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Soleil

Oggi è sabato, perciò domani finalmente non avrò lezione è mi potrò rilassare un po'. Mi alzo dal letto mezza addormentata e mi prendo il necessario per andare a farmi una doccia, prendo la mia borsetta e l'accappatoio per poi andare dritta in bagno.
Dopo circa una ventina di minuti rientro in camera e mi inizio ad asciugare i capelli con il phon.
Mi sono alzata qualche minuto prima oggi proprio per non arrivare in ritardo come al solito.

<Ok fatto> li raccolgo in uno chignon e lascio due ciocche libere. Prendo i vestiti dall'armadio e opto per una gonna lunga che arriva fino al ginocchio elasticizzata. Ha delle fantasie scozzesi infatti è rossa con dei quadretti e righe nere.
Di sopra metto una maglietta nera a tinta unita e la infilo dentro la gonna. Prendo le mie Nike basse bianche e il mio giacchetto di jeans lungo.

Metto un po' di mascara e fard e dopo sono pronta per andare.
Cammino per il campus da sola, già oggi non c'è Bri. Ieri si è sentita male dopo aver mangiato dei calamari fritti, eravamo uscite insieme ma quando siamo tornate al dormitorio ha rimesso e io l'ho dovuta aiutare, stava davvero uno schifo poverina.
Entro dentro e mi dirigo nell'aula d'arte. <Salve professore> mi sorride, <ciao cara entra> annuisco e mi siedo alla mia postazione.

Dopo qualche minuto entrano pure le altre ragazze ma non appena sto per girare lo sguardo.
<No ti prego.. > dirigno i denti. <Lui è un nostro nuovo allievo ragazze, trattatelo bene> sto per spezzare il pennarello e lanciarlo verso di lui.<Prego Bradley puoi sederti dove vuoi> ma professore! Fa un ghigno e io lo guardo male. È venuto per rompere un altro mio disegno forse?. <Ciao Soleil> sussurra al mio orecchio da dietro. Inizio ad odiare il mio nome.

<Che diavolo ci fai qui?> chiedo a bassa voce quando si siede nel cavalletto accanto a me. Fa un sorrisetto diabolico<lo sai che ci faccio qui> lo fisso con rabbia. Non può proprio lasciarmi stare vero?<no in realtà non lo so> riprendo il pennello, cerco di farmi venire in mente qualcosa ma è difficile quando mi mette la mano sulla coscia e cerca di tastare luoghi inappropriati.
<Finiscila> schiaffeggio la sua mano e lui ridacchia.

<Te lo ripeto, perché sei qui?> chiedo esasperata. Mi fissa serio un attimo per poi avvicinarsi di colpo al mio viso, fa un sorrisino crudele e a me sale la voglia di prenderlo a schiaffi. <Ti renderò la vita un inferno Soleil> lo fisso male<lo fai già> si morde il labbro divertito e io lo spingo via con l'altra mano. <Sei un isterico, credevo mi odiassi> annuisce<infatti è così. Odio il tuo modo di vedere le cose in maniera positiva> ma che diavolo vuol dire?, io non vedo mai le cose in modo positivo.

<non dire cavolate che ne dici già troppe> alza gli occhi al cielo. Dovrei farlo io non lui!,<ti faccio un esempio:una persona si è rotta il braccio e mentre tutti lo piangono e cercano di consolarlo, tu diresti 'uh dai forza! Ci sarà più lavoro per i medici, si più stipendio per loro'> cerca di imitare la mia voce ma fallisce miseramente. Ma quante cazzate spara dalla sua bocca? È davvero scioccante anche solo che le pensi. <Tu sei un isterico, non smetterò mai di dirlo. Ti inventi le cose quanto per avere la ragione, che poi neanche hai>
Alza le sopracciglia come per sfidarmi ma io lo ignoro.

Ritorno alla mia tela è quando mi viene un immagine in mente la disegno. Inizio a disegnare le orecchie con un giallo scuro, faccio i contorni, i tratti della testa e del viso. In tutto questo lui mi guarda attento. <Che stai disegnando?> chiede rude.
Non rispondo sono troppo concentrata. Faccio gli occhi di un azzurro e poi faccio un altro volto più piccolo, simile al primo.
<È una Leonessa?> chiede curioso. Annuisco e finisco di fare il piccolo con la madre.

Il disegno è completato. Non è un disegno intero, raffigura il volto di una Leonessa appoggiata con il mento sulla testa del proprio figlio. <finito> mi sposto una ciocca per dietro e lui guarda con occhi diligenti il mio disegno.
<complimenti Torres, ottimo lavoro> ringrazio il prof che guarda la