CAPITOLO 38

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È una fredda sera di uno degli ultimi giorni del mese più corto dell'anno, febbraio

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È una fredda sera di uno degli ultimi giorni del mese più corto dell'anno, febbraio. Il weekend si sta per concludere e io non ho ancora portato a termine il mio compito: quello di lasciare Christian. Questa cosa mi spaventa parecchio. Già immagino di svegliarmi una mattina, convinta di avere al mio fianco lui, ma senza trovarlo. Ormai mi sono abituata alla sua figura presente nella mia quotidianità, e anche se magari passava un giorno senza che ci vedessimo, io lo sentivo sempre affianco a me. Lui non mi lascia sola. Ora però forse lo farò io. Ovviamente non ne vado fiera, ma la paura che qualcuno possa fare del male a lui, o a Lara, Andrea e a tutti coloro a cui voglio bene, così come è successo ad Achi, mi terrorizza immensamente. L'unica cosa che posso fare, è sperare che questa cosa si risolva da sola, ma finché non scoprirò chi è colui che mi perseguita, dubito sarà così semplice.

Ora mi trovo nello stadio Meazza di San Siro, per la partita Milan-Atalanta. Sto entrando nelle tribune con Edoardo e Marco, tenendo strette tra le mie braccia le cartelle cliniche di alcuni calciatori. Dobbiamo portarcele ogni volta, come sicurezza, nel caso succeda qualche casino o venga fuori qualche questione sanitaria.
Prendo posto nel settore riservato a noi medici, vicino al campo e in attesa che arrivano i calciatori a scaldarsi scorro i post della pagina iniziale su Instagram. Sorrido quando vedo l'ultima raccolta di post di Lara. È composto da una serie di foto che ci sono state scattate durante la Milano fashion week, in particolare durante la sfilata di Valentino, in cui sono stati presentati alcuni suoi modelli.

Ad un tratto sento una mano posarsi sulla mia spalla. Convinta fosse Chris mi viene un brivido, ma quando alzo lo sguardo vedo la figura di Gianluca Scamacca che mi sorride.

"Ciao" dico sorpresa, spegnendo il telefono e alzandomi dal mio posto per salutarlo.

"Ciao. Scusami non volevo prenderti così alla sprovvista"

"Oh no tranquilla. Non stavo facendo nulla di importante. Come stai?" Chiedo con un lieve sorriso. Ricordo il nostro ultimo incontro in quel bar e mi sento in colpa per come lo avevo accusato di essere la persona che mi perseguitava e che mi perseguita tuttora.

"Non c'è male, a parte l'ansia pre partita. Tu? Hai risolto con...beh ci siamo capiti" dice guardandosi intorno per controllare che nessuno fosse nei paraggi.

-Sunshine- Christian PuliscWhere stories live. Discover now