ventinove

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Mi scuso in anticiSento dei rumori intorno a me ma non vedo niente.
Persone che dicono, altre piangono, altre urlano.
Un ambulanza, credo, anche la polizia se non sbaglio.

Sento rumore di ruote e porte che si spalancano.
Sento tante cose ma non vedo niente.
Non capisco.
<<abbiamo un codice rosso, incidente sulla ventitreesima, due giovani e un anziano, la ragazza più giovane è ferita gravzemente, preparate una trasfusione di sangue zero negativo>>
La voce di una donna è nella mia testa.
C'è stato un incidente?
<<sta riprendendo conoscenza>>
Un dolore lancinante mi colpisce allo stomaco.
Urlo.
Apro lentamente gli occhi.
Sono in un ambulanza, ci sono due donne che mi tengono la mano.
<<ehi, ehi, tesoro va tutto bene... stiamo andando in ospedale il tuo ragazzo sta bene, ha poche ferite...>>
Guardo verso il ventre, c'è un sacco di sangue.
Il dolore non finisce... urlo... continuo a urlare.
Caleb... Caleb sta bene... concentrati su questo Jen... Caleb... concentrati su Caleb.
Faccio grossi respiri ma niente...
Il dolore aumenta.
Ho paura...
No... nonononono.

<<sta avendo un attacco di panico!>>
Urla la donna.
No, non sto avendo un attacco di panico!
<<okay, ehi, guardami... non devi perdere i sensi... pensa a qualcosa, qualsiasi cosa concentrati su->>
Buio.

Delle porte si spalancano, non vedo assolutamente niente e non riesco a muovermi... è una sensazione orrenda.
Sento tutto ma non posso reagire.
Vorrei urlare e rompere tutto.
Il rumore di rotelle.
Mi stanno sollevando, sono su una barella.
<<preparate una sala operatoria! Gravi lesioni al fegato! Voglio il Dottor Gildmore, adesso!>>
La solita donna urla.
Sala operatoria? No.
Non è possibile.
<<avete portato le sacche di zero negativo?>>
Chiede preoccupata.
<<si, è tutto pronto>>
Apro gli occhi.
Di nuovo il dolore.
Urlo.
Sono legata ad una barella, come pensavo, mi guardo intorno con le lacrime agli occhi.
La solita donna avvisa che ho ripreso conoscenza.
Voglio scendere da qui.
Dove sono i miei familiari... mi serve qualcuno, qualsiasi persona.
<<ehi, ascolta la mia voce>>
Mi tranquillizza l'infermiera.
<<so che è difficile ma devi distratto, okay?>>
Annuisco.
Svoltiamo a destra e apriamo un altra porta.
<<parlami di te, okay?>>
Annuisco ancora.
Devo concentrarmi, devo ubbidire, non posso non farlo... è in pericolo la mia vita.
<<vai al college giusto?>>
Annuisco.
<<bene, benissimo, concentrati sulla mia voce... vuoi dirmi in che settore? No, ehi concentrati, fra un po' sarà tutto finito>>

<<med- med->>
Un' altra fitta,un altro urlo.
L'infermiera mi accarezza la testa.
E mi dice di non pensarci che fra un po' finirà tutto.
<<medicina... quindi sai come funzionano queste cose, no?>>
Annuisco.
il soffitto si dipinge di un blu accesso e poi una luce mi viene puntata in faccia.
Mi mettono una mascherina e il mio respiro inzia a farsi pesante.
<<okay, conta fino dieci, va bene?>>

<<u-uno>>
Respiro ancora.
<<d-due>>
La mia mente viene invasa dai pensieri più tristi.
Tutte le prese in giro al liceo... e Caleb... Caleb che bacia Jessica.
Se esco viva di qui, giuro che lo ammazzo.
<<tre>>
Dico convinta.
Sta funzionando, il dolore si affievolisce.
<<quattro>>
Ormai è un sussurro.
<<Cin...>>
Non finisco la frase.
È tutto bianco.

