Capitolo 20

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5.00 pm

Evangeline

Sento una presenza alle mie spalle e all' improvviso una mano mi tocca la spalla, mi giro e noto lo sguardo preoccupato di Austin.
" tutto apposto?" Chiede con apprensione, è passata solo un' ora dall'inizio del turno e già mi sento sfinita.
" Si, anche se sono un po' stanca" e delusa, rispondo con fatica mentre mi giro a raccogliere dei fazzoletti che sono caduti. Non mi è mai capitato di sentirmi così a lavoro, insomma nonostante tutto mi è sempre piaciuto lavorare qui, lo ammetto. Ma oggi ... quello che è successo da Diana mi ha distrutta e avvolta in una coperta di delusione.
Evidentemente per lui non sei abbastanza, non fa altro che nascondere quello che sta succedendo tra di voi. E io che pensavo che fosse cambiato, ma a quanto pare è sempre il solito orco, che pretende tutto e non ricambia niente. A questi pensieri che affollano la mia mente da quell'episodio, si aggiungono le mani tremanti per il nervosismo.
Le mani di Austin mi girano di nuovo verso di lui, tenendomi per i fianchi e il suo sguardo adesso è arrabbiato. A quanto pare ho una certa predisposizione a far incavolare la gente, perfino i santi.
" Dimmi la verità, siamo amici e a me puoi dire tutto. Sei pallida e ti tremano le mani, pensi che non me ne accorga? Non sono stupido e per tua sfortuna sono molto attento ai dettagli; non è che per caso il capo ti ha fatto qualcosa?" Chiede in un crescendo di preoccupazione, incredulità e rabbia. Porto le mani sulle sue spalle e con un sorriso lo abbraccio, da quando lavoro qui è diventato un buon amico, uno di quelli che fa battute strane, ma pur sempre un buon amico. Ed è in questi momenti che te ne rendi conto. Lui ricambia la stretta e dopo un po' ci stacchiamo.
" Sei davvero un buon amico, non devi preoccuparti, sono solo stanca ... ultimamente non dormo bene la notte" e questo è vero, anche se è un buon amico non posso trascinarlo nei miei problemi con Clayton.
" Capisco bambola, allora facciamo una cosa" si mette una mano sotto il mento e poi aggiunge " siediti a quell tavolo laggiù e riposati per una mezz'oretta, ci penso io qui". Io annuisco senza fare storie e dopo averlo ringraziato vado a sedermi, mettendo la testa sul tavolo e chiudendo gli occhi. Non capisco davvero cosa mi succede, e da ieri sera che mi sento così abbattuta e ho una strana sensazione addosso, e se ripenso a quello che è successo con Clayton mi sento ancora più male. Con tutti questi pensieri contorti in testa mi sta salendo una nausea pazzesca, forse ho preso l' influenza. E in più se mi ammalo sul serio non posso nemmeno prendere una settimana di malattia, visto che l' ho usata più o meno quattro giorni fa' per non incontrare Clayton, dopo la nostra prima volta. Cosa che per lui non è significata niente, visto che è una specie di robot senza emozioni o forse è troppo prepotente per importagliene qualcosa. Smetto di pensare per un attimo, e in men che non si dica mi appisolo con la faccia schiacciata sul tavolo.

Clayton

Pulisco con forza il tavolo della cucina, buttando a terra scodelle e contenitori ... insomma sto facendo un casino. Adesso vi chiederete il perché, come tutte le persone normali di questa terra. Lo ammetto, quando ho visto Evangeline e Austin abbracciarsi qualcosa si è acceso dentro di me, insomma nessuno tocca ciò che è di mia proprietà, sopratutto se ci vado a letto insieme ( cosa pensavate, eh?). Non ho nessun sentimento romantico nei confronti della ragazzina, anche perché non l'ho mai provato in vita mia e non so come si faccia a riconoscere, e in questo preciso istante della mia vita non ho intenzione di provarlo. Nonostante ciò non ho potuto fare a meno di voltarmi e correre a sfogarmi sulla mia cucina, il mio luogo sacro e dove non è mai successo niente di simile. Maledizione. Cosa sto facendo? E come se il mio corpo stesse lottando con il cervello. Con un ringhio inizio a pulire, questa volta per davvero, il caos che ho combinato. A proposito di questo, qualche tempo fa mi sono promesso di farla impazzire e all' inizio ci stavo riuscendo, ma non so cosa sia successo, perché ultimamente ... non mi starò mica ammorbidendo? Rabbrividisco solo al pensiero. Dopo dieci minuti finisco di mettere a posto e mi dirigo fuori dalla cucina, per dare qualche ordine strano ad Evangeline, giusto per accrescere il mio ego.
Però quando entro nell'angolo riservato ai clienti, sento che c'è qualcosa che non va. Infatti vedo Evangeline accasciata su un tavolino, mi avvicino a quel bamboccio di Austin.
" Perché Evangeline non sta lavorando?" Chiedo mentre lui serve un gruppo di adolescenti, si gira verso di me e vedo qualcosa mai vista prima nei suoi occhi, rabbia.
" La lasci stare per un pò, non si sente bene e si lasci dire una cosa" fa un profondo respiro e poi aggiunge " lei l' ha rovinata, non so cosa sia successo tra di voi, visto che non me lo vuole dire, ma fatto sta che se osa solo rifare una cosa del genere non ci metto niente ad andarmene da qui e a lasciarla nella merda, capo".
" Austin ricordati chi sono, posso sempre sbatterti fuori senza darti la paga, e dopo come farà la tua nonnina a restare nella casa di riposo?" lo minaccio, lui sbianca mentre passa lo scontrino alle adolescenti. Non dovresti fare certe cose ... mi avverte la mia coscienza, ma non le do ascolto, non doveva permettersi di toccarla.
"Allora?" Lo incito con cattiveria, lui annuisce con risentimento e senza dire altro mi avvicino ad Evangeline.
I suoi capelli castani sono sparsi sul tavolo, morbidi e luminosi, il suo respiro è regolare e solo ora che mi soffermo ad osservarla per bene, noto delle lievi sfumature violacee sotto gli occhi e la pelle pallida. Perché non me ne sono accorto? Eppure ci siamo visti stamattina, va bene che non mi sono soffermato sui piccoli dettagli, ma è possibile che sia stato così superficiale? Ma cosa sto dicendo?
Sono i sensi di colpa, amico. Ammettilo per una buona volta, stupido! Mi riprende la mia coscienza. Sbuffo sonoramente e continuo ad osservarla, è così bella. Un pensiero mi sfiora la mente e senza ripensamenti ( cosa molto strana per me) la prendo tra le braccia. Austin si gira verso di me allibito e prima che possa fare domande gli dico " Ti lascio il locale per un po', i dolci dovrebbero bastare fino al mio arrivo e ti raccomando non farmi arrabbiare" ed enfatizzo l' ultima parola con un occhiata, lui deglutisce rumorosamente e annuisce senza parole. So che questo che sto facendo non è da me, ma sento qualcosa che mi spinge a farlo. Detto ciò esco dalla pasticceria, ringraziando il cielo di avermi fatto mettere le chiavi della macchina e di casa nella tasca dei jeans. Il profumo dolce di Evangeline mi annebbia i sensi e in meno di un minuti sono in macchina, direzione casa mia, visto che non ho preso la sua borsa.

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