Capitolo 23

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Clayton

Ultimamente mi sento in pace con me stesso, sopratutto dopo quella volta che ho portato Evangeline a casa. E adesso mi trovo proprio qui, seduto sul divano del soggiorno a guardare il programma di cucina delle sette e mezza. All' improvviso squilla il telefono e di malavoglia mi alzo per rispondere.
" Pronto, chi è?" Chiedo perplesso, insomma nessuno mi chiama a quest'ora.
" Clayton" No, no, non lei. Il mio respiro si blocca e il mio cuore cessa di battere, perché adesso? Guardo fuori dalla finestra, e noto che il cielo inizia a scurirsi come la mia mente inondata dai ricordi, stringo il telefono tra le mani facendo diventare le mie nocche bianche e deglutendo mi costringo a rispondere.
" Karen"

Evangeline

Sono ormai le sette e mezza, e sono qui sul divano di Diana con il volto inondato dalle lacrime dopo averle raccontato tutto. Lei mi guarda delusa.
" Avresti dovuto dirmi tutto appena è successo, perché non lo hai fatto?" Chiede guardandomi negli occhi con serietà.
"Mi dispiace, ma io ero così spaventata, è successo tutto così in fretta e poi avevo paura di dirtelo, non sapevo come avresti reagito e ..." lei mi interrompe sorridendo e sorprendendomi come non ha mai fatto prima.
" e inoltre inizia a piacerti" conclude al mio posto, per poi ridere come non l' ho mai sentita prima " Sei un casino! Però ti capisco, e alla fine quel' uomo è riuscito a conquistarti".
Sorpresa asciugo le lacrime e le salto addosso " Che stai dicendo?"
" La verità tesoro, ti piace Clayton, anzi ne sei innamorata e poi non dovresti fare certi movimenti" mi ammonisce bonaria, è pazza! Prima sembra volermi uccidere e adesso ride di me, ma le parole che ha detto mi fanno irrigidire e le lacrime scorrono. Diana sospira e mi stringe a sé, sussurrando mentre sono in preda ai singhiozzi "Calmati, è tutto a posto, ci sono io con te e ci sarò sempre, ti voglio un mondo di bene piccola pasticciona". Restiamo in silenzio per alcuni minuti per poi scoppiare insieme in una risata isterica.
" Mi hai chiamata davvero piccola pasticciona?" Le chiedo facendo il broncio.
" Esatto" risponde seria.
" Ti voglio bene!" Dico baciandole una guancia.
Ci stacchiamo e Diana si alza in piedi e se ne va. Dopo cinque secondi riappare con una scatola in mano, e quando me la porge la guardo sbigottita.
" Okay, perché hai un test di gravidanza?"
" Non si sa mai" alza le spalle, per poi prendermi per un braccio e trascinarmi in bagno.

Un ora dopo

È un ora che fisso la scatola del test, Diana è al mio fianco e sbuffa spazientita.
" Adesso basta! È un ora che fissi quel coso, che aspetti che si animi ed esca fuori urlandoti la risposta?" Sbotta. Si alza dal divano e prende la scatola del test da sopra il tavolino, la apre e ne estrae lo stick e dopo averlo letto mi guarda impassibile.
" Lo vuoi sapere?" Mi chiede seria alzando il sopracciglio.
Cosa voglio?
Se è positivo come lo dirò alla mia famiglia, come lo dirò a Clayton? Ho sempre voluto crearmi una famiglia tutta mia, ho sempre voluto avere dei figli da quando ne ho memoria, ma adesso che l' occasione potrebbe essere a due passi da me cosa farò?
Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo , fatto ciò annuisco e Diana mi porge lo stick, che stringo tra le mani. Adesso vedo solo l' oscurità, ma appena aprirò gli occhi avrò la risposta.
" Fai venire l' ansia! Apri gli occhi" Dice Diana. Sospiro, apro gli occhi ...
Positivo
e per finire svengo.

Clayton

Guardo le valigie sul letto e mi prendo la testa tra le mani.
Perché è dovuto succedere adesso? Prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni e chiamo Austin, che risponde al secondo squillo.
" Capo, qualche problema?" Chiede confuso. Non sai quanto lo sono io, sta succedendo troppo in fretta e non sono pronto per affrontare una cosa del genere.
" Niente, però devo partire tra tre ore e mi assenterò per tre o quattro mesi" Silenzio.
" Posso chiederle il perché?"
" Cose di famiglia, devo sistemare delle faccende ... ti lascio la pasticceria" senza lasciargli il tempo di rispondere attacco e mi appoggio allo schienale della poltrona. Chiudo gli occhi e al posto delle valigie immagino Evangeline. Cosa sto facendo adesso? Quella donna, quella maledetta donna. Scuoto la testa e sento qualcosa di bagnato scivolarmi lungo la guancia, e poi un' altra ancora ... e dopo un po' capisco che sto piangendo.

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