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Soleil

<Salve ha bisogno di una mano?> chiedo alla ragazza appena entrata nel negozio. Oggi è giovedì quindi io ho il mio turno, durerà fino alle otto perciò ho ancora un'ora fa fare e poi posso andare a casa. La ragazza sorride imbarazzata e annuisce<ehm... Vorrei comprare un completino in pizzo.. > annuisco e le faccio cenno di seguirmi. Io mi occupo della zona intimi, spesso le ragazze sono un po' timide, le capisco in realtà, anche a me succede quando compro degli intimi sexy.

Prendo due completini, uno rosa e uno nero, li poggio sul bancone in vetro e le chiedo se le piacciono. <Questa è una mutandina alta, il pizzo non dà tanto fastidio perché questo è morbido come tessuto, che ne dici?> le domando. Tocca il tessuto è annuisce convinta. Ha preso il rosa, in effetti è molto carino. <la taglia?> una seconda di seno e una terza di slip.
Prendo la taglia e lei va a provarla nel camerino.

Mentre aspetto che se lo misuri, io ripenso a stamattina. Oggi non l'ho proprio visto a Bradley e onestamente l'ho trovato strano, lui di solito mi infastidisce sempre ma oggi sembrava essersi volatilizzato. Ricevo una chiamata da mia madre e rispondo<pronto?> rispondo, <tesoro, ciao! Ti dimentichi di me per caso?> sorrido e mi guardo intorno<mamma sono a lavoro adesso e no, non ti dimentico> lei e le sue strambe preoccupazioni. È vero non l'ho chiamata ultimamente ma perché ero impegnata con lo studio o con Bradley, e quando tornavo al dormitorio mi addormentavo subito. <Hai un lavoro?!> chiede urlando felice. <Si, è in un negozio di abbigliamento. Comunque ora vado ci sentiamo>  sto per chiudere quando dice<va bene, ma chiamami poi> la saluto e chiudo.

Mi avvicino al camerino e senza entrare chiedo<va tutto bene? Ti piace?>, <si, lo prendo> perfetto.
Dopo che la ragazza paga, non viene più nessuno perciò Giselle dice che posso uscire prima. Si occuperà lei della mia zona in caso. Quando torno al dormitorio prendo le chiavi dalla borsa e le metto nella serratura per poi entrare in camera mia. Ho bisogno di una doccia in questo momento.

Poso la borsa sul comodino, prendo l'occorrente per andare al bagno insieme all'accappatoio e poi esco con la chiave.
Dopo essermi lavata per ben venti minuti, mi sento rinfrescata e pulita, odoro di frutti di bosco. Mi sono asciugata i capelli in bagno e adesso li ho raccolti una coda alta. Prendo il pigiama dall'armadio e me lo metto insieme all'intimo militare.

<Ok> parlo da sola e vado verso il letto, scosto le coperte e sto per salire quando poi<Torres! Aprì questa porta di merda> mi sembrava strano che non mi rompesse le scatole oggi. Sbuffo e vado ad aprire la porta. <Che vuoi?> domando burbera.
<Fammi entrare> ha gli occhi rossi, è fatto? <ti sei fatto?> lo guardo scioccata e lui ghigna per poi entrare di scatto, sorpassandomi. Non è stabile, i suoi passi sono insicuri. Ma che diavolo si è preso?

<Stai bene..?> domando chiudendo la porta, mi avvicino a passo lento e ad un tratto lo vedo cadere a terra.<Bradley!> mi avvicino lo vedo steso a terra con un sorriso<sto... Bene> si come no. <Vieni mettiti a letto> ridacchia e io lo alzo dal braccio per farlo alzare. Si appoggia al comodino con l'altra mano e dopo si alza con mio aiuto. Lo faccio stendere nel letto e lo aiuto a cacciarsi la giacca nera.
<Quante ne hai prese?> scoppia a ridere e io alzo gli occhi al cielo.

<Bradley> dirigno i denti e lui tossisce, <due pasticche> è un miracolo che sia ancora in piedi, come diavolo ha fatto ad arrivare qui?<aspetta che ti prendo qualcosa dal mini frigo> dovrei avere un succo, o magari l'acqua può aiutarlo. Prendo la bottiglietta ancora non aperta e lo raggiungo. <Alzati su> mi siedo accanto a lui sulla destra e lo alzo  dalle spalle. Mio Dio sembro una madre che accudisce il proprio figlio così.

