Capitolo 26

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"Il nostro rivale più oscuro è dentro la nostra testa"
~Tumblr~

"Karen, vai via!" Spingo via la sua mano rovinata dall'età avanzata, ma a quanto pare lei non ne vuole sapere niente.
" Figliolo, non ti ho mai visto in questo stato e so che ti senti ingannato ma ... " inizia a parlare ma io la blocco.
" Mi avrai anche cresciuto, ma ricordati che sono qui solo per la promessa fatta tanti anni fa" Dico con la testa appoggiata al muro, sento la rabbia ribollirmi nel sangue.
Sono stato ingannato, un'altra volta.
"Lo so, questo però non significa che non mi sia mai preoccupata per te in questi anni, non sarò la tua madre biologica, ma ti ho cresciuto" e sono grato per questo, ma non posso dimenticare.Alzo gli occhi e li fisso nei suoi chiari come il ghiaccio, è cambiata molto in questi cinque anni, il suo volto è solcato dalle rughe e i suoi capelli biondi sono diventati completamente bianchi.
" Te la ricordi la promessa vero?" Chiede appoggiandosi accanto a me. Annuisco e la mia mente ritorna nel passato.


Cinque anni fa, Los Angeles.

Mi sono stufato di tutta questa situazione, adesso gli e ne vado a dire quattro. Mi incammino lungo l' ampio corridoio della villa, ma quando arrivò davanti il suo ufficio mi blocco.
" Signore è davvero saggio fare una cosa del genere?" Chiede la voce sottile di Karen, la domestica che mi ha cresciuto come un figlio.
" Karen non dovresti fare certe domande, sopratutto se sai già la risposta ... è che prima o poi dovrà saperlo, ho intenzione di dirglielo quando avrà diciotto anni" tuona la voce di mio padre.
Ma di cosa stanno parlando? Mi avvicino ancora di più alla porta.
" Lo so, ma è ancora un ragazzo, non reagirà bene" replica Karen.
" Un ragazzo che presto diventerà uomo e deve sapere cosa ha fatto sua madre" prende un sospiro e poi aggiunge " Deve sapere che non è morta, ma che l' ha abbandonato per scappare con un fottuto giardiniere!" Sento qualcosa sbattere e tutta la mia esistenza frantumarsi. Scuro in volto entro nella stanza senza bussare.
" Clayton" Dice mio padre sorpreso.
" Figliolo" sussurra Karen, con gli occhi spalancati e pieni di consapevolezza.
" È vero?" Urlo stringendo i pugni, la donna che ho reputato come una seconda madre si avvicina, mi tocca una spalla ma io la spingo via.
" Non posso crederci, per tutti questi anni mi hai mentito! Mi hai ingannato, perché l' hai fatto? Per proteggere la tua cavolo di immagine? Hai detto che era morta quando sono nato! Per tutti questi anni mi sono ritenuto responsabile per la sua morte, sai cosa ho dovuto subire? No, non sei stato tu a essere giudicato per qualcosa di non vero.
Per tutti questi anni mi hai solo vietato di fare quello che volevo, mi hai perfino iscritto ad economia aziendale sapendo che io voglio fare il pasticciere. Mi hai fatto sentire inutile, colpevole, ma che razza di padre sei? Perfino un estranea mi ha cresciuto meglio di te!" Urlo in preda alla rabbia, ma dopo nemmeno due secondi la mano di mio "padre" colpisce la mia guancia e poi sento un singhiozzo da parte di Karen. Sorrido.
" Oltre al danno anche la beffa, proprio nel tuo stile, Mike" detto ciò me ne vado. Dopo due minuti sento dei passi veloci alle mie spalle.
" Dove vai?" Chiede triste, mi fermo e mi giro a guardarla.
" Me ne vado, credo proprio che andrò dai miei nonni a New York"
" Prometti che tornerai, sei come il figlio che non ho mai avuto e non voglio perderti" Dice sfregandosi gli occhi azzurri arrossati dalle lacrime.
" Tornerò solo quando il vecchio morirà,resterò con te per tre mesi e poi farò in modo di ringraziarti, è  una promessa" Detto ciò mi volto e continuo il mio cammino, il mio nuovo cammino. Un cammino che prevede la mia felicità, se mai la troverò.

Oggi, Los Angeles.

" Vuoi sapere cosa voglio come ringraziamento? Voglio che tu pensi a come mai hai reagito così, voglio che tu te ne renda conto e sopratutto voglio che tu sia felice" Dichiara sorridendomi.
Non rispondo, ma mi limito a guardare il vuoto.
Cosa devo fare? È perché Karen mi ha detto questo?.


Austin - un mese dopo

"Derek, com' è andata?È un mese che non mi rispondi a questo maledetto telefono"Chiedo guardando la città dal terrazzo del mio appartamento.
" Mi si è rotto il telefono e ho avuto da fare, non è mica colpa mia ... comunque è andato tutto secondo i piani, ha reagito malissimo" risponde ridendo, a quanto pare la vena sadica del mio cuginetto non è cambiata per niente.
" Devo distruggerlo, come la mia famiglia è stata distrutta dalla sua tre anni fa, sinceramente sono sorpreso che non abbia ancora capito chi io sia veramente" gli dico soprappensiero.
" Hai ragione, avrebbe dovuto riconoscerti, anzi riconoscerci, come procede con la bambola?" Chiede ammiccante.
Bella domanda.
" Questa è la parte del piano che ancora non si è svolta, a quanto pare la piccola e credulona Evangeline non si attiene a quanto detto"
" È passato un mese, adesso sta al terzo mese se non sbaglio, strano che nessuno abbia fatto pressione per sapere del padre, sorry del falso padre" A quanto pare qualcuno si diverte un mondo.
" Lo so, ma a quanto pare lei non ha fatto parola e adesso inizia a vedersi anche la pancia, non capisco cosa vuole fare" un minuto di silenzio, e poi la voce di Derek si fa seria e dura come la pietra.
" Muoviti, lo so che il piano l' hai formulato tu ma... devi fare in modo di distruggerlo, e per farlo gli devi rubare ciò che lui ancora non ha compreso  e non devi farti ostacolare da quella ragazzina" un sospiro e poi dice " Ricordati di Jane, è stato il suo migliore amico dell'epoca, ma sopratutto ricordati di James".
A quelle parole mi sale un istinto omicida.
" Ho capito, non rovinerò il piano che aspettiamo da sempre" Detto ciò attacco.
Il cielo è scuro come il mio animo, un sorriso mi spunta sulle labbra e giuro su me stesso di distruggerlo.
Oh si! Clayton ti distruggerò.

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