quindici

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<<bambinetta>>
La voce di Caleb irrompe nella mia mente, arriccio il naso e stringo ancora di più il cuscino stranamente rigido.

<<bambinetta? È così che la chiami?>>
Andrew... perchè è in camera mia? E chi se lo ricorda...

<<no, la chiamo anche mocciosa, è una cosa nostra... mia più che altro mia... le da fastidio quindi la chiamo cosí>>
una cosa nostra... suona bene.

<<è buffa quando dorme...>>
Clayton? Perchè sono tutti in camera mia?
<<non ho chiesto la tua opinione... soprattutto se è una cosa che già so>>
Sussurra in fine.

<<come la portiamo di là?>>
Chiede Caleb.
Poi ricordo: il film, la freddezza tra i ragazzi, io che sono appoggiata al petto di Caleb... petto... Caleb... Caleb... petto... io... oh Buon Dio.
Apro gli occhi e mi tiro su dal petto di Caleb con un movimento fulmineo.

<<oh, beh buongiorno>>
Dice Caleb.
Tutti e tre hanno gli sguardi puntati su di me, il mio coinquilino era completamente bloccato dal mio peso.
Il sangue mi arriva alla testa e so di sicuro di essere diventata rossa in volto.
<< buongiorno, che ora è?>>
Chiedo cercando di sembrare disinvolta.
<<sono le 3>>
Risponde.

<<le 3?>>
Caleb annuisce insieme ad Andrew e Clayton.
<<domani ho i corsi>>

<<no, non è vero, domani è domenica, non hai corsi domenica>>

<<si ma->>

<<bambinetta, sono stanco e, anche se tu hai già dormito, su di me, dovremmo andare>>

<<Si>>
Mi alzo dal divano e vado da Andrew per salutarlo, lui mi chiede se domani mi va di fare colazione con lui, accetto e lo abbraccio.

<<Ciao Clayton>>
Dico infine.
<<ehi, Jen>>
Mi giro verso Clayton e vado verso di lui torturandomi le mani per cercare di stare sveglia.
<<mi chiedevo, uno di questi giorni, magari ti va di uscire a vedere un film un po' più divertente o una cena>>
Dice sottovoce guardandomi, per quanto sia possibile visto che sono due fessure, negli occhi.
Mi ha chiesto di uscire? Cioè, dovrebbe essere a tutti gli effetti un appuntamento, tecnicamente.

<<non sei obbligata>>
Sono del tutto rimasta imbambolata per quella richiesta.
Insomma è un bel ragazzo, simpatico, bello, simpatico... ed è bello.
Perchè non provare?

<<no, io non mi sento obbligata, anzi mi piacerebbe>>
Annuisce con un sorriso sulle labbra.

<<okay, dobbiamo proprio andare adesso>>
Ci interrompe Caleb.

<<mi faccio dare il tuo numero da Andrew, allora>>

<<okay, ciao Clayton>>

<<si, ciao Clayton>>
Ripete Caleb prendendomi per un braccio e portandosi fuori dall'appartamento.
Camminiamo in silenzio fino alla nostra porta, dove lui si ferma ad aspettarmi perchè non ha le chiavi per entrare.
Apro la porta e lui non mi da il tempo di entrare che si fionda in camera sua e spatte la porta.

<<okay...>>
Sussurro in uno sbuffo.
Vado in bagno e inizio a svestirmi per mettermi il pigiama.
Sto per togliermi il reggiseno ma una voce mi ferma.
<<devo dirti che apprezzo davvero quel che vedo>>
Mi volto di scatto, è la seconda volta che mi vede in biancheria, sempre il solito sorriso sghembo e la spalla appoggiata allo stipite della porta.
Prendo il più vicino asciugamano e mi compro, per quanto sia possibile.

<<non eri in camera tua col broncio?! Esci dal bagno! Subito!>>lo faccio girare e lo spingo di schiena.

<<e perchè mai? Ti ho detto che mi piace quel che vedo>>

<<beh... a me non piace il fatto che tu veda quel che vedi!>>
Lui si volta di nuovo e mi si avvicina facendomi cosí indietreggiare fino al bancone affianco al lavandino, con una mano che regge l'asciugamano.

<<ti vergogni di me per caso?>>
Chiede in in flebile sussurro vicino al mio volto.
L'ossigeno inizia a mancare per la troppa vicinanza e credo di star per esplodere quando una mano mi accarezza il braccio che sorregge l'asciugamano, cosí da provocare la pelle d'oca.
<<mi piace l'effetto che ti faccio... sei talmente vulnerabile quando ci sono io, arrossisci lo sai? E poi, al solo mio sfioramento ti viene la pelle d'oca... è stupendo>>

<<non sono vulnerabile>>
Dico in un soffio.
Ho la gola talmente secca, mi è impossibile deglutire.
Caleb annuisce e mi guarda negli occhi, i suoi occhi sono talmente belli da vicino.

<<si lo sei>>
Continuando la carezza sale sul polso e pian piano lo fa scendere, non mi storendendo conto di quello che sta succedendo.
Caleb mi squadra con aria sognante, uno sguardo che probabilmente ha riservato ad altre milioni di ragazze.
Poggia l'altra mano sul mio fianco, ormai non coperto da niente.
Sono solo in biancheria intima davanti ad un ragazzo e non me ne sto preoccupando.
okay, devi finirla qui.

<<Caleb basta. Esci dal bagno>>
Porgo lo sguardo verso il basso per non guardarlo negli occhi.
Lui non se lo fa ripetere e mi ascolta.

Quando esco dal bagno in pigiama lo trovo sul divano a guardare la TV, buon Dio sono le 3:30 del mattino.

<<Caleb, quello che è successo... non si dovrà ripetere>>
Dico ma lui non distoglie lo sguardo dalla TV.

<<cosa è successo, mocciosetta? >>

<<sai a cosa mi riferisco>>

<<non è la prima volta che vedo una ragazza in biancheria intima>>

<<bhe, Caleb, non devi più vedere me in biancheria intima>>
Per tutta risposta lui alza le spalle.
Vado a prendere il mio solito bicchiere di latte e inizio a berlo.

<<quindi ci uscirai?>>
Chiede d'un tratto.

<<come?>>

<<con Stilton, ci uscirai?>>

<<Clayton, si usciró, perchè>>

<<per assicurarmi di avere casa libera per invitare una mia amica>>

<<oh>>

<<quindi ci esci?>>

<<si>>

<<okay>>
La sua risposta è brusca e qualcosa nella voce è cambiato.

<<bene>>
Dico io.

<<benissimo>> risponde lui.
Vado verso la mia camera.

<<perfetto!>>

<<FANTASTICO!>>
Sbuffo per il nervoso, è talmente lunatico!
<<bambinetta>>

<<che vuoi?>>

<<hai i baffi di latte>>

Quel Coinquilino Snervante - DAL 18 APRILE IN LIBRERIA!Where stories live. Discover now