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Mi sveglio di soprassalto sentendo suonare il mio cellulare.
Dove diavolo l'ho messo?

Devo cambiare suoneria al più presto,sembra un allarme antincendio.
Uno dei motivi la quale mi sono svegliata...
in tutta questa confusione potrebbe essere ovunque.

Ci sono almeno 7 scatoloni nella mia stanza come faccio a trovarlo?
"Il telefono!!" Urla mia madre con voce irritante.
"Si!" Dico.
Non avendo altra scelta decido di pizzarmi davanti a ogni scatola e mettere l'orecchio in essa per capire dove sia.

Eccolo!
"Era oraa!!" Dice Daisy dall'altra parte del telefono.
"Stavo cercando il cellulare scusami, come stai?" Dico sedendomi sul letto.
"Bene,com'è la nuova casa?" dice.

Non so perchè ma provo una stretta allo stomaco.
"Bellissima, ma credo si possa definire un palazzo dato che è il doppio di quella di prima..." ironizzo. Lei ride.

Quella risata mi scalda il cuore..
Mi manca già... neanche 24 ore che già si sente la sua mancanza.

"Ti passo Filippo aspetta!!" dice gasata, mi spunta un grande sorriso in faccia.
"Ciao Jenny, come stai?" Sento in sottofondo le voci dei miei compagni di classe.
"Bene e voi?"
"Ti vogliamo bene!!!" Sento dire all'unisono.

Sorrido. Sono dolcissimii.
Sembra che questa semplice telefonata ti riporti magicamente a casa.
Cominciano a scendermi le lacrime solo il ricordo di quella vita...

I miei migliori amici sono per me tutto,mi sono sempre stati vicino, abbiamo sempre affrontato tutto assieme. Ormai siamo diventati come una famiglia. È difficile trovare un momento in cui qualcuno se ne fregava dell'altro. Ed adesso è altrettanto difficile stare senza di loro.

"Mi mancate tantissimo ragazzi..."dico trattenendo le lacrime che rigano il mio viso.
"Anche tu! Come ci si sente a stare a Los Angeles?" chiede Josh.
"Beh... diciamo che..come città non è niente male..è davvero bella, soltanto che non mi sono ancora ambientata... mi sento un pesce fuor d'acqua ecco..." ridono.

"È normale,credo che dopo esserti sistemata,abituata un pò a certe cose ti piacerà stare lì!!" Dice euforico.
Lo spero...
"Grazie, davvero... lo dici con così tanta sicurezza che mi stai quasi convincendo." Mi asciugo le lacrime.
"Passamelaa!" esclama Daisy.
"Magari incontrerai un gran fico e ti farà cambiare idea su tutti i tuoi pensieri negativi!" aggiunge.

"Puó darsi!" rido.
"Naturalmente saró la prima a cui lo dirai eh.." dice un'altra mia amica.
"Certo!"

Restiamo a chiaccherare ancora un pò quando sento mia madre strillare dal piano di sotto.
A questa cosa mi sono già abituata.
"Che c'è!" Dico isterica.
"Sei pronta? Dobbiamo andare a visitare la città!"
"Ehm... dobbiamo?" Dico incerta.
"Si!"
Saluto i miei amici e scendo.

"Allora facciamo una cosa, mentre tu ti prepari e fai colazione io vado a farmi una corsetta fino al campo sportivo,okay?" propone mia madre.
Lei è una grande sportiva e ama fare attività fisica. Ha partecipato ad alcune gare,nuoto,pallavolo, gare di ciclismo ecc. il mio contrario.

"Va bene, a dopo!" mi da un bacio ed esce.
Salgo su e passo dal lungo corridoio e vedo la stanza di mia madre pulita e ordinata e accanto alla sua,la mia, il perfetto opposto.

Quanto la sua perfetta, quanto la mia polverosa e disordinata.
Giro la testa a scatti: camera mia, camera sua, camera mia, camera sua.

Tutto è in disordine...la stanza e i pensieri.
Sbuffo e comincio ad aprire gli scatoloni uno ad uno per capire quale sia il contenuto dei vestiti.
Esco fuori una felpa bianca dell'Adidas, dei jeans strappati e delle Vans nere.

Guardo dalla grande vetrata che il cielo è limpido e c'è il sole. Ma nonostante ció fa freddo.
Scendo. Rimango molto delusa perchè nel frigo non c'è proprio nulla da mangiare.
Cosi prendo dei soldi ed esco intenta a cercare di una caffetteria per fare colazione.. ma c'è un piccolo problemino... non ho la più pallida idea di dove si trovi.

Come odio sentirmi spaesata. È come se fossi una piccola formica in cerca di cibo e che non ha la minima idea di dove andare in uno spazio così grande.

Per mia fortuna avanzo ancora un pò percorrendo diverse stradine, e attirata dalla confusione, decido di andare a mimetizzarmi tra la folla per prendere qualche autobus.

Per mia fortuna la caffetteria è a pochi metri più in là, e cercando di non pensare al fatto che stavo prendendo l'autobus per andare chissà dove, adesso sono arrivata a destinazione.
È un'ampia caffetteria, ci sono molti tavoli ma con poche persone all'interno.

"Un cappuccino grazie.." dico. Vado per sedermi quando...

Non eri nei miei piani.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora