Capitolo 4

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Nervosa, sono cosí nervosa che le mani iniziamo a sudarmi, adesso sto camminando per le strade di New York, verso la mia rovina o la mia vincita?
Il nervosismo mi entra nelle ossa, cosa mi prende adesso? Evangeline attieniti al piano. Dopo un paio di minuti vedo l' enorme edificio della pasticceria Closer time, calma e sangue freddo, calma e sangue freddo ... ripeto nella mia testa come una preghiera. Chiudo gli occhi e faccio dei respiri profondi, quando li riapro vedo un bambino indicarmi per poi essere trascinato via dalla madre, che mi guarda come se fossi una pazza. Fantastioco, davvero! Controllo l' orario, 8:59 am.
Entro e subito vengo investita dall' odore del cioccolato, delle torte appena sfornate ... ma c' é qualcosa di strano, la cassa e il bancone sono completamente vuoti, a quest' ora non ci dovrebbero essere anche gli altri impiegati?. Osservo le torte, i pasticcini, i cupcake e tutti i tipi di dolci su questa terra esposti cosí bene, da formare una sincronia di colori, di profumi e sapori.
All' improvviso sento qualcosa cadere all' interno della cucina e una lista di insulti, mi avvicino e apro la porta.
Non ridere, ti prego non ridere!
Non riesco a trattenermi e mi lascio andare a una risata. É una scena epica. Davanti a me c' é Clayton completamente coperto di farina, che evidentemente gli é caduta addosso, quando si é rovesciato il contenitore.
" Hai finito?" Chiede irritato.
" Aspetta" dico asciugandomi le lacrime, subito dopo aggiungo " Adesso si"
"Bene, sei in ritardo! Vatti a sedere in sala, arrivo subito"
" Non sono in ritardo" dico incrociando le braccia, insomma lui perde tempo a giocare con la farina e io devo prenderne le colpe?.
" VAI" urla, iniziamo bene, e cosí senza aggiungere altro accetto il suo "invito".

Clayton
Maledizione, proprio adesso doveva accadere una cosa del genere? E proprio davanti a lei, che è senz' altro la donna piú fastidiosa che abbia mai incontrato?.
Per fortuna sono riuscito a mandarla in sala, mi sistemo velomente, cercando di togliere piú farina possibile. Dopo un paio di minuti ho finito e cosí vado verso la sala, osservo il suo profilo e devo dire che non é niente male.
Ma cosa mi metto a pensare adesso?
" Evangeline" dico risoluto, lei si gira e lentamente si avvicina, per poi posarmi una mano sulla spalla.
" ciao, uomo della farina" All' improvviso un lampo di irritazione mi attraversa, e gli sposto la mano.
" Non toccarmi, mai piú!" Vedo il suo volto piegarsi in una smorfia perplessa, poi alza entrambe le mani " Va bene, signorino".

Evangeline
Dopo la mia battuta alza gli occhi al cielo, chissé cosa gli é preso ... strano.
" Iniziamo a parlare del lavoro, che svolgerai" Parole sante amico, parole sante.
" Saró l' addetta al cioccolato, no aspetta" dico sorridendo, poi aggiungo velocemente " Faró io i dolci e li decoreró".
" Ferma! Chi ti ha detto che farai queste cose? Non ti permetteró mai di entrare nella MIA cucina" dice con decisione, i miei sogni completamente svaniti.
" E allora cosa dovrei fare?" Chiedo sarcastica, lui piega le labbra in un sorriso malvagio.
" Servirai i clienti"
COSA? MA MI STA PRENDENDO IN GIRO? molto probabilmente.
Sento il volto andarmi a fuoco, lui mi guarda e subito dopo " cosa ti aspettavi?" Chiede sarcastico. É un demonio , ecco cos' é!.
Sono rimasta completamente senza parole.
" Bene, adesso puoi andare e comunque inizi domani mattina alle dieci, e presentati in orario!"
Annuisco e me ne vado furente, e sulla via di ritorno l' unica cosa che mi vieni in mente é :IN CHE GUAIO MI SONO CACCIATA?

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