Capitolo 36

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Austin
Parcheggio velocemente davanti alla chiesa, scendo ed entro come una furia nell'edificio. Subito riconosco Clayton, che in questo momento si trova di spalle e parla con un altro ragazzo, sicuramente lo sposo.
"Clayton!" Urlo avvicinandomi, lui si gira e appena mi nota il suo volto si tramuta in una maschera di rabbia.
"Che ci fai qui?" Chiede per poi raggiungermi con ampie falcate, e seguito dallo sposo.
"Devi ascoltarmi" rispondo solennemente, dopo queste mie parole mi prende il colletto con stizza.
"Calmati, ci troviamo pur sempre in una chiesa e tra due minuti arriveranno tutti" sussurra il suo amico mettendo una mano sulla sua spalla, ma lui in un secondo se la toglie con una spallata e aumenta la presa.
"Me ne fotto, perché sei qui? Non ti premetterò di far del male a mia figlia e alla mia ragazza" ringhia.
"Non è di me che devi preoccuparti, mi sono tirato fuori da questa cosa molto tempo fa', non ho intenzione di far del male ad Evangeline e alla vostra bambina ... lei non se lo merita e nemmeno tu, ascoltami attentamente Clayton, il nome Jane ti dice qualcosa?" Lui sbianca e in men che non so dica mi lascia andare, "Chi sei in realtà?"
"Sono suo fratello, Clayton, davvero non ti ricordi di me?"
"Non ci credo, ti ricordavo così diverso" dice scioccato, ma dopo un secondo si riprende perché " Parla adesso".
E così passo i seguenti due minuti a raccontargli il piano di vendetta ideato da Derek e da me, purtroppo.
"Quindi stai dicendo che il piano iniziale era quello di soffiarmi da sotto il naso la mia fidanzata?" Chiede Clayton.
"Esatto, ma adesso me ne sono tirato fuori anche perché ripercorrendo tutto non sei stato tu a portare mia sorella Jane al suicidio, e James a fuggire via con un' altra"
"Come è possibile che sia stato incolpato di questo? Io quel giorno ho solo disdetto un appuntamento con Jane, anche se non avrei dovuto farlo" dichiara disperato, poi aggiunge "Cosa vuole fare alla mia famiglia?"
"Il piano B prevedeva di rapire Evangeline e portarla in un altro Stato, facendo in modo che tu non la avresti più potuta vedere e farti credere che fosse scomparsa per sempre, ma ho la sensazione che accadrà qualcosa di orribile" dico a malincuore. Lui sbianca e lo sposo, che si chiama Blake cerca di confortalo.
All' improvviso dal portone principale entrano delle donne, delle coppie e alcuni familiari, da quello che posso vedere. Lo sposo si alza e li accoglie tutti con un gran calore, mentre Clayton ancora non riesce a metabolizzare il tutto. All' improvviso una donna si avvicina a noi e dice
"Clayton, mia figlia ancora non è arrivata? Eppure doveva arrivare prima di tutte noi insieme alla sposa, visto che Diana doveva fare gli ultimi ritocchi al vestito" A queste parole sento il cuore fermarsi, non può essere vero.

Clayton
Il mio cuore si ferma e vedo tutto in modo sfocato, mi sento svenire. Mi alzo in piedi e a gran voce chiamo Blake, che arriva subito.
"Ho un brutto presentimento, ancora non sono arrivate, andiamo a cercare nei locali adibiti alle cerimonie ... forse sono arrivate molto prima e nessuno l' ha notato" e così dopo queste mie parole io, Austin e Blake corriamo verso le suddette stanze e spalanchiamo le porte.
Niente.
Disperato mi lascio scivolare lungo la parete e sento delle lacrime scendere lungo le guance, sento delle mani scuotermi leggermente e quando alzo lo sguardo noto Austin e Blake che cercano di farmi riprendere.
Blake ha lo sguardo cupo e livido dalla rabbia, mentre Austin ha gli occhi lucidi e uno strano colorito pallido.
"Dobbiamo trovare le nostre donne, fratello" mi dice Blake, mentre mi alzo in piedi. Dopo qualche secondo di silenzio, ci giriamo contemporaneamente verso il ragazzo biondo.
"Secondo te dove possiamo trovarle?" Chiedo cercando di mantenere la calma, con mia sorpresa Austin alza lo sguardo e con determinazione dichiara " voglio aiutarvi, sono sicuro che questo è l' unico modo per redimermi, purtroppo non so dove le abbia portate, ma se ci sbrighiamo conosco due depositi in cui lavora Derek".
"Andiamo!" Esclama Blake a voce alta e in men che non si dica ci ritroviamo nella mia macchina.
Sto arrivando, vi salverò!

Evangeline
In meno di venti minuti arriviamo davanti un deposito abbandonato, la limousine si ferma e due minuti dopo delle mani mi costringono a scendere.
"Fai piano! Non vedi che aspetta un bambino?" Urla Diana, mentre scende. L' uomo la fissa con occhi spietati e in men che non si dica le tira uno schiaffo, Diana resta scioccata e con una mano sulla guancia arrossata.
"lo sai quanto me ne frega?" Risponde ironico il nostro aguzzino. Ci prende entrambe per le braccia e ci trascina all' interno del deposito, una volta entrate chiude la porta a chiave e il luogo illuminato solo da poche finestre ci fa da sfondo. Sembra tutto un fottuto film dell'orrore. Ci fa sedere su delle sedie scomodissime e con violenza ci lega le braccia dietro la schiena, con delle corde strettissime, dopodiché si va a sedere su una grande poltrona davanti a noi.
"Chi sei?" Chiedo arrabbiata, quest'uomo non mi farà del male e non lo farà alla bambina, io non lo permetterò!.
"Mammina ti rispondo solo perché sto per farti molto, ma molto male" esclama con voce agghiacciante, deglutisco e sento Diana tremare, perdo qualche secondo ad osservarlo: occhi azzurri come il ghiaccio, capelli biondi, labbra piegate in un sorriso perverso ... quest'uomo anche nell'aspetto è un mostro senza cuore.
"Mi chiamo Derek, sono il cugino di Austin" raggelo all' istate, com' è possibile?
"Cosa vuoi da Evangeline?" Chiede Diana con fermezza, mi volta a guardarla ed è stupenda e come se emanasse un aura di sicurezza e tenacia, cosa che non ho io.
Nell'aria si diffonde una risata tetra e subito dopo con voce fredda, quasi robotica risponde "Voglio vendicarmi, sai il suo caro fidanzato ha fatto una cosa molto brutta ed è l' ora di pagare". È pazzo!
Clayton non avrebbe mai fatto qualcosa di brutto, può sembrare strano, ma sotto la sua corazza nasconde un cuore tenero.
"Tu menti!" Urlo indignata, poi aggiungo"Lui non farebbe mai nulla di male!". Un clima ostile si diffonde nell'aria, Derek si alza e con nonchalance si avvicina a me, si abbassa alla mia altezza e come se niente fosse mi da un pugno sulla guancia, facendo girare la mia testa dall'altro lato e facendomi sputare sangue. Diana caccia un urlo e io resto basita, con la testa ancora voltata dall'alta parte sentendo il suo respiro sul collo. Con una mano sola, prende il mio volto e lo gira con forza verso il suo, i suoi occhi mi spaventano e mi fissano vuoti. Con un sorrisetto stampato in volto dice "forse è meglio che vi racconti tutta la storia, mie care ragazze".

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