io non riuscii ad allontanare il mio sguardo da lui neanche un istante.
Il mio cuore, che continuava a battere forte, voleva di più.
Adesso, per la prima volta da quando i nostri sguardi si erano incontrati in quella piccola piazza a Saint Claire, finalmente lo sapevo.

Lui all'improvviso si alzò e mi tese la mano.

<<Ti va di ballare sotto queste luci, Rose?>>

Arrossii.

<<Sì>> dissi, <<mi va.>>

Gli strinsi la mano e ci dirigemmo verso il centro del locale, che lentamente stava incominciando a svuotarsi. Era partito un pezzo lento che non avevo mai sentito prima, ma me ne innamorai.
Chiusi gli occhi, avvolsi le braccia intorno al suo collo e lui appoggiò dolcemente la fronte contro la mia.
In un attimo, tutto il resto del mondo svanì.

Mi baciò, ed io ricambiai quel bacio con una passione che non credevo neanche esistesse in me. Sentii il suo calore addosso, e il suo profumo, così diverso da tutti gli altri.

Saint Claire scomparve, gli uomini che avevano cercato di rapirmi scomparvero, il dolore che aveva invaso tutti i miei sensi si dileguò all'istante, come se non fosse mai esistito.

C'era soltanto più lui, il suo modo così perfetto di tenermi stretta a sé, come se al mondo esistessi soltanto più io.

Mi baciò ancora, e con ancora più passione.

Le nostre labbra si staccarono, la canzone finì. Io non riaprii i miei occhi.
Appoggiai la testa contro la sua spalla e strinsi la sua mano nella mia.

<<Resta con me, stanotte>> sussurrai al suo orecchio, lasciando che i battiti impazziti del mio cuore si perdessero tra i nostri respiri.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora