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Soleil

<Santa domenica!> esclamo rigirandomi sotto le lenzuola.
Amo la domenica, soprattutto perché non devo fare nulla. Non devo studiare, lavorare, insomma cosa si chiede di meglio?. Mi accoccolo sul cuscino e chiudo gli occhi estasiata da questa pace, fino a quando non suona il mio cellulare. <Sono proprio una sfigata> sbuffo seccata ma poi lo prendo.
Rispondo senza neanche vedere chi è, <pronto>dico mezza addormentata.

<Stavi dormendo?. Cos'è facciamo a cambio?> Bradley!.
Apro gli occhi di scatto e guardo l'orario sull'orologio. <Ma sono le dieci di mattina. Lo sai che io dormo molto> sento che sghignazza. <Si, lo so> mi era mancata la sua voce, anche se ci siamo sentiti ieri. <Che stavi facendo di bello?> gli chiedo girandomi a pancia in sù.
<nulla, sto andando da mio padre. Oggi inizia la chemio> vorrei tanto essere con lui adesso, so che ha bisogno di me.

<Andrà bene, vedrai> dico alzandomi a metà busto.
<Lo spero> sospira.
<Ora devo andare, sto entrando>
Mi riprendo dal mio stato mezzo addormentato e rispondo<si, chiamami se succede qualcosa>
<Va bene, ciao> lo saluto anche io, per poi chiudere la chiamata.
Che casino tutto questo, se avessi avuto più soldi sarei andata con lui lì, ma già è tanto se ho potuto comprargli il biglietto di andata e ritorno, figuriamoci se avessi potuto prendere il mio.

Mi alzo dal letto e vado verso l'armadio. Prendo un top colore panna con le maniche a sbuffo lunghe, mi metto i jeans strappati e di sotto metto i stivaletti neri.
Ho voglia di un frappé. Quasi, quasi chiamo Anne. Con Bridget non abbiamo fatto pace, non capisco seriamente cosa le prenda. Trova sempre un pretesto per parlare male di Bradley, ma io non credo che sia affar suo lui. Caso mai è affar mio. <Pronto?> risponde al telefono. <Ey, senti ti va di uscire con me?, solo con me però. Io e Bri abbiamo litigato> dico attivando il vivavoce.

<Questo si, che è un buon pretesto per uscire. Comunque io sono al Rocket con i ragazzi. Se vuoi passa qui.> ah, è quello vicino alla confraternita. <Arrivo> chiudo la chiamata e metto il portafoglio, le chiavi e il cellulare dentro la borsetta. Mi metto del profumo e dopo esco.
Ho seriamente bisogno di una macchina, non posso andare avanti così. Consumo più soldi per il taxi che per il cibo maledizione. Infatti stavolta, decido di andare a piedi.

Dopo quindici minuti circa, arrivo al Rocket. Apro la porta e vedo il tavolo a destra occupato da Anne, Oscar e Jonas. Sorrido d'impulso. <Ey, come va> li saluto e loro mi guardano sorpresi<ma guarda chi si vede!, credevamo che Bradley ti avesse rapita> sorrido divertita. <Posso sedermi?> chiedo indicando la sedia accanto a Anne. <Certo, scema> sempre gentile lei.
<Allora, che combinate?> chiedo guardandoli.

<Stavo dicendo a Jonas che certe battute per flirtare non le deve dire> li guardo sorpresa<che battute?> Anne beve il suo bicchiere di aranciata e fa finta di restare indifferente. <Ad esempio questa: Tu sei come un interruttore della luce, mi accendi. Ma ti pare che dici certe frasi?> scoppio a ridere e Jonas fa una faccia offesa<ey, vedi che funzionano!> questi due sono proprio scemi. <Ma per favore, le tue frasi fanno schifo> lo beffeggia Anne.

Jonas la guarda con sfida. <Perché tu che frasi utilizzi?> Anne lo guarda storto<io non uso alcuna frase, mi basta uno sguardo> ouch. Questa ha fatto male, la situazione si sta facendo calda qui. A giudicare dai loro sguardi sembrano due affamati di sesso. < Uno sguardo? Non ci credo> risponde indifferente. Vedo una leggera punta di irritazione nel suo sguardo.
<Scommettiamo?> Oscar se la ride e Anne gli pone la mano.

<Vediamo> Jonas la stringe e lei si alza dal tavolo. Si guarda intorno e fissa il ragazzo al bancone che sta servendo una signora. <Vuoi qualcosa Soleil?> annuisco confusa. <un frappé alla nocciola> annuisce e con sguardo felino si avvia al bancone. <Amico vedi che ti fotte> sussurra Oscar.
<Pure io lo penso. Era molto popolare Anne a scuola, ed è vero quello che ha detto. Le basta sul serio uno sguardo> la vanto, voglio vedere la sua reazione.

Se prova qualcosa per lei, lo dimostrerà il fastidio. Lui guarda Anne che si mette con i gomiti al bancone e ad un tratto noto che stringe la mascella. Bingo.
Anne fissa con sguardo penetrante il ragazzo, fino a quando finalmente cattura la sua attenzione. Credo che lei gli stia chiedendo il mio ordine.
Mentre il ragazzo prepara il frappé, lancia delle occhiatine a Anne che irritano Jonas.
<Va bene ho capito, Anne vieni qui!> la chiama a voce alta.

Lei sogghigna e prende il frappé. <Oh mio Dio, le ha dato il numero> dico ridendo. Jonas alza un sopracciglio allarmato<che?> fa i raggi x ad Anne e dopo, quando si siede, le chiede<ti ha dato il numero?> annuisce fiera di sé. L'avevo detto io, che le bastava uno sguardo. <Si ma non ti serve, buttalo>si, le piace Anne. Sono sicura. Inizio a bere il mio frappé mentre loro bisticciano<decido io se buttarlo o meno, non tu> Jonas la guarda male.

<Jonas lasciala stare, saranno cazzi suoi alla fine no?> bravo Oscar, sono pienamente d'accordo con lui. <Ma tu da che parte stai?> esclama irritato. <Oh, andiamo ragazzi non litigate> li rimprovero e, stranamente sembrano ascoltarmi.<Soleil da grande sarai un ottima madre me lo sento> dice Oscar facendomi ridacchiare. <Magari> per qualche strano motivo mi passa un immagine in testa. Ci siamo io e Bradley che teniamo per mano una bambina. Arrossisco al pensiero e scuoto la testa.

<Che ti prende?> mi chiede Anne. <Nulla, niente> le sorrido imbarazzata. Alza le sopracciglia ma non ribatte. <Ma bene, bene guarda un po' chi c'è qui> Steven.
È davvero snervante la sua voce.
<Che vuoi?> mi giro verso destra  e lo fisso guardandolo dal basso.
<Sparisci> gli dico seria. Come se non mi avesse sentito, si siede accanto a me. I ragazzi lo guardano straniti<tu sei?> domanda Jonas. <Steven, il suo ragazzo> ma come si permette?
Tra noi è finita da un pezzo!
<Non è vero, è il mio ex> ribatto piccata. Lui sorride sfacciato e i ragazzi lo guardano perplessi.

<Sento puzza di guai> bisbiglia Oscar a bassa voce, solo che io lo sento forte e chiaro. <Anne, ciao. Come stai?> le chiede mentre lei lo guarda con disgusto<stavo bene prima che arrivassi>mi viene da ridere per la sua risposta. <Steven vattene, non ti voglio qui>è possibile che non capisca la mia repulsione?.
Fa spallucce, come se nulla fosse. <sai che me ne frega. Questo è un luogo pubblico, posso stare dove voglio> Credevo si fosse arreso, e invece mi sbagliavo. È sempre il solito, non è in grado di accettare un 'no'.

<Bene, me ne vado io allora> faccio per alzarmi ma Anne mi blocca<non ti azzardare. Se c'è qualcuno che deve andare via, è lui> lo fissa in maniera fredda.
Steven la guarda con astio e dopo aver fatto schioccare le labbra si alza dalla sedia. <Ci vediamo Sol> mi riserva un'occhiataccia di rimprovero, per poi andare via.
<Credevo si fosse arreso> parla Anne. <lo credevo pure io> sospiro stanca.



Angolo autrice.

A domani❤

Steven non molla..

 I colori della FelicitàWhere stories live. Discover now