Capitolo 2

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Il primo giorno di lavoro nella palestra di mio padre sta procedendo tranquillamente direi, Blanca ha pulito le docce, io ho pulito i bagni –non tanto messi male, per mia fortuna-, abbiamo tolto qualche attrezzo di mezzo, tutto normale insomma, niente di troppo faticoso, anche perché non avrei retto, non tanto per la fatica ma se ci fosse stata tanta sporcizia, così come non avrebbe retto neanche Blanca.

Visto che abbiamo finito prima con grande sorpresa di mio padre, quest'ultimo ci ha invitate a guardare l'ultimo allenamento di questa giornata, io e Blanca abbiamo accettato subito, perché? Semplice curiosità.

La vista che mi si para davanti è Grayson Walker che si allena con un altro ragazzo che non conosco.

Grayson è... non ho parole per descriverlo, sa fare decisamente bene quello che fa e si vede che ci mette molta ma molta rabbia, il che mi spaventa e mi porta a preoccuparmi leggermente per il suo avversario, che sembra prendere il tutto solo come un gioco, un allenamento amichevole, cosa che non si può dire di Grayson. I suoi occhi chiari sembrano leggermente più scuri, velati, ha lo sguardo perso, quasi come se non fosse qui con noi.

  «Grayson, può bastare.» mio padre alza la voce per farsi sentire, ma Grayson fa tutto il contrario, continua a dare pugni a quel ragazzo che sembra conciato piuttosto male e che cerca di parare come meglio può, «Walker, basta!» urla adesso mio padre, facendolo risvegliare dal suo stato di "trance", il grigio azzurro dei suoi occhi ritorna ad essere normale.

    «Sei uscito fuori di testa? Non sono io il nemico!» gli urla contro il ragazzo con l'occhio leggermente violaceo.

E proprio mentre mi aspetto che Grayson si scusi, lui fa tutt'altro.

«Ho immaginato che lo fossi.» gli dice solo e fa per andarsene, mio padre però gli si para davanti.

«Devi imparare a gestirti e porti dei limiti, Walker.»

Grayson non risponde, gli lancia un'occhiata e va verso gli spogliatoi.

Papà mi dice che dovrà rimanere in palestra un altro po' per alcune carte da firmare e rivisionare, perciò saluta me e Blanca per poi andare nel suo ufficio.

«Hai visto? Sembrava volesse ucciderlo.» Blanca sembra quasi sconvolta dalla scena e se non la conoscessi bene direi che lo è, ma non è così, le piace solo fare del dramma su tutto, come me daltronde.

«Quanto sei esagerata Bibi.» alzo gli occhi al cielo facendola ridacchiare.

«Dimenticavo che tu sei difficilmente suggestionabile Aryetta.» mi prende in giro in modo affettuoso lei.

«La smetti di chiamarmi in questo modo osceno?» la guardo male, per quanto possa riuscirci.

«Blanca.» entrambe ci voltiamo verso il ragazzo che l'ha chiamata, ovvero Dylan.

«Dylan, ciao!» risponde lei, sorridendo esageratamente.

Se continua a sorridere così, Dylan potrà farle una panoramica.

«Io e i ragazzi andiamo a bere qualcosa al bar qui vicino, ti va di venire con noi?» le chiede, poi si accorge di me e mi guarda «Puoi venire anche tu sei vuoi, se tuo padre te lo permette.»

Se c'è una cosa che mi da fastidio sono le persone che pensano che io faccia tutto ciò che mi dice mio padre, come se fossi una marionetta.

«Sono grande abbastanza da decidere da sola cosa fare.» ribatto incorciando le braccia al petto, lui mi fa un sorrisetto divertito.

Cosa ci trova di divertente?              

«Per me va bene, per te Arya?» mi chiede la mia migliore amica, pregandomi con gli occhi, perciò mi limito ad annuire, trattenendomi dallo sbuffare.

«Va bene anche per me.» mormoro cercando di non tirarle i capelli davanti a lui.

«Okay, allora ci vediamo dopo fuori dalla palestra, devo solo aspettare l'altro mio amico, ci metterà massimo cinque minuti per finire di preparasi.»

Amico? Di che amico sta parlando?... Ah si, aveva detto che ci sarebbero stati anche i suoi amici.

Non appena Blanca ed io usciamo fuori la guardo malissimo, lei mi rivolge un sorrisetto dolce per comprarmi, cosa che quasi sempre riesce a fare.

«L'hai conosciuto quando? Poche ore fa? E già accetti di uscire con lui e i suoi amici?» le chiedo con il mio solito fare da mammina, ci tengo troppo a lei e cerco sempre di proteggerla, così come fa lei con me.

«Lo conosco, cioè abbiamo parlato. E' un tipo a posto. Mi è simpatico.» sta quasi balbettando e io capisco che molto probabilmente Dylan già le piace, esteticamente certo, dato che ancora non lo conosce.

«Lui ti piace.» lo dico quasi come se la stessi accusando di un crimine.

«E' un bel ragazzo, non si può negare.»

Ci zittiamo non appena Dylan esce dalla palestra con niente di meno che Grayson Walker al suo fianco e il loro amico, mi pare si chiami Drake.

«Loro che ci fanno qui?» chiede Grayson senza emozione alcuna nella voce.

E che gran bella voce oserei aggiungere.

«Noi tre andiamo a bere qualcosa con queste due belle ragazze per festeggiare il loro primo giorno di lavoro.» risponde Dylan, rivolgendoci un sorriso.

«Per me va bene, basta che muovete le chiappe. Rachel mi sta aspettando al bar.» borbotta scocciato Drake, mentre legge qualcosa sul suo cellulare.

Chi è Rachel? La sua fidanzata?

«Il tuo paparino è d'accordo?» mi chiede poi, sempre Drake, subito dopo aver alzato lo sguardo dal cellulare per puntarlo su di me, quasi con scherno, io lo fulmino con lo sguardo.

«Come ho già detto sono abbastanza grande da decidere per me stessa, non devo chiedere il permesso a nessuno.» mi trattengo dall'urlare, però il fastidio nella mia voce è percepibile.

«Okay, okay, calmiamo gli animi. Andiamo?» s'intromette Dylan fortunatamente e tutti annuiamo, poi lo seguiamo.

E mentre tutti parlano di non so esattamentebene cosa, io non riesco a staccare gli occhi di dosso a Grayson, non ci riesco proprio e la cosa mi stranisce.

Lezioni d'amoreWhere stories live. Discover now