Il fuoco dentro

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Riconobbi le strade che avevo percorso con Cecile il giorno in cui avevo messo piede per la prima volta a Saint Claire.

Erano trascorsi tanti giorni, ma adesso mi sembrava di non essere mai stata via. Respirai a fondo l'aria che entrava dal mio finestrino abbassato e mi resi conto di una cosa. Non ci avevo mai pensato davvero prima, ma adesso mi fu incredibilmente chiaro: Saint Claire aveva un effetto indescrivibile su di me. E la amavo. Nonostante tutto. Era come se fosse nato un legame forte con quella cittadina, indipendentemente dal mio volere.

<<Ho bisogno di vedere Cecile>> dissi, volgendo gli occhi verso lo Sconosciuto.

<<Lo so. Ti sto portando da lei.>>

Era una battaglia persa con lui. Era sempre mille miglia avanti rispetto al punto in cui mi trovavo io. Da un lato ne ero felice, perché il senso di sicurezza che riusciva a trasmettermi era indescrivibile. Dall'altro, però, mi destabilizzava. Era come se, accanto a lui, fossi sempre in bilico tra la perfezione e il caos più totale.

Percorremmo la strada che ci avrebbe portati alla mia nuova, vecchia casa.

Riconobbi i pini, alti e straordinari. Ne riuscivo a respirare il profumo.

In lontananza, oltre quella linea straordinaria di verde, intravidi il lago.
Pensai all'uomo che aveva cercato di rapirmi alla stazione di servizio, sulla strada per Mainwood.
Risentii le sue parole.

Lui ti sta aspettando.

Non sapevo cosa mi sarebbe accaduto nelle prossime ore, ma non volevo pensarci. Se l'avessi fatto, avrei smesso di vivere, di esistere.

<<Davvero un gran bel posto, questa Saint Claire>> disse Cameron, sporgendosi in avanti verso di noi.

<<Ti piace?>> gli chiesi, ricordandomi di quanto felice fossi di averlo accanto.

<<Sì. Ho sempre amato questi posti... Si respira un'aria diversa. Sono profumi che non ritrovi da altre parti.>>

Annuii. Pensavo esattamente le stesse cose.

Qualche minuto dopo, eravamo davanti alla casa.

Aprii la portiera, scesi dalla Ford e corsi verso la porta d'ingresso.
Lo Sconosciuto e Cameron restarono dietro di me, seguendomi.

Bussai con forza contro la porta, suonai il campanello.

Sentii rumore di passi che si avvicinavano dall'interno.

La porta si aprì e finalmente la vidi.

Era ancora più bella di come la ricordassi.

<<Mamma>> dissi, con la voce che mi tremava.

<<Rose...>>

Non aggiungemmo altro.
Ci abbracciammo, e restammo strette l'una con l'altra a lungo.
Ritrovai tutto l'amore che in quegli anni era stata capace di darmi. Tutti i sacrifici che aveva fatto per me, per permettermi di crescere in modo sano, pulito.

<<Rose, tesoro mio.. Mi sei mancata da morire. Come stai?>>

Mi staccai da lei, sorrisi.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora