CAPITOLO 2

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La mattinata passò in fretta e arrivó l'ora della pausa pranzo

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La mattinata passò in fretta e arrivó l'ora della pausa pranzo. Fortuna che c'era un bar perché mi ero completamente scordata di portarmi qualcosa da mangiare. Entrai nell'edificio posto a fianco alla struttura più grande e mi trovai immersa in un'odorino piacevole di focaccia appena sfornata. Un piacere per il mio olfatto. Sorpassai i vari tavoli e raggiunsi il bancone bar dove a servire c'era una ragazza dai capelli rossi che mi ricordavano quelli della Sirenetta.
C'era molta scelta devo dire, tra insalatone, panini di tutti i tipo, focacce, pizze, ma anche insalate di riso e pasta fredda. Credo proprio che qui mi troverò davvero molto bene. Il mio palato mi ringrazierà un giorno.
Ordinai una focaccia farcita con una bottiglietta d'acqua e poi presi posto in uno dai tavolini più piccoli.
Non sapendo che fare decisi di aggiornare Lara su tutto quello che fosse successo. Lei era l'unica con cui riuscivo ad esprimermi pienamente, e poi avevo bisogno di sfogarmi con la mia migliore amica. Devo raccontargli tutto. Sblocco il telefono, andando sui preferiti e schiacciando il suo nome. Lara è la luce che illumina i miei pensieri negativi, senza di lei non saprei che fare ed ora ero consapevole che solo sentendola sarebbe stata capace di ritirarmi su e snebbiare tutti i miei dubbi.
"Ehi crocerossina, come sta andando da quelle parti?" Rispose allegra.

"Fin ora tutto bene. Ho conosciuto il responsabile dell'area medica, un mio collega, molto carino tra l'altro, il receptionist, il mister e visto i calciatori in azione. E poi ovviamente mi hanno fatto fare il giro di tutto milanello e devo dire che è un posto magnifico. Ti ci dovrei portare" dissi al settimo cielo.

"Wow Sole. Tu non sai quando io sia fiera di te che realizzi i tuoi sogni"

"Lo so. E so anche che pure tu ce la farai un giorno. Bisogna continuare a lottare per i propri sogni. Me lo hai insegnato tu Lala" Lala era un piccolo soprannome che gli avevo dato fin da quando andavamo all'asilo insieme, ovvero quando non riuscivo ancora a pronunciare la lettera R.

"Sempre" sentí sorridere dall'altro lato del telefono. " ma allora, hai detto che hai un collega sexy? Come si chiama?"

"Si chiama Edoardo e non ho detto che è sexy, solo che è carino. Per ora l'ho visto solo una volta, anche se penso che diventerà un'abitudine vederlo dato che il suo ufficio è di fianco al mio" mentre parlavo guardai verso la porta da cui ero entrata poco fa e notai che diversi calciatori stavano entrando.

"Ma com'è lui? Non intendo di estetica?"

"Sembra un ragazzo alla mano e molto disponibile. Poi non ci ho parlato più di tanto questa mattina. Spero di legare con qualcuno qui dentro o finirei per morire in una fossa scavata da uomini forzuti e muscolosi" risi scherzando guardando sempre i calciatori al bancone che ordinavano.

"E i calciatori come sono? Li ho stolkerati un po' su Instagram dopo aver finito di mettere in ordine i documenti dalla A alla Z e devo dirti che sei proprio fortunata. Insomma l'hai visto quel figo di Oliver Giroud? E Leao? Oddio ha un sorriso da sballo" mi venne da ridere a quelle affermazioni. Nonostante fosse fidanzata da ben 5 anni con Matteo non aveva resistito nel cercare i calciatori che io avrei visto probabilmente per il resto dei miei giorni lavorativi.

-Sunshine- Christian PuliscWhere stories live. Discover now