Capitolo 4

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Louis's pov:
Tra poco viene Celeste, la mia fidanzata, a cena qui e sono preoccupato che i miei fratelli possano combinare qualcosa.

Io: -Allora avete capito? Non combinate casini che ci tengo-
Manuel: -Si, non ti preoccupare-
Io: -James, mi raccomando a te- dico severo
James: -Ma perché sempre io?-
Io: -Perché tu fai sempre i guai in questa casa-

Mentre faccio per andare in cucina mi sento chiamata da David.

David: -Louis io tra poco devo uscire non ci sono-
Io: -Devi proprio David, ci tengo che tu la conosca, poi per una sera che non esci non succede nulla anche per stare un po' tutti insieme- dico cercando di convincerlo
David: -Ho detto che esco!- dice arrogante

David sin da quando era piccolo ha avuto un brutto carattere e purtroppo da quando è tornato dal collegio con lui non ho mai avuto un pugno di ferro, a volte lo lasciavo da solo senza dargli attenzioni visto che c'erano gli altri tre più piccoli e penso che con tutto quello che ha passato non gli importi nulla di noi.
Anche avendo un po' paura di come possa reagire decido di non farlo uscire.

Io: -No David tu resti qua! Ora fila in camera tua e cerca di moderare i termini, intesi?-

Lui mi guarda stringe i pugni e corre verso la porta uscendo di casa, lo sapevo che avrebbe reagito in questo modo, spero che non combini niente.

Alex: -lo vado a prendere!- dice arrabbiato
Io: -No! Lascialo stare è grande e trornera da solo, capirà dove ha sbagliato non ti preoccupare- dico sperando che sia così
Alex: -Ma...Louis, sai com'è David-
Io: -Lascialo fare, non ti preoccupare- dico sorridendogli
James: -Allora esco anche io- dice alzandosi da divano avvicinandosi alla porta
Io: -Mon ti azzardare altrimenti le prendi!- dico freddo
James: -V-Va bene- dice tornando sul divano impaurito dal mio tono

*Bussano il campanello*

Dev'essere Celeste, speriamo vada tutto bene.

David's pov:
Pensavo che nel momento della mia reazione Louis o qualcun'altro fosse venuto dietro di me per farmi tornare a casa, questa per me è stata l'ennesima conferma che ai miei fratelli non importo nulla, forse è meglio che vado via da loro, sono solo un peso.
Lo so che non ho mai dato un peso ai miei fratelli, cercando sempre di starmene per i fatti miei ma il fatto è che vorrei un po' di attenzioni, quelle che fino ad ora non ho avuto è tutto ciò che faccio è per attirare solo un po' d'attenzione ma sembra tutto vano perché non conto nulla per nessuno.

Sono le 20.45 e non so dove andare, sono in giro e nessun posto dove potermi rifugiare, così decido di chiamare Kevin, un mio amico.

*Telefonata*

Kevin: -Oi David cosa c'è?-
Io: -Sei a casa?-
Kevin: -Si, ma perché mi hai chiamato?-
Io: -Posso venire da te, così ti spiego- dico triste
Kevin: -Certo, ti aspetto!-

*Fine Telefonata*

Stacco la telefonata e mi incammino andando da Kevin.

Arrivato fuori casa sua entro è salito la sua famiglia dopodiché vado con lui in camera sua.

Kevin: -Avanti dimmi tutto- dice stendendosi sul letto
Io: -Lo sai quello che penso sui miei fratelli, questa sera ho avuto l'ennesima conferma che è tutto vero- dico stendendosi anche io sul letto di fianco a lui mentre cerco di trattenere le lacrime
Kevin: -David guardami- dice asciugandomi una lacrima
-Se i tuoi fratelli non ti volevano m, Louis sarebbe mai venuto a prenderti al collegio per portarti a vivere con lui?-

Io rifletto su ciò che dice perché non ci avevo mai pensato a questo.

Kevin: -Vedi- mi risponde sorridendo dopo il mio silenzio
Io: -So che non l'ho mai detto neanche a te che sei il mio migliore amico e che sai tutto ma proprio tutto di me, ti voglio bene- dico abbracciandolo
Kevin: -Anche io ti voglio bene, ora penso sia ora di tornare a casa che ne dici?-

Io annuisco e vado verso la porta accompagnato da lui.

Io: -Ci vediamo domani, grazie ancora-
Kevin: -Figurati- dice abbracciandomi

Kevin ha un anno in più di me, l'ho conosciuto al primo anno di liceo mentre lui andava al secondo anno, devo dire che subito ho fatto amicizia e posso dire che tra noi è amicizia vera perché mi ha sempre aiutato in tutti i miei problemi e so che a lui posso dire tutto.

Corro per la strada pensando di fare presto perché senza pensarci ho rimandato ad una serata che per il mio fratellone è molto importante e io dovrei stargli affianco in questo momento, mi ripeto che sono solo uno stupido che non capisce nulla fin quando non arrivo dinanzi alla porta e comincio a bussare insistentemente fin quando mi vengono Ada aprire.

Johnson's FamilyWhere stories live. Discover now