Capitolo 7

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«Accidenti a te, non ci posso credere! Perché diamine hai accettato?» guardo malissimo Blanca mentre continuo a pulire lo spogliatoio della palestra di mio padre.

«Perché non avrei dovuto farlo?» mi chiede lei sbattendo le ciglia con la sua faccia d'angioletto, finto angioletto in realtà.

«Forse perché Drake mi sta altamente sulle scatole e io a casa sua non ci voglio andare?» urlo frustrata mentre strofino la pezza sulle mattonelle blu.

«Non c'è solo Drake, ci sono anche gli altri, è una festa Arya.» mi spiega lei continuando a lavare per terra.

«Si, una dannata festa a casa dell'irritante Drake, quello mi da il tormento!» borbotto strofinando le mattonelle con più forza presa dal nervosismo.

«Dolcezza, così mi deludi, pensavo ti stessi simpatico.» Drake mi prende alla sprovvista non appena io e Blanca usciamo dallo spogliatoio, mettendo un finto broncio.

Si, lui, Dylan e Grayson, più altri due tizi, si stanno allenando, si, fuori orario e si, Drake ha ascoltato la nostra conversazione.

«Senti, non è giornata, non rompermi le palle.» lo liquido con un gesto della mano e lo stupido se la ride.

«Addio finezza, sei peggio di uno scaricatore di porto.» mi prende in giro poi, ignorando ciò che gli ho appena finito di dire.

Quale parte del "non rompermi le palle" non ha capito?

«Tu faresti perdere la pazienza e la finezza anche ad un santo.» ribatto io guardandolo scocciata.

«Voi due siete comici.» ci dice Blanca ridendo ed io la fulmino con lo sguardo.

«Certo, come no.» borbotto poi sottovoce mentre mi avvicino ad uno dei tanti sacchi appesi.

«Ci adoriamo già.» risponde invece Drake, facendomi alzare per la millesima volta gli occhi al cielo.

Se alzare gli occhi al cielo fosse uno sport, io vincerei sicuramente le Olimpiadi.

«Torna ad allenarti, scansafatiche.» rimango sbalordita quando sento la voce di Grayson, che fino ad adesso non aveva aperto bocca.

Beh, almeno qualcuno qui apre la bocca solo per dire cose sensate, oltre me, sia chiaro.

Spingo leggermente il sacco all'indietro, non si muove di molto dato che praticamente ho messo pochissima forza, quasi nulla.

«Sai a cosa serve?» mi volto quasi spaventata verso la persona che ha parlato e che mi sta letteralmente accanto, ovvero Grayson.

Davvero mi sta rivolgendo la parola?

«A riempirlo di pugni.» rispondo alla sua domanda prima che si scocci e se ne vada.

Ho passato tutta la mia infanzia qui, ho smesso di venirci sempre solo un anno fa, so come funzionano i vari attrezzi e a cosa servono, so come fare alcune mosse e come tirare un pugno senza rompermi il polso, mio padre mi ha insegnato un bel po' di cose.

I suoi occhi chiari sono fissi su di me e mi sento davvero in imbarazzo.

«L'hai mai fatto? L'hai mai riempito di pugni?» mi chiede poi, passandosi una mano nei capelli umidi per via del sudore.

Anche a petto nudo con tutti i tatuaggi –e il suo bellissimo corpo- in bella vista, pantaloncini di tuta, scarpe da ginnastica e sudato, è tremendamente sexy.

«Si.»

«Si?» mi chiede quasi come se non ci credesse.

«Si, l'ho già fatto prima, parecchie volte in realtà, lo facevo spesso.» gli racconto facendo oscillare un'altra volta il sacco.

«Un'idea di tuo padre immagino.» dice e un po' mi fa arrabbiare.

Perché tutti credono che mio padre mi comandi a bacchetta? Non è quel tipo di genitore ed io non sono una marionetta da giostrare.

«Mio padre non decide ogni mia mossa, quindi no, è stata una mia idea.» gli dico subito, lui mi guarda fisso in modo quasi inquietante, un po' come se mi stesse studiando.

«Ti piace questo sport?»

«Sono cresciuta qui dentro, perciò forse un po' per questo, un po' per altro si, ha iniziato a piacermi.» annuisco con la testa «Mio padre mi ha insegnato un po' di cose, poi c'è stato il liceo e ho pensato a studiare più che altro, perciò ho lasciato stare, non che facessi sul serio comunque, mio padre voleva solo insegnarmi a difendermi, tutto qui.» non so perché glielo sto dicendo, non credo che gli interessi in realtà, ma in fin dei conti è stato lui a chiedermelo.

«Sarei curioso di vederti all'opera, bambina.» ed eccolo che riusa quel maledetto nomignolo.

«La smetti di chiamarmi così?» borbotto portandomi dietro all'orecchio una ciocca di capelli biondi che è sfuggita dalla coda.

«Ti hanno mai detto che sei divertente quando ti arrabbi?» mi chiede e sembra che lo faccia di proposito ad infastidirmi, come Drake, solo che quando lo fa lui è abbastanza piacevole, accettabile direi, quando lo fa Drake invece, mi urta al sistema nervoso.

«E a te hanno mai detto che sei più simpatico quando non parli e te ne stai per fatti tuoi?» ribatto scherzando.

«Anche tu te ne stai sempre per fatti tuoi.» mi fa notare, anche se non è del tutto vero, non quando sto con Blanca o mio padre almeno «Ci vieni alla festa stasera?» mi chiede subito dopo, sorprendendomi ancora una volta.

«Non lo so.» rispondo, anche se so quasi per certo che ci andrò.

«Per Drake?» mi chiede ancora, beh, ci ha preso in pieno.

«Finirei per prenderlo a calci nel sedere.» decido di essere sincera al cento per cento.

«E' una scena che non mi perderei per niente al mondo.» sembra divertito, ma non ne sono certa, le sue espressioni facciali sono così... indecifrabili.

«Tu ci vai?» gli chiedo curiosa, sapendo già per metà la risposta.

«Si.» risponde, esattamente come mi aspettavo.

«Bene, forse allora prenderò in considerazione l'idea di venire.» faccio spallucce per non dare troppa importanza a ciò che ho detto.

Avevo già deciso di andarci, in realtà, non lascerei mai andare Blanca da qualche parte da sola.

«Vuoi rivedermi?» mi chiede avvicinandosi un pochino.

Arya non arrossire, contieniti, accidenti a te!

«Ti vedo tutti i santi giorni, Grayson. Dalla mattina al pomeriggio, credo basti e avanzi.» mento spudoratamente, vorrei vederlo a tutte le ore del giorno, perché diciamocelo, Grayson Walker è una gran bella visione.

Ma a cosa sto pensando? Devo smetterla, neanche lo conosco!

Sul suo viso appare un mezzo sorriso divertito che però non coinvolge gli occhi, come sempre.

«A stasera allora, bambina.» mi fa un cenno del capo e ancora una voltami lascia da sola senza neanche darmi il tempo di dire una parola.

Lezioni d'amoreWhere stories live. Discover now