CAPITOLO 9

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Quella mattina fui svegliata da una sensazione strana

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Quella mattina fui svegliata da una sensazione strana. Qualcosa che mi solleticava la guancia destra. Aprì gli occhi e notai che quel prurito era opera della barbetta del ragazzo che avevo affianco. Inarco i lati delle labbra verso l'alto guardandolo dormire, mentre le sue muscolose braccia mi avvolgevano. Era giorno. Lo intuì dal raggio di sole che filtrava tra le tende scure della stanza ed illuminava il soffitto. Cercai di muovermi senza svegliarlo ma fu un vano tentativo perché appena lo sfiorai, vidi le sue braccia stiracchiarsi verso l'alto e poi le sue mani stropicciare il suo volto stupendo. Aprì gli occhi e pensai che la prima cosa che vide sta mattina fui proprio io.
"Buongiorno. Scusa non volevo svegliarti" dissi infilandomi la sua maglia che era finita sul comodino la sera prima.

"Buongiorno Sunshine. Che volevi fare? Svignartela per caso?" Mi prese la mano tirandomi a se e io stetti al gioco.

"Forse. Ma solo perché non volevo svegliarti"

"Che fretta hai? Ormai sono sveglio. Vieni qui" feci come ordinato e posai la mia testa sul suo petto nudo e caldo. "Spero tu abbia dormito bene" mi prese una ciocca di capelli e se la fece girare tra le dita.

"Molto" sorrisi mentre gli accarezzavocon le dita l'altro braccio, che aveva posizionato sulla mia pancia. Nel farlo notai il suo braccio pieno di tatuaggi, ma il mio preferito era quello della tigre, che ricopriva gran parte di esso. Ad affascinarmi erano quei due grandi occhi felini e per un momento pensai che rappresentassero proprio Christian in azione. In azione in campo naturalmente.

"Io un po' meno sai. Ad un tratto hai iniziato a russare pesantemente e non riuscivo più a prendere sonno" mi prese in giro.

"Ehi" mi voltai verso di lui. "Io non russo antipatico" lo guardai facendo la finta offesa. Sapevo stesse scherzando.

"Tranquilla lo so che non te ne rendi conto" continuò per lo stesso verso.

"Che cosa hai detto?" presi il cuscino su cui avevo dormito quella notte e glielo lancia in faccia.

"Okay okay. Non è vero. Mi vuoi per caso soffocare?" Disse ironico.

"Non ti azzardare a dire ancora che russo"

"Va bene, non lo farò. Però ti continuavi a muovere. Lo sai che scalci" riprese a scherzare.

"Christian stai facendo di tutto per far sì che io ti lasci qui da solo" dissi divertita cercando di sembrare seria.

"No, d'accordo. Dai vieni qui" ritornammo alla posizione iniziale di quella mattina. "Comunque dormivi come un angioletto" mi diede una bacio sulla testa e io dopo quella dolce frase mi girai e lo abbracciai.

Mi sentivo al sicuro in quel momento, tra coccole e baci. Era da tanto che non provavo sensazioni del genere. Da quando mi ero lasciata con quel coglione di Gabriel. Anzi da quando quel coglione aveva deciso di non farmele più e trattarmi di merda.
Quella beata sensazione fu interrotta dalla sveglia sul telefono del ragazzo.
" tra circa un'ora dobbiamo essere sul pullman" mi informò.

-Sunshine- Christian PuliscWhere stories live. Discover now