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Soleil

Sono passati due giorni da quando ho litigato con Bradley e, per l'ennesima volta mi sta ignorando. Onestamente mi dà fastidio il suo comportamento, quando passavo nei corridoi del campus lui non mi guardava neanche. Il suo comportamento è infantile, e per questo motivo oggi andrò da lui per parlargli.
Non posso girarci intorno ormai, mi sto legando a lui nonostante tutti i suoi innumerevoli difetti.

Vorrei semplicemente che lui vedesse le cose in modo più umano. Non so che tipo di passato ha avuto però vorrei che me ne parlasse, anche se so già che non lo farà. La suola delle Nike calpesta i gradini e quando arrivo davanti alla porta, busso sul legno. Mi scaccerà via? Probabilmente si. Si arrabbierà? Si, anche questo. Sospiro e aspetto che la porta si apra.
<Oh, ma guarda. Soleil giusto?> guardo Oscar e annuisco. <Sei qui per Anne?> chiede sfacciato.

<No, sono qui per Bradley> alza le sopracciglia e anche se confuso, mi fa entrare.
<È in camera sua> dice. <Va bene grazie> salgo le scale e una volta arrivata, busso.<Bradley, sono io Soleil. Posso entrare?> sento dei passi avvicinarsi. La porta si apre  e mi rivela la sua figura senza maglietta. Per poco svengo. <Ciao> alzo lo sguardo e lui si appoggia alla porta con la spalla.
Mi guarda impassibile e io mi prendo di coraggio.

<Posso parlarti?> chiedo diretta, senza tergiversare. <Se proprio devi> alzo gli occhi al cielo al suo tono seccato e poi entro in camera sua. Una volta dentro lui va al suo armadio e io incrocio le braccia al petto. Noto la sua bella schiena, liscia e impavida. Ultimamente sono pervertita, mi stupisco di me. Devio lo sguardo e inizio a parlare<sei arrabbiato con me?. Per questo mi ignoravi al campus?> si mette la maglietta nera e flette le braccia, la sua v in basso al ventre è molto pronunciata e di certo non aiuta la mia concentrazione.

Grazie a Dio che si sta coprendo.
<Ti dai troppa importanza> eccolo, ora inizierà a sminuirmi e a darmi dell'idiota. Ormai so la sua tecnica.<di certo se per te non fossi niente, non credo che mi avresti vendicata con il professore Shane.> ribatto piccata. Sento che sghignazza e lo guardo male<non l'ho fatto per te, ma per me. Quell'uomo è un gran bastardo, se lo meritava di soffrire> si affaccia alla finestra e io lo guardo di profilo.

I raggi del sole colpiscono il suo viso mettendo in mostra la sua mascella ben delineata. Tanto bello quanto stronzo vorrei dire,  però sto zitta. <Allora perché hai trattato in quel modo quella donna?> chiedo. <Perché viveva in un illusione. Era convinta di conoscere il suo adorato marito ma in verità non lo conosceva così bene. Lo trattava come se fosse oro quando era catrame putrido. Doveva svegliarsi e quello era il modo più veloce> i suoi metodi fanno schifo, poteva dirle ciò che pensava anche in un altro modo.

Sospiro<Ci sono modi e modi però> alza gli occhi al cielo <io conosco questi, non so più come dirtelo> ha un tono irritato, il mio continuo metterlo in discussione lo infastidisce, lo so.
<Bradley, ormai ho capito come sei fatto. Io mi sono abituata alla tua presenza e per quanto mi costi ammetterlo, mi sto affezionando a te.. > deglutisco e lui strabuzza gli occhi. Non se lo aspettava, il suo sguardo la dice lunga. <Non farlo> mi intima serio<fare cosa?> chiedo confusa.
<Legarti a me. Ti farò del male>

Mi sta mettendo in guardia. Mi aspettavo che mi allontanasse come sempre in realtà, però mi sta avvertendo. Se rimango, se resto al suo fianco io mi faccio male. Non sto ascoltando il mio cervello in questo momento, ma altro e infatti mi avvicino a lui. Mi alzo sulle punte e lo abbraccio stretto a me. Sento che ispira di scatto alla mia stretta, metto il mio viso sul suo collo e mi lascio andare per la prima volta.
Non è irrecuperabile, c'è qualcosa di buono, io lo vedo.

Devo scavare per trovarlo, però c'è. Serve solo la giusta spinta.
<abbracciami> sussurro con voce attutita sul suo collo. Dopo qualche secondo di silenzio, sento le sua braccia stringermi attorno al busto. <Finalmente, un po' di dolcezza> ridacchio e lui mi stringe più forte, quasi a stritolarmi<questa ti basta?> chiede sfacciato. Cavolo non respiro quasi, <no è troppa> trattengo l'aria e lui scoppia a ridere per poi allentare la presa su di me.

<Sei un pazzo!> lo guardo in volto e lui fa un sorrisetto impertinente. <Non sei coccolone tu> la mia era una costatazione, in effetti non ha mai dimostrato molta dolcezza con me. Cioè ha fatto solo il pervertito. <neanche tu lo sei> si difende orgoglioso.
<no io lo sono in realtà, solo che non ho avuto modo di dimostrarlo> faccio spallucce.
È vero, sono una persona coccolona e dolce ma solo con chi voglio io e con chi sento che merita.

Mi fissa incuriosito con degli occhi di sfida che mi fanno tremare quasi. <Bene dato che vuoi dimostrare la tua dolcezza, fammi una sega> oddio! Gli do uno schiaffo pesante sul petto e lui retrocede ridendo<ma sei scemo?> non ha un po' di contegno insomma, il modo serio in cui l'ha detto poi!. <Sei proprio un deficiente> prendo un cuscino dal letto e glielo lancio contro, lo schiva e poi con uno scatto mi alza dalle cosce.

Aderisco al suo petto imbarazzata, mi aggrappo alle sue braccia e lui mi tiene dalle cosce. Questi momenti non li abbiamo mai vissuti noi. Non c'è stata molta spensieratezza o dolcezza, è tutto nuovo come se ci vedessimo per bene solo ora.
Respiro sul suo collo e sento che sorride sul mio. <Ti conviene stare ferma che non ho molto controllo>dice roco,
divento tutta rossa e lui mi mette sul suo letto. Mi fa sedere e improvvisamente divento timida.
Mi sento strana, in modo piacevole però. <Sei sicura?> mi chiede all'improvviso, lo guardo e capisco che si riferisce a prima.

<Si, mi sto legando a te e voglio capirti meglio> sghignazza saccente<e se non te lo lasciassi fare?> lo prendo a pugni semplice, faccio una faccia buffa e mi alzo di scatto <lo farai> gli punto il dito contro. Mi sta analizzando in questo momento, sa che non sto mentendo però vuole sentirselo dire di nuovo. <Non vado da nessuna parte e tu?> chiedo incerta. Per un attimo fissa le mie labbra ma poi rialza lo sguardo. <Chi lo sa> scuoto la testa divertita e poggio le mie braccia suo suo collo.

Si morde il labbro e noto che cerca di nascondere un sorriso.
<tanto lo so che resti> sussurro, non risponde e mi morde la guancia tirandola verso di sé.
Guardo l'orologio dietro di lui sulla parete e mi accorgo che è tardi. Devo andare pure a comprarmi qualcosa da mangiare per stasera.
<Devo andare ora> sospiro, <dove?> chiede serio. <A prendermi da mangiare e poi al dormitorio> annuisce e si stacca.
<Fai il bravo> gli faccio l'occhiolino e lui scuote la testa divertito.

È appoggiato alla scrivania con la schiena e mi fissa intrigato.<no>
Alzo gli occhi al cielo e mi avvio verso la porta sotto il suo sguardo. <Ciao Bradley> sorrido e quando sto per chiudere la porta lo sento dire<Ciao Torres> ridacchio felice e con un sorriso esco dalla confraternita.


Angolo autrice.

A stasera ❤




 I colori della FelicitàWhere stories live. Discover now