trentuno

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Fa lentamente separare le nostre labbra.
È stato diverso dal solito... più bello, direi.
Ci guardiamo entrambi negli occhi, siamo spaesati tutte e due, abbiamo capito che è stato diverso dal solito.
Per un attimo ho dimenticato che ha baciato Jessica, ma solo per un secondo.
<<non puoi fare così>>
Gli dico senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi ora accigliati.
Sul suo viso appare un piccolo sorriso.
<<cosí come?>>
Così come? Davvero?! E me lo chiede?!
<<hai baciato Jessica, Caleb... non puoi pensare che vada tutto bene>>
La mia voce è più calma di quanto dovrebbe essere.

<<cosa vuoi fare, mettermi in punizione?>>
Sembra quasi infastidito dalla mia accusa, ma quella incavolato dovrei essere io non lui.
Sbuffo e faccio dei lunghi respiri, sono pur sempre uscita adesso da uno stato di trans.
<<pensavo avessimo chiarito, tu mi hai sentito no? Tutto a posto>>
Okay, è ufficiale, è infastidito.

<<non ci vuole niente a chiedere scusa se non guardi una persona negli occhi>>

<<ma io quelle cose le pensavo, non capisco perché adesso sei tanto alterata>>

<<non sono io quella alterata qui! Hai baciato un altra ragazza, Caleb! Mi sento umiliata e triste perché->>
E di nuovo, accade di nuovo, le nostre labbra si uniscono.
È impressionante quanto una persona possa essere lunatica.
Sono sorpresa dalla sua reazione, ma questo è il suo modo di zittirmi.
Sbarro gli occhi quando le nostre labbra sono a contatto e cerco di respingerlo mettendogli le mani contro il petto ma lui non si muove e continua a baciarmi.
Poggia solo dopo la sua fronte sulla mia.
I nostri sguardi si incontrano nuovamente.
<<mi di spiace, bambinetta, okay?>>

<<di spiace anche a me>>
Nel suo sguardo cambia qualcosa dopo le mie parole.
Quasi preoccupato... come se avesse preso una pugnalata nel petto.
Ma lui non sa che è lo stesso per me.

<<presumo che dovrò solamente aspettare>>
Sussurra.
Annuisco e gli do un piccolo bacio sulla guancia, per poi tornare a fatica nella mia stanza.

Mi hanno tenuto in ospedale per altri quattro giorni e adesso eccomi qui, dopo aver salutato tutta la mia famiglia e averli visti piangere, pronta per partire.
Caleb, dopo la nostra discussione, non è venuto a trovarmi in stanza quasi mai.
Carico le valige sulla macchina ma vengo fermata proprio da lui che le mette nel bagagliaio al mio posto per paura che si aprano i punti.
Lo ringrazio e salgo in macchina.
Questa volta mi siedo nei sedili posteriori per sdraiarmi e stare più comoda.
Fisso per qualche secondo Caleb, sono passate più di due settimane ma ha ancora l'occhio leggermente gonfio e sul labbro c'è una cicatrice.
Da quel che ho capito nel incidente lui si è rotto una costola e l'altro guidatore i denti e uno zigomo.
Come sempre mi addormento con la sua figura nella mia mente.

La macchina si è fermata.
Siamo in un benzinaio e Caleb sta facendo, appunto, benzina.
Guardo fuori dal finestrini e lo osservo mentre riempe il serbatoio e si passa una mano tra i capelli stranamente pettinati.
È giusto quello che stiamo facendo?
Ma di preciso: cosa stiamo facendo?
Non ne ho idea... ma fa dannatamente paura.
Entra in macchina e io faccio finta di dormire tenendo gli occhi socchiusi.
Mi guarda per qualche secondo e sospira sfinito.
Guida sempre lui, forse dovrei dargli il cambio... no... non ho voglia di guidare.
Se la caverà benissimo da solo.
È pur sempre Caleb.


Sento rumori di clacson e mille luci infastidiscono i miei occhi, che da chiusi, pian piano si aprono.
<<bambinetta...>>
Caleb mi chiama, non me ne ero accorta.
<<siamo bloccati nel traffico, c'è stato un grosso incidente più avanti... mi fermo in un punto di sosta il prima possibile così possiamo dormire>>
Dormire in macchina? Niente di più facile.
Annuisco ancora confusa e mi rimetto a dormire.
Dopo qualche minuto sento Caleb aprire uno sportello, probabilmente il suo, e in seguito il bagagliaio.
Mi guardo intorno e lo vedo estrarre una coperta.
Apre la mia portiera e faccio finta di dormire.
Vengo avvolta da qualcosa di caldo e mi accorgo solo dopo che Caleb mi ha messo addosso la coperta di lana.
Chiude la porta e torna al posto del guidatore, dove poi si addormenta e io faccio lo stesso.

È l'una di notte e non riesco a dormire.
Avendo dormito tutto il pomeriggio non riesco a chiudere occhio adesso.
Osservo Caleb che, con le braccia incrociate al petto e la mascella serrata, dorme profondamente.
Indossa solo una maglietta mentre qui dentro si muore di freddo.
Tolgo la coperta da sopra il mio corpo e la metto sul suo.
Fa freddo.
Sta per arrivare l'inverno e fuori ci saranno si e no cinque gradi.
Con delle per niente agili mosse vado davanti e in qualche strano modo mi siedo sopra le gambe del mio coinquilino facendo attenzione a non svegliarlo.
Poggio la mia testa sul suo petto e metto la coperta su entrambi i nostri corpi.
Dopo essermi rannichiata per bene, sento Caleb mugugnare qualcosa e mi maledico per averlo svegliato.

<<cosa?>>
Chiedo sussurrando visto che non ho capito.

<<se mi sbavi sulla maglietta ti uccido>>
Dice facendosi capire meglio.
Ridacchio e metto le braccia intorno al suo collo mentre lui con un suo braccio circonda la mia vita tenendomi stretta a se.
Come se potessi scappare da un momento all'altro.

Passano ore e io non mi sono ancora addormentata.
Ma questo Caleb a quanto pare non lo sa.
Sento la sua mano accarezzare il fianco dolcemente per non farmi svegliare.
Poi sospira.
<<probabilmente non mi sentirai, meglio... credo di essermi innamorato di te>>




Quel Coinquilino Snervante - DAL 18 APRILE IN LIBRERIA!Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin