CAPITOLO 6

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I giorni seguenti proseguirono lisci e senza problemi, tralasciando quando Edoardo mi chiese di quella festa

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I giorni seguenti proseguirono lisci e senza problemi, tralasciando quando Edoardo mi chiese di quella festa. Era venuto a sapere, visitando Theo Hernandez, che durante i loro festeggiamenti ero presente pure io. Per fortuna Theo non sapeva tutto quello che era accaduto ed Edo non mi chiese i dettagli, ma solo di invitarlo la prossima volta che ci sarei stata anche io.
Quel giorno avevo parecchio lavoro da svolgere, tra le pratiche del nuovo giocatore Yunus Musah e il sistemare tutte le altre probabilmente avrei finito più tardi del solito.
Si erano fatte ormai le 18:00 ed ora l'ora della chiusura. Sentì la porta dell'ufficio di Edoardo chiudersi e un rumore di chiavi che veniva verso il mio ufficio.
"Sole stai ancora lavorando?" Mi chiese sulla soglia della porta.

"Si, devo finire di completare alcune pratiche e poi sistemare le cartelle sullo scaffale. Oggi sono leggermente in ritardo" gli diedi uno sguardo veloce per poi tornare sui fogli che avevo davanti.

"Lo sai che puoi finire domani vero?" Mi chiese osservando quello che stavo facendo.

"Certo, ma preferisco concludere il lavoro che ho iniziato oggi. Sai non vorrei dimenticarmi quello che stavo facendo" mi giustificai.

"Certo. Allora ti lascio qui le chiavi della clinica. Se nel caso ti servisse qualcosa hai il mio numero"

"Grazie Edo. Non so cosa farei senza di te"

"Noi non sapremmo cosa fare senza di te Sole. Sei fantastica" il mio collega mi aveva appena fatto un complimento. Che gentile pensai ricambiando il sorriso che mi stava puntando addosso. "Okay ora devo andare. Sta sera ho un'appuntamento che non posso perdermi"posò le chiavi sulla mia scrivania e si avviò verso l'uscita, lasciando la mia porta aperta. Che tipo in gamba pensai.

Mentre concludevo il lavoro vidi alcuni dei giocatori passare per il corridoio, e salutarmi prima di andarsene. Capitava che alcuni di loro rimanessero fino a tardi. Alcuni rimanevano in campo, altri in palestra o ci impiegavano semplicemente un po' di più per farsi una doccia.
Bene stampai le ultime pratiche del nuovo calciatore, misi una firma veloce per indicare che quelle erano state fatte e controllate da me, inserendole poi nel proprio fascicolo ed infine mi mancava solo sistemare le cartellette di ogni giocatore in ordine alfabetico nel piccolo ripostiglio degli archivi, che non era poi così piccolo.
Presi il primo mucchio tra le braccia e poi uscendo sul corridoio mi scontrai con qualcuno che stava per entrare nel mio ufficio. Pensai fosse Marco, ma riconoscendo la voce e la lingua con cui l'ignoto parlava non era lui. Era Christian.
"Scusa scusa" disse reggendo me e la pila di cartellette. "Ti serve una mano?" Mi chiese appena riuscì a guardarlo in viso.

"No grazie. Me la cavo benissimo da sola" ripresi il mio tragitto verso la stanza che distava solo di pochi metri. Quando tornai indietro per prenderne altri pó mi accorsi che non ero ancora sola. Lui era nel mio ufficio.

"Vedo che ne hai altri. Sicura che non vuoi che ti aiuta? Sai finiresti molto prima."

"Visto che insisti" feci spallucce. "Se vuoi puoi prendere quelli" indicai la pigna di cartellette più alta.

-Sunshine- Christian PuliscNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