Lo faccio bere dalla bottiglietta e dopo due grandi sorsi si ferma, il mio sguardo finisce sulla sua lingua che si lecca le labbra. Finiscila Soleil, non è il momento mi dico mentalmente. <vuoi da mangiare? Ho delle patatine Magari potrei..> non mi lascia finire<no, sto bene> annuisco.
Lo faccio appoggiare con la testa sul cuscino e poso l'acqua sul comodino. Solo lui può cambiare una mia serata tranquilla in una serata da ospedale. Io comunque sto morendo di sonno perciò dico <fatti più in là, che mi metto accanto a te> si sposta e io mi metto sotto le coperte.

Mi giro verso di lui e lo becco a fissarmi, i suoi occhi sono davvero rossi, gli bruceranno forse? <Ti devi sempre cacciare nei casini eh?, ci godi nel farti male>si caccia le scarpe con i piedi e li appoggia sul materasso, lui non è sotto le coperte come me. <Sono bravo in questo> sospira. Già menomale che lo sa pure lui.<Me ne sono accorta, hai anche l'abitudine di venire da me  in questi casi> lo fisso e lui mi studia con lo sguardo. <Tu però non ti rifiuti, lo fai stesso perché?> bella domanda. Dico di odiarlo ma alla fine lo salvo sempre, forse perché sono curiosa? Perché non mi va di lasciarlo nei guai o con se stesso?, non lo so.

<Non lo so> sospiro e lui inaspettatamente mi sorride, ma questa volta ha un sorriso diverso, di cuore quasi. <Noi due siamo simili Soleil>sussurra serio, ha uno sguardo compiaciuto che mi fa perdere un battito. Che vuol dire che siamo simili?, a me non pare.
Si avvicina a me e si gira di profilo, il suo naso sfiora il mio e quando sento il suo profumo, come per riflesso chiudo gli occhi. Odora di menta e muschio, mi piace questo odore.

Li riapro e il suo sguardo fisso sul mio mi destabilizza. <Non lo ammetteresti mai ma
sei come me. Hai un po' di cattiveria in te Soleil, te la faccio uscire spesso> scuoto la testa, <non è vero> mi difendo. Si avvicina alle mie labbra ed è praticamente ad un soffio da esse. <lasciati andare> sussurra con voce suadente. No, non posso.<No> dico in un soffio.
<Perché? Hai paura?> chiede furbo, no ho paura che se mai iniziassi a provare qualcosa, lui mi distruggerebbe con un dito.

<So che usi le ragazze, io non sarò l'ennesima> ha sbagliato proprio tipo, io non gli permetto di trattarmi come un oggetto.
<E se tu non fossi come le altre?> domanda interessato in una mia risposta. Vuole farmi credere di essere speciale ma so che non è così. <Smettila di fare così, so che non sono nulla per te> mi indica il letto<guarda dove sono però> faccio spallucce<è per un tuo torna conto. Ci scommetto che non sapevi come tornare, per questo sei venuto da me. Tu hai la tendenza a venire da me in questi casi> dico sicura.

Mi guarda divertito e mi mette una mano in faccia per coprirmi gli occhi. <Ma che fai?> domando divertita,<i tuoi occhi mi danno fastidio> si allontana da me di qualche centimetro e vedo che si mette sotto le coperte. Ho capito mi sa che dorme qui stasera il leoncino. Sospira sul cuscino e chiude gli occhi, mi giro di spalle e dopo qualche secondo sento che si avvicina a me. Poggia la fronte sulla mia schiena, lo fa spesso in realtà, come se si sentisse al sicuro così.
Sorrido d'impulso e quando sento un suo braccio passare sul mio ventre e intrufolarsi sotto la mia maglietta, inizio a sentire il cuore battermi.

<Non ti fare strane idee, ho freddo e tu sei calda, perciò zitta> ridacchio al suo tono burbero ma faccio come dice.
<Notte Bradley> sussurro, non ricevo risposta però sento il suo braccio stringersi di più e avvicinarmi al suo petto per niente freddo.


Angolo autrice.

A stasera ❤

Che ne pensate?

 I colori della FelicitàWhere stories live. Discover now