CAPITOLO 10

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Gli ultimi giorni di agosto trascorsero con il mal tempo sulla città di Milano

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Gli ultimi giorni di agosto trascorsero con il mal tempo sulla città di Milano. Questa pioggia ha fatto alcuni danni al mio vicinato che non si aspettava così tanta acqua, i loro garage erano tutti allagati e per tutta la notte hanno lasciato le turbine accese per toglierla e ributtarla in strada. Non si era mai visto un nubifragio così nel capoluogo Lombardo.

Appena mi svegliai e notai il cielo scuro oltre la finestra di camera mia, mi percorse un brivido di freddo a partire dalla punta dei piedi. Guardai l'ora dal telefono e mi accorsi che erano le 8:22 e alle 9 sarei dovuta essere in piazza duomo per fare colazione con Tommaso. Mi continuavo a chiedere perché volesse ogni volta mangiare in luoghi così costosi. Insomma si poteva fare benissimo sotto il bar di casa mia. Era così comodo. Però vabbè, decisi di accontentarlo.

Indossai una maglietta bianca a maniche corte, dei jeans neri,  un blazer nero e completai il tutto con dei dottor martens. Presi l'ombrello e raggiunsi la fermata della metro che distava di cinque minuti dal palazzo nel quale vivevo. Arrivata in duomo lui era già li, in giacca e cravatta, che mi aspettava sotto i portici del lato sinistro, vicino alla Rinascente per farci capire. Ci salutammo con un bacio sulla guancia, anche se mi sembrò che il suo intento era quello di sfiorarmi le labbra. Mi fece strada all'interno del negozio, raggiungendo l'ascensore e arrivando poi all'ultimo piano, ovvero quello dedicato al cibo e alla zona ristoro/caffetteria.
Ci accomodammo sulla terrazza esterna, ovviamente oggi coperta per il brutto tempo, e poi ordinammo due brioche e due cappuccini. La vista era splendida, con vetrate da cui si vede la meraviglia di statue e fregi che decorano le pareti del più famoso monumento di Milano.
L'atmosfera era incantevole e tutto ciò mi fece scordare tutte le preoccupazioni che avevo. Insomma Tommaso era proprio un ragazzo dal cuore d'oro e inoltre non avevo mai pensato di sedermi in questa terrazza, ma lui mi ci aveva portato. Beh si, forse è meglio del bar sotto casa.
Parlammo del più e del meno, cercando di sviare dall'argomento partita. Tutto ciò che riguardava il calcio e il mio lavoro mi riportava alla mente la folle notte passata con Christian ed era ciò che in quel momento non volevo mi passasse per la testa. Non avrei voluto ferire Tommaso in alcun modo. Anche perché non sapevo nemmeno io quello che provavo in quel momento. Però con Tom era tutto più semplice e in quell'istante ne ebbi la prova.

"Vorrei invitarti a cena questa sera ma mi sono informato sulle partite di campionato e temo che tu sia già impegnata" che carino. Si è interessato di quello che devo fare. Che non è che devo fare chissà che cosa, dovrei solamente lavorare.

"Già. Sta sera si gioca in casa"

"Beh sai almeno non devi stare in giro per più giorni"

"Si certo, questo è vero" lo guardai sorridendo e mentre lui ricambiava mi venne un'idea "aspetta. Che ne dici se per sta sera ti procurassi un biglietto in tribuna rossa?"

"Potresti?" Mi chiese scioccato.

"Non penso sia un problema. Insomma faccio parte dello staff praticamente. Per un biglietto non penso facciano storie" feci spallucce.

-Sunshine- Christian PuliscWhere stories live. Discover now