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Bradley

Entro in ospedale con un peso nel petto non indifferente. Poco fa ho sentito Soleil e la sua voce mi ha rasserenato un po', almeno. Ho una fottuta paura di sapere quello che i dottori vogliono dirmi. Percorro il corridoio e arrivo davanti al bancone. Trovo un' infermiera di origini probabilmente africane, dato il colore della sua pelle.
<Salve, cerco il dottor West> dico guardandola dall'alto.<Tu sei?> scuoto la testa<non avevo un appuntamento, però sono qui per sapere le condizioni di mio padre. È un vostro paziente, si chiama ' Mark King'> controlla alcune cartelle e dopo annuisce con il capo.

<Attualmente il dottore è in sala operatoria però se vuoi puoi accomodarti in camera di tuo padre. Gli dirò di venire li> annuisco e dopo mi dirigo in camera di mio padre. Non so in che condizioni può essere, so solo quello che mi ha detto per telefono il suo badante.
Arrivo alla camera dodici, busso e dopo entro. <Che mi prendesse un colpo, Brad?> guardo quel vecchio screanzato sul letto e mi avvicino.

<Ciao cazzone> lo sfotto. Tra me e mio padre c'è sempre stato questo rapporto, sembriamo più amici che padre e figlio. Lo trovo con addosso una tuta nera, e i suoi immancabili capelli bianchi.
Mi avvicino e lui mi abbraccia di colpo<hai intenzione di farmi prendere un infarto per caso?> ridacchia con voce rauca, da vero uomo. <Dovrei dirlo io, non tu> scoppia a ridere e io mi domando come ci riesca nella sua situazione di merda.

Mi stacco e mi siedo accanto al letto, sulla sedia. <Che succede Mark?> gli domando con voce diretta. Sospira<passami una sigaretta> scuoto la testa, <col cazzo. Non è il momento nella tua condizione> alza gli occhi al cielo. Quando era più giovane mio padre era diverso, sempre devoto al lavoro, alle buone maniere. Ora invece è uno zoticone psicopatico.
<Hai messo sù un po' di testa, mi fa piacere> io l'avrò messa ma lui l'ha persa.

<Tu invece? Come mai sei così scorbutico?> chiedo appoggiandomi allo schienale.
<Vuoi la verità?> annuisco.
<Sono stanco> quando sento il suo tono rassegnato, perdo un colpo. <Perché proprio ora?> domando. Questo sarebbe il momento adatto per non arrendersi, per lottare per la sua vita, eppure sembra che non ne abbia voglia. <Ho dedicato la mia intera vita al lavoro, e a te. Sono al limite di tutto Bradley> sospira guardando fuori dalla finestra.

Sentirlo così, arreso, fa male. Lui nel bene o nel male è tutto ciò che ho, a parte Soleil. Sto per aprire bocca e rispondere quando entra il dottor West. <Uh, guarda chi abbiamo qui> esulta, <Bradley> gli stringo la mano. <Dottore, è un piacere rivederla> sorride.
<Signor King> saluta mio padre e lui alza gli occhi al cielo. Non gli piace molto il dottor West.
<Posso parlarle un attimo?> domando al dottore, <certo. Venga fuori> mi alzo dalla sedia sotto lo sguardo attento di mio padre ed esco.

<In che condizioni è?, il suo tumore è peggiorato?> chiedo serio. Il dottore sospira facendo aumentare la mia preoccupazione. <Il suo tumore è in uno stato di sbando, ci sono tratti in cui sembra che possa guarire e altri in cui sembra che possa morire da un momento all'altro.> Che cazzo vuol dire?.
<Quindi?> domando esasperato.
<Se gli facessimo la chemio, c'è una probabilità che lui non possa farcela> gelo, ecco cosa sento. Non ci sono strade alternative.

Che cosa dovrei fare?.
Se lui facesse la chemio potrebbe non farcela e in questo stato non può restare neanche, rischierebbe di morire da un momento all'altro. Qualunque scelta è un semaforo rosso.
<Le probabilità che funzioni, quante sono?> domando passandomi una mano fra i capelli. <nelle sue condizioni è solo il quaranta per cento> faccio una smorfia e mi appoggio alla parete con la testa. Chiudo gli occhi un attimo perché non riesco a pensare.

<Qualunque scelta tu prenderai ragazzo, voglio che tu sappia che la colpa non è tua. Se lui non dovesse farcela, è perché Dio ha voluto così> Dio è un egoista. Non poteva prendere ad un altro? No, giusto, giusto mio padre. Io sono già una persona di merda, non sono neanche un buon figlio probabilmente ma almeno lui poteva evitare di portarmelo via cazzo. <Pensaci, hai tempo fino a domani. Poi dovremmo occuparci noi di lui> mi lascia da solo sulla parete,  per poi andare in un altro reparto.

Dopo qualche minuto perso nei miei pensieri, rientro in camera di mio padre. <Non piangere per me figliolo> dice senza guardarmi. <Non sto piangendo> dico serio. <Ma piangerai> perché mi deve fare girare i coglioni anche lui?. Non può pensare in positivo? Già basto io per pensare in modo negativo.
<Hai mai pensato di fare la chemio?>domando sedendomi sul letto. <Si, ma già so che morirei se la facessi> gli darei un pugno se non fosse così malconcio e scarno.

<Vaffanculo Mark. Voglio cercare di non pensare solo al lato negativo per una volta e, tu non aiuti per niente!.> esclamo irritato. Mi fissa con quei suoi occhi azzurri, quasi glaciali che mi pietrificano sul posto.
Resta in silenzio e io sospiro.
L'unica che potrebbe aiutarmi in questo momento è Soleil.
Un sorriso mi scappa involontario se ripenso a quanto era in ansia per me ieri.
<Perché sorridi così? Sei inquietante> lo guardo male.

<Cazzi miei> ridacchia per poi toccarsi la poca barba in volto.
<No, no. Sento che qui c'è lo zampino di una donna, vero?>
Scuoto la testa. Scoppia a ridere e batte le mani sul materasso.
<Oh, aspettavo da una vita questo momento> mi deride.
In effetti lui era solito dirmi 'un giorno ti innamorerai e la finirai di trattare male le donne.' io scoppiavo a ridere quando lo sentivo sparare certe cazzate.
<Non sono innamorato> dico convinto e cercando di restare indifferente.

Alza un sopracciglio<quindi c'è una lei, non l'hai negato. Chi è? Come si chiama?> domanda a brucia pelo. <Sei una rottura, si chiama Soleil comunque> strabuzza gli occhi al nome.
<Soleil.. Bel nome> commenta assaporandolo in bocca.
<Com'è?> domanda toccandosi il mento. <Bionda, occhi verdi. Paranoica e petulante> ridacchio per tutti gli aggettivi 'carini' che le sto affibbiando. <Chissà come ha fatto a conquistarti> si chiede a voce alta.

<Me lo domando anche io> mi lascio sfuggire questa frase e dopo me ne pento subito<cazzo lei ti piace!> urla mio padre euforico. <No> annuisce, <si invece, l'hai praticamente ammesso> mi indica.
Alzo gli occhi al cielo per poi alzarmi. <Vado a farmi una sigaretta> apro la porta, sotto le sue imprecazioni ed urla. <Bravo scappa dalla realtà!> è insopportabile, assolutamente insopportabile.

Angolo autrice.

Sorpresa❤

Ho aggiornato prima❤

 I colori della FelicitàWhere stories live. Discover now