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Soleil

<Ma perché non risponde?> sbuffo e chiudo la chiamata. Mi sto esasperando da almeno un' ora, Anne non risponde al telefono le avrò lasciato almeno venti chiamate ma lei non richiama nemmeno. Se sapessi dove fosse la confraternita andrei lì, so che sta li la maggior parte del tempo. Ho chiesto in giro ieri a qualche ragazza e mi ha risposto che di solito la si può trovare li. Decido di mettermi un paio di scarpe nere sportive con la zeppa interna, non hanno nessun logo particolare però a me piacciono lo stesso.

Metto un vestito estivo casual nero con uno scollo a V sul seno, ha dei fiori bianchi e rosa ed è lungo, un tocco di colore ci vuole sempre comunque

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Metto un vestito estivo casual nero con uno scollo a V sul seno, ha dei fiori bianchi e rosa ed è lungo, un tocco di colore ci vuole sempre comunque. Prendo il giacchetto di jeans, il mio telefono e la mia giacchetta per poi uscire dalla camera.
Dato che non ho idea di dove sia la confraternita, decido di cercarla su Google Maps.
Appuro che si trova nella traversa sopra il campus. Mi incammino sul marciapiede, e dopo qualche minuto di svariati 'gira a destra', finalmente arrivo.

Sarà di almeno tre piani l'edificio, è in mattoni con le finestre bianche. Prendo un respiro profondo e decido di salire gli scalini, arrivo alla porta e busso. Sarà qui? E se ho fatto una cavolata? Magari è un covo di drogati è psicopatici.
La porta si apre è mi rivela un ragazzo dai capelli ricciolini castani. <Uh, ciao bellezza. Cercavi me?> ma chi è questo?, fa una faccia da megalomane e io alzo gli occhi al cielo.

<Anne è qui?> strabuzza gli occhi, <come conosci Anne?> chiede stranito. <è la mia sorellastra> alle mie parole sbianca in volto, deglutisce è mi squadra meglio. <Ma sei sicura? Cioè... Non vi somigliate per niente> incrocio le braccia al petto, ma quando mi fa entrare?.
<Puoi farmi entrare?> chiedo al limite, annuisce e io entro.
Davanti a me c'è un corridoio, le scale, e su i lati ci sono quattro porte, due per ciascun lato.

Sento delle voci provenire dalla porta sulla sinistra e lui mi fa segno di seguirlo. La apre e io resto dietro di lui. <Qualcuno è venuto a farti visita Anne> il suo tono sarcastico mi dà su i nervi, mi fa passare e io finisco al centro della sala. Non ci credo..,
Lui?. Guardo la stanza e noto, un ragazzo dai capelli a caschetto chiari con un piercing al naso sul divano a sinistra, poi c'è lui sulla poltrona al centro con una ragazza dai capelli castani sulle sue gambe, giro il capo verso destra e poi vedo Anne.

<Che cazzo ci fai qui?!> si alza adirata e mi prende dal gomito, stacco il braccio e la fisso male<dobbiamo parlare> mi guarda in cagnesco. <oh, ma che bello questo spettacolino! Non lo credi pure tu Bradley?> la ragazza castana ha una voce davvero fastidiosa. Ci giriamo entrambe verso di lei, <dacci un taglio Sheila> le ringhia Anne.
Ah, si chiama Sheila quindi.
Noto che quel Bradley mi sta fissando, non capisco se è stupito o semplicemente infastidito.

<Hai qualche problema? Da quando hai detto che deve arrivare la tua sorellastra sembri sempre incazzata Anne, cos'è ti vergogni di lei forse?> ma ha capito che sono io o no?. Scoppia a ridere e io penso che questa ragazza sia proprio vuota mentalmente. <È lei la sua sorellastra e non è un obbrobrio, non ha un cazzo di cui vergognarsi.> apprezzo il complimento del ragazzo che mi ha aperto e gli sorrido rassicurante.

<Sul serio Jonas?> chiede l'altro biondo, lui annuisce. Sembrano come in un altro mondo questi ragazzi, è come se in questo momento stessi paragonando me al bianco e loro al nero.
<La tua sorellastra, Sul serio?> chiede Sheila guardandoci attentamente, dopo qualche altra occhiata scoppia a ridere. <Questa si che è bella, non vi assomigliate per niente>.
<Non siamo sorelle di sangue, mia madre sta con suo padre e basta> stringe i pugni Anne.

Probabilmente mi starà detestando in questo momento, è sempre stata una di quelle che odiano essere giudicate, ed è ciò che sta facendo Sheila ora.
<Lei non centra un cazzo con noi> ah, allora parla. Lo guardo seria al suo tono rude, <non ti preoccupare non sono qui per rubarti la scena> alza un sopracciglio e mi lancia uno sguardo di fuoco<parli troppo mocciosa> ma sentilo! <e tu dovresti pensare prima di parlare> temo che lui sia troppo infantile per i miei gusti.

<Voi due vi conoscete?> domanda Jonas. <si, l'ho incontrato ieri> mi fissa ancora con sguardo minaccioso, crede di farmi paura forse? <smamma> mi dice rude. Ma anche no,<no>.
Si alza d'improvviso e cammina verso di me, pensa di farmi paura? Bè si sbaglia. Lo fronteggio spavalda e lui arriva a un soffio dal mio viso, e stringe la mascella al mio sguardo determinato, gli altri restano in silenzio e ci fissano confusi.

<Ho detto vai via> alzo il capo di più e lo guardo in quelle pozze di terra. <e io ho detto no> non può credere di comandarmi. È un tipo abituato a farsi rispettare l'ho capito, li comanda a bacchetta i suoi amici ci scommetto, peccato che con me non funzioni. Mi guarda qualche altro secondo e poi mi prende dalle cosce, emetto un urlo e lo prendo a pugni sulla schiena.
<Pezzente!> gli urlo contro, cammina fino a fuori e io protesto.

Mi rimette giù e io mi avvicino a lui dandogli uno schiaffo ben piantato in viso. Si sente lo schiocco e quando volta il capo verso destra io lo attacco<fai di nuovo una cosa del genere e ti stacco la testa, hai capito?> si volta lentamente verso di me. Mi guarda freddo e bruciante allo stesso tempo<Ti ho avvertito> sputo rabbiosa per poi scendere le scale e andare via.

Mentre mi allontano sento il suo sguardo ghiacciante perforarmi la schiena, svolto a sinistra e ritorno al dormitorio. Non gli permetto di comportarsi così con me, non so con chi diavolo è abituato ma con me non la scampa.

Angolo autrice.

A domani❤





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