Capitolo 1

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L'aria afosa di Luglio mi investe in pieno non appena esco da casa mia. L'estate è tutt'altro che la mia stagione preferita, la maggior parte delle persone della mia età ama l'estate, ama il mare, la spiaggia, il sole. Io posso dire che in tutti i miei diciotto quasi diciannove anni di vita non ho mai particolarmente amato l'estate. Si, certo, amo il mare, è un po' come se fosse il mio habitat naturale, il mio elemento come si suol dire, però tutto il resto lo amo un po' meno, come per esempio tornare a casa dopo una giornata di mare e ritrovarmi la sabbia dappertutto e quando dico dappertutto, intendo dappertutto.

«Signorina Arya Reid, può di grazia prestarmi attenzione?» mi risveglio dai miei pensieri non appena la mia migliore amica, Blanca, mi schiocca le dita davanti agli occhi.

«Si, scusami, stavi dicendo?»

«Che devo la vita a tuo padre per averci dato questo lavoro, davvero, non ne potevo più delle continue lamentele di mio padre sul mio non far

nulla.» borbotta guardando davanti a se, mentre entrambe percorriamo la strada per andare a lavoro.

Si, mio padre ci ha proposto di lavorare nella sua palestra, è un allenatore e insegnante di boxe, io e Blanca ci limiteremo a fare le pulizie, assistere qualcuno di tanto in tanto e prendere appunti su non so esattamente cosa.

«Vediamo prima cosa ci aspetta, poi sei libera di dargli la vita.» le dico sarcastica per poi ridere subito dopo, lei mi segue a ruota.

Reid's, così si chiama la palestra di mio padre Stephan, si, ha una splendida fantasia per quanto riguarda i nomi...

"La palestra è mia, dunque sarà di famiglia, perciò dovrà portare il nostro cognome", disse quando prese in gestione l'attività, perciò contento lui, contenti tutti.

Con le mani che mi sudano, entro nella palestra seguita da Blanca, non è la prima volta che metto piede qui dentro, ma non ci venivo da circa un anno, non è cambiato molto, a parte il fatto che è decisamente più moderna dato che papà la ristrutturata da qualche mese.

Noto subito che ci sono parecchi uomini, più di venticinque a occhio e croce. Beh, in realtà è per soli uomini questa palestra, allena ed insegna a uomini dai diciotto ai trentacinque anni, anche sa da un paio di mesi sta pensando di allenare anche le ragazze e fare alcuni corsi di autodifesa.

«Che mi venga un colpo! Sei la figlia di Stephan? La piccola Arya?» mi chiede quello che riconosco essere il vecchio Roger, un uomo sui sessantacinque anni, i capelli neri con qualche chioma grigia qua e là, due dolcissimi occhioni marroni e un sorriso enorme sempre stampato in faccia.

«Si, sono io... Ciao!» lo saluto sorridente ma abbastanza imbarazzata, Blanca si guarda intorno incuriosita con i suoi occhioni marroni da cerbiatta.

«Sei cresciuta tantissimo, non ci vediamo da quanto? Due anni?»

«In realtà un anno ma si, è passato un bel po' di tempo... Sai dove si trova mio padre?» gli chiedo perché non lo vedo da nessuna parte.

«Si, nell'altra sala, sta allenando tre campioni!» mi risponde e sembra davvero entusiasta.

«Ci posso andare?» gli chiedo e lui annuisce subito.

«Sai la strada, vai pure. E' stato un piacere rivederti.» gli sorrido calorosamente.

«Anche per me, Roger.» gli rispondo e faccio cenno subito dopo a Blanca di seguirmi.

Abbiamo parecchi paia di occhi puntati addosso perciò entrambe cerchiamo di far finta di niente, fosse facile. Non appena apro la porta della sala in cui si trova mio padre, il primo ad alzare lo sguardo su di noi è proprio lui, interrompendo subito dopo ciò che stava facendo.

Io e Blanca guardiamo attentamente i due ragazzi sul ring, il terzo è accanto a mio padre, forse sta aspettando il suo turno. Il primo ragazzo è alto, ha i capelli e gli occhi scuri, la corporatura normale e dei tatuaggi sparsi qua e là, molti di questi però sulla gamba destra.

Il secondo cattura particolarmente la mia attenzione, ha gli occhi chiari e i capelli castani, è alto più dell'altro ragazzo, ha il corpo ben allenato e non eccessivamente muscoloso, è ricoperto di tatuaggi dappertutto, credo non abbia più spazi liberi per farseli, faccia a parte, ma lì non ne ha. I pantaloncini rossi gli stanno benissimo e il suo sguardo è davvero... particolare.

«Piccolette, siete arrivate.» mio padre con un sorriso si avvicina a me e Blanca.

Sono praticamente identica a mio padre, la sua copia esatta al femminile, stessi capelli biondi, stessi occhi azzurri, gli somiglio anche abbastanza caratterialmente, fortunatamente direi, dato che mio padre è un bell'uomo, sia dentro che fuori.

«Ciao Blanca.» papà saluta la mia migliore amica con un sorriso, dopo aver dato un bacio sulla tempia a me, Blanca è decisamente troppo impegnata a guardare il primo ragazzo che abbiamo visto sul ring.

Poso il mio sguardo incuriosito sul ragazzo che stava accanto a mio padre, è biondo, ha gli occhi marroni, abbastanza alto e decisamente ben allenato anche lui, noto anche che apparentemente non ha tatuaggi.

«Ragazzi, loro sono Arya e Blanca.» mio padre indica prima me e poi la mia migliore amica «Lavoreranno qui da oggi, perciò trattatele bene.» dice ai tre ragazzi che annuiscono, il ragazzo che ha attirato la mia attenzione prima sembra tutt'altro che interessato a quel che sta dicendo mio padre, alla nostra presenza «Arya è mia figlia.» aggiunge infine papà facendomi alzare gli occhi al cielo.

In pratica ha detto loro "Non azzardatevi a toccare la mia bambina, neanche per sbaglio", ancora non ha capito però che la sua bambina è decisamente cresciuta.

«Ciao!» saluta subito Blanca con la mano, ha un sorriso enorme stampato in faccia, «Ti adoro, ti adoro, ti adoro!» mi sussurra all'orecchio, io le tiro una leggera gomitata per farle capire di contenersi.

«Ragazze, loro sono Drake Coleman.» indica il ragazzo biondo, «Dylan Kutcher e Grayson Walker.» indica per primo il ragazzo che ha attirato l'attenzione di Blanca, poi il ragazzo che ha attirato la mia di attenzione «Bene, fatte le presentazioni voi continuate pure ad allenarvi.» dice ai ragazzi, poi guarda me e Blanca «Voi invece venite con me, vi mostro alcune cose da fare.»

Beh, dopotutto non sarà poi così male lavorare per mio padre.

Lezioni d'amoreWhere stories live. Discover now