<<ehi, amore!>>
Guardo mio padre.
È giovane, ha ancora quei buffi baffi.
Siamo in giardino, è estate e fuori è stata riempita la piscinetta gonfiabile.
C'è una bambina, ha si e no cinque anni ed è in costume, un orribile costume a fiori intero.
Sono io.
<<tesoro vieni qui da papà!>>
Corro verso di lui e finisco tra le sue braccia.
Rido.
<<chi è che sei?>>
Chiede in tono scherzoso.
<<la tua bambina!>>
Urlo ridendo per il solletico.
<<esatto!>>

<<ti voglio bene papà!>>

<<anche io, amore, promettimi una cosa>>
Annuisco.
<<sarai sempre e solo la mia bambina...sempre e solo mia, anche quando avrai settant'anni e io non ci sarò più, promesso?>>
Annuisco facendo muovere i miei capelli marroni a quei tempi Pettinari a caschetto.
<<perché non ci sarai più?>>

<<tutti prima o poi c'è ne andiamo, piccola>>

<<ti farà male?>>

<<no tesoro, andarsene non fa male, non a noi almeno... un uccellino mi ha detto che è come dormire>>

Bianco.

<<mamma! Mamma hai visto il mio libro? Non lo trovo!>>
Sono in camera mia e indosso le mie comode ciabatte.
Ho l'apparecchio e sono al liceo.
<<mamma!>>
Urlo ancora spazientita.
Mi alzo e scendo di sotto per cercarla.
Vado in soggiorno e la trovo che piange al telefono.
<<si, si certo capisco... no, possono venire da noi, anche ora>>
Parla singhiozzando.
<<mamma, cosa è successo?>>
Chiedo allarmata.
Me la ricordo questa telefonata, è stato uno dei momenti più brutti della mia vita.
<<ehi, Jen>>
asciuga rapidamente le lacrime e mi sorride.
<<le tue cugine e la nonna vengono a stare qui per un po'>>

<<come mai?>>

<<gli zii, hanno avuto un incidente, tesoro, e...>>
Non finisce la frase e scoppia in un pianto.
Mi avvicino e le accarezzo la spalla per tranquillizarla mentre i miei occhi si riempiono di lacrime.
<<quando arrivano?>>
Dovevo essere forte, dovevo esserlo per lei.
Quella sera arrivarono la nonna, Keira e Clary.
Le accolsi con un sorriso e le abbraciai.

<<se ne sono andati per sempre, non è vero?>>
Chiede Clary.
la guardo senza sapere cosa dire.
<<ha fatto male?>>
chiede ancora.

<<un uccellino mi ha detto che è come dormire>>la tranquillizzo.

<<davvero?>>

<<te lo giuro>>
Sfoggio uno dei miei più tristi sorrisi e l'abbraccio ancora.

Bianco.

<<<<vedevo te, ogni volta che le toccavo vedevo te... la tua risata, i tuoi sguardi seri, il tuo respiro affannato per la mia troppa vicinanza... dannazione mocciosa, che effetto hai su di me... con Veronica, non è successo niente, lo stavamo per fare ma mi sono fermato, mi sentivo dannatamente in colpa>>
Caleb.
Rivivere questa scena fa dannatamente male.
Perché questa?
Perché proprio quella in cui mi sta mentendo spudoratamente.
Non lo capisci, vero?
Capire cosa?
Guarda attentamente i tuoi occhi.
Non vedo niente di particolare.
Guarda meglio. Dentro i tuoi occhi.
riguardo la scena.
Sono attenta al mio sguardo.
<<... mi sentivo dannatamente in colpa>>
Eccola.
Quella scintilla.
È l'esatto momento...
... in cui ti sei innamorata di lui.
Non posso perdonarlo.
Mi ha mentito.
Non devi farlo.
Deve disperarsi per ottenerti.
Ma lo capirà.
Buio.
Di nuovo quella sensazione.
Non riesco a muovermi.
Qualcuno mi sta prendendo la mano.
<<Bambinetta, devi svegliarti, ti prego>>




Quel Coinquilino Snervante - DAL 18 APRILE IN LIBRERIA!Where stories live. Discover now