Capitolo 3

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Sono passati due giorni dall' incidente, e fortunatamente lui non si é ancora fatto vivo. Prima di tornare a casa con Cora ci siamo scambiati i numeri, e prima di andarsene se n' é uscito con un "Goditi la tua libertá, perché dopo mi pregerai per riaverla". Adesso sto lavorando e il solo pensare a quelle parole mi fa venire i brividi. Passo lo strofinaccio sul bancone e all' improvviso due braccia mi bloccano, giro lo sguardo e vedo la mia migliore amica sorridere.
"Eva stai sognando di nuovo a occhi aperti?se continui cosí saró costretta a licenziarti ..."Dice fingendo di essere seria, e ormai avrete capito che oltre ad essere la mia migliore amica é anche il mio capo.
"Diana tanto non lo farai mai, visto che sono l' unica che si degna di lavorare decentemente" Esclamo ad alta voce, rivolgendo un occhiataccia a Megan, che invece di portare le ordinazioni ai tavoli si guarda le unghie. Lei scoppia a ridere e io la seguo,mi scompiglia i capelli e dice -questa volta seriamente- "Sul serio, c' é qualcosa che devi dirmi? Sei strana oggi".Sospiro e posando lo strofinaccio le rispondo "La faccenda é abbastanza complicata, quindi é meglio che ti racconto tutto dopo aver finito il turno".
Lei mi guarda con uno strano sguardo e senza dire niente se ne va. Adesso la domanda é "Perché capitano tutte a me? Odio questa situazione, anche se poi (almeno spero) mi porterá ad avverare il mio sogno ...Dopo dovró dire a Diana tutta la situazione e in seguito licenziarmi, mi ucciderá". La voce di un uomo che chiede una birra, mi fa risvegliare dai miei pensieri e cosí con un sorriso gli porto l' ordinazione. Questa si, che sará una lunga serata.

Clayton
Sono passati due giorni, e secondo me sono anche troppi, sorridendo prendo il telefono e inizio a cercare il nome della donna:Evangeline García.

"Evangeline García, domani si presenti in pasticceria alle 9:00 a.m.
-Clayton Boyce
P.s: spero che si sia goduta i suoi ultimi giorni di libertá."

Perfetto, lo invio e butto il telefono sul letto. Mi stendo accanto ad esso e penso ad alta voce "Domani si comincia."

Evangeline
"Ma é una pazzia! Vuoi farlo per davvero? Quell' uomo ti renderá la vita un inferno!"Urla Diana, dopo che gli ho raccontato tutto. Fa avanti e indietro, e urla come se non ci fosse un domani, "per fortuna siamo rimaste solo noi" penso scuotendo la testa.
"Calmati Diana!dovrei essere io quella che grida, ma non lo faccio ... perché ho un piano" dico fermandola, lei mi guarda e mi punta il dito contro " allora non mi hai raccontato tutto, continua".
Sospiro e inizio " Sai che ho sempre voluto fare la pasticciera e bene, questa é la mia occassione, anche se sará molto difficile sopratutto per la natura del mio capo, tu non lo conosci ma é cosí ... insopportabile! Fatto sta, che il mio piano consiste nel fare amicizia con i dipendenti e poi ( magari) farmi notare da qualcuno".
Diana mi guarda pensieriosa, le lancette dell' orologio scandiscono i secondi con il loro suono.
"Piú facile a dirsi, che a farsi" penso ma non mi lasceró abbattere, useró tutte le mie forze per far avverare questo sogno.
Poi velocemente gli dico " e mi licenzio". Alla faccia delle cinquanta sfumature di grigio, qui facciamo cinquanta sfumature di rabbia con tanto di fumo, che esce dalla orecchie.
Passano due minuti in totale silenzio, insomma la quiete prima della tempesta.
" Non ci posso credere e tutto questo per cosa? Per una macchina leggermente ammaccata? Mamma mia!" Urla alzando le braccia al cielo, altro silenzio e poi rassegnata mi dice " va bene perderó una delle mie dipendenti migliori, ma non posso dirti niente, sei la mia migliore amica e dipendente, l' unica cosa che desidero é che tu realizzi i tuoi sogni"
Mi avvicino e l' abbraccio " grazie per la comprensione, quando potró cercheró di venirti ad aiutare, anche solo per venti minuti, sorella". Ci stacchiamo e lei con sguardo serio" se questo Clayton fa qualcosa dimmelo subito, che faró in modo che rimpianga di averti incontrata, perché nessuno fa del male alle mie amiche". Scoppio a ridere e il suono del telefono mi fa smettere, lo prendo e con sguardo cupo leggo il messaggio, Diana mi guarda interrogativa e cosí gli giro il telefono in modo che possa leggerlo.
"Quando parli del diavolo, spuntano le corna" Esclama guardandomi e in risposta gli rivolgo un sorriso.
"Che le danze abbiano inizio"

Battito selvaggioOnde as histórias ganham vida. Descobre agora