due

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<<e tu chi cazzo sei?>>
Simpatico.
Mi volto verso quella voce e... che sorpresa... davvero.
<<la tua coinquilina>>
Rispondo tranquillamente al ragazzo dai capelli neri e occhi marroni davanti a me.
<<si... certo... nel dormitorio maschile>>

<<è una storia buffa>>

<<della quale non mi importa affatto, vattene>>
Il suo tono di superiorità mia da fastidio...calma Jen... è solo la prima impressione.

<<io non me ne vado, è anche il mio appartamento ora>>
Lui fa schioccare la mascella e mi guarda innervosito, mentre io sostengo il suo sguardo.

<<tu sei una femmina>>
Dice dopo interminabili secondi di sguardi.
<<tu sei un maschio>>
Rispondo facendoli un sorrisetto.

<<non resisterai a lungo qui>>
E con questo se ne va nella sua stanza.
Oh bene! Il mio coinquilino, di cui non so nemmeno il nome e l'anno, mi odia! Perchè tutte a me?!
Riprendo il bicchiere e vado nella mia stanza sbattendo la porta.
Domani mi aspetta una lunga giornata.

Studio. Tanto studio. Ansia. Tanta ansia. E-
LA SVEGLIA.
Sapete quel momento in cui dormite e magari state sognando che la vostra vita sia tutte rose e fiori e la vostra sveglia, anche se è la vostra canzone preferita, inizia a suonare interrompendo qualsiasi momento di beatitudine che stavate vivendo? Non mentite, lo so che è successo anche a voi.

Di mala voglia mi alzo dal letto.
Il mio nuovo letto.
Cerco il telefono ad occhi chiusi... c'è troppa luce per aprirli e non ne ho le forze.
Quando riesco nel mio intento apro lentamente le palpebre e mi faccio lo zaino e preparo i vestiti... sospiro e capisco che prima è meglio se mi lavo i denti e mi faccio una doccia.
Arrivo praticamente strisciando alla porta del bagno e la apro dirigendomi verso il lavandino.
Guardo lo specchio davanti a me e scorgo dietro la figura del mio coinquilino. Mi prendo un colpo e tiro un urletto.

<<si chiama bussare, di solito lo fanno le persone colte, non so se a una ragazzina come te lo hanno insegnato>>
Dice mettendosi le braccia incrociate al torso nudo... ha solo un asciugamano in vita...non che mi importi.
Oh già! Infondo è solo nudo sotto quel asciugamano.
Zitto!

<<ehi, marmocchia ci sei? So di essere bello ma addirittura la bava>>

<<non sei bello, non ho la bava e non chiamarmi in quel modo o con qualsiasi altro nomignolo>>
Rispondo secca cercando di guardarlo il più possibile negli occhi. Dai... scendi con lo sguardo... solo un po', quegli addominali non sono così male.
Smettila!
<<allora continueró a chiamarti cosí>> sorride <<ora vuoi uscire marmocchia?>>

<<io ho un nome>>
Dico avviando verso la porta.

<<Congratulazioni>>
Mi chiude la porta in faccia.
Devo conviverci per un anno... poteri fare qualcosa di carino per socializzare.
Preparo la colazione anche per lui!
Uova,bacon,aranciata,latte e fette biscottate.
È perfetto.
Metto tutto sul tavolo in soggiorno e io nel frattempo inizio a mangiare.
D'un tratto esce dal bagno con dei jeans e una maglietta bianca...
<<ah, sei ancora qui>>

<<gia>>
Rispondo sorridente, si avvia verso il frigo ma lo fermo.
<<ti ho preparato io la colazione, mi è sembrato un gesto carino>>
Lui alza un sopracciglio e mi squadra da testa ai piedi.

<<io non te l'ho chiesto peró>>

<<io l'ho fatto peró>>
Sì avvicina al tavolo e si siede, sempre con la sua aria scocciata.
<<non credo che tu sia un tipo grazie>>
Come risposta mi guarda ancora male.

<<mi chiamo Jennifer>>

<<brava>>
Dio che nervi.

<<tu come ti chiami?>>
Fa una risatina.
<<che c'è da ridere?>>

<<parli come una bambina>>

<<non è vero!>>
Mi sorride ancora di più in modo beffardo.
<<si lo è!>>

<<fai sempre così? Con le persone, intendo, le prendi sempre in giro e le tratti male?>>

<<la maggior parte delle volte si>>

<<bhe, non dovresti, è maleducazione>>
Ma lui fa spallucce.

<<quindi come ti chiami?>>
Cerco di essere calma, ma si sente che la mia voce è spazientita.

<< ora vado>>

<<non hai finito la colazione>>

<<fai davvero schifo a cucinare>>
Cosí prende il suo zaino ed esce.
Stronzo.

Dopo essermi lavata ed aver finito la colazione esco di casa anche io.
Sto per andare in ascensore ma un braccio mi avvolge le spalle.

<<ehi piccola Jen>>

<<non sono piccola>>

<<okay, scusa! Hai conosciuto Caleb? >>

<<Caleb?è questo il suo nome?>>

<<non è molto accogliente vero?>>
Nel frattempo entriamo in ascensore.
<<no... no per niente>>

<<immaginavo, è molto scorbutico e se torna a casa con ragazze diverse è perfettamente normale>>

<<oddio>>
Mi porto una mano alla bocca per non ridere.
<<non entreranno più ragazze, fidati>>

<<speriamo, tutti si lamentano degli urli delle ragazze>>
Continuo a ridere.

<<che corsi hai adesso Jen?>>
Chiede mentre esco dal ascensore.
<<riunione delle matricole, ma non ho la più pallida idea di dove sia>>

<<vuoi che ti accompagni?>>

<<mi faresti un grande favore>>

<<andiamo, dai>>
Parliamo di noi, della mis passione per il disegno e della sua per il football, lui è di qui mentre io gli racconto che sono di una piccola città lontano da New York, si congratula con me per la borsa di studio e mi invita a mangiare da lui sta sera.

<<okay allora, ci vediamo sta sera>>
Mi saluta.

<<si grazie ancora>>
Sì gira e se ne va.
È molto simpatico e anche carino, insomma non si trovano molti biondi occhi azzurri, con i lineamenti leggeri e delicati.

<<Andrew Donovan, ragazza hai fatto colpo.>>
Mi dice una ragazza, ha i capelli rossi e gli occhi azzurri, ma non ha le lentiggini.

<<siamo nello stesso dormitorio>>

<<cosa?>>

<<è una buffa storia>>

<<avró il piacere di sentirla durante questa noiosa riunione>>

<<mi chiamo Jennifer>>

<<lyla>>

Quel Coinquilino Snervante - DAL 18 APRILE IN LIBRERIA!Where stories live. Discover now