Capitolo 17

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Clayton

Oggi dovrò incontrarla per forza, in fondo lavoriamo insieme e tra pochi minuti sarà qui. Sono sicuro che entrerà con la sua solita aria impertinente, salutando tutti con uno di quei sorrisi che ti danno l' impressione di doverti inchinare ai suoi piedi, per adorarla come una Dea.
Ma a cosa sto pensando? Dopo quella notte... Sento che qualcosa è cambiato, ma non so cosa.
È passata una settimana da quando ci siamo visti, dato che ha mandato un messaggio per avvisare che era malata.
Insomma una palla per starti lontano, forse non sei abbastanza bravo con le signore... Allude la mia coscienza con fare provocatorio.
Zitto e non rompere!
Mi metto a lavoro in cucina, quando dopo qualche minuto sento la sua voce. È arrivata. Ed è così che faccio una cosa mai fatta prima: mi sporgo leggermente e guardo nella piccola finestrella, la vedo salutare quell' idiota del biondo ... E lui le fa gli occhi dolci, come una patetico cucciolo innamorato. Serro la mascella e mi cade il mestolo che stavo usando per mescolare gli ingredienti.

Evangeline

Quando arrivo saluto Austin con un sorriso, che ricambia prontamente.
Subito dopo mi guardo intorno, ma non noto nulla di strano a parte un paio di adolescenti, che scelgono qualche dolce da portarsi a scuola.
Con un sospiro sollevato corro e mi cambio velocemente, dopodiché mi metto dietro il bancone. La giornata prosegue lentamente e senza problemi, e ancora non ho visto Clayton, per fortuna, no so cosa farò quando lo rivedrò. Oggi non è uscito nemmeno per un secondo dalla cucina.
Poso lo sguardo sull' orologio che porto al polso. Un' ora e posso tornare a casa, penso con un sollievo mai provato prima. Non sono pronta per vederlo. Dopo aver servito una signora anziana, Austin mi chiama e dice con uno sguardo sorpreso " Vai in cucina, il capo ti vuole".

Clayton

La vedo entrare in cucina diffidente, e io cerco di non farci caso, anche se è più forte di me. Ormai la conosco da un po' di tempo e non finisce mai di sorprendermi, strano perché di solito le donne sono noiose e prevedibili.
" Mi ha chiamata, capo?" Chiede in modo formale, cosa che non le ho mai sentito fare.
" Si, voglio che tu monti la panna per le torte, che sto preparando" rispondo , e nello stesso tempo la mia testa mi dice "Cosa? Non hai mai fatto entrare nessuno in cucina a parte te, e adesso questa donna ... Ma cosa caspita ti succede?".
" Cosa?" Chiede sorpresa oltre ogni dire, i suoi occhi come quelli di un cerbiatto sono spalancati e le sue labbra dischiuse.
" Fallo e basta, prima che me ne penta" detto ciò le indico le cose da utilizzare e torno al mio lavoro, cioè quello di preparare le torte. Dopo circa un quarto d' ora mi avvicino e noto che sta facendo un bel lavoro, e cosa più sorprendente ... È semplicemente bellissima.
Cosa stai dicendo?
" Brava" dico, lei sobbalza leggermente e si fa rossa in volto.
" Grazie" risponde per poi tornare al suo lavoro, non l' ho mai vista così silenziosa. Mi avvicino di più a lei e sento il suo respiro farsi irregolare, poi vedo una macchia di panna sulla sua guancia e il mio corpo si muove da solo.
" Sei sporca qui" le sussurro per poi posare le labbra sulla macchia di panna, e velocemente gli e la lecco via.
" Cosa stai facendo? Quello che è successo non accadrà mai più, non voglio far parte dei tuoi schiocchi giochetti" strilla arrabbiata. E senza rendermene conto le rispondo.

Evangeline

" E chi ti ha detto che è un giochetto?" Sbotta per poi avvicinarsi, ed è così che in un secondo netto mi ritrovo seduta su un bancone a baciare il mio capo.

Battito selvaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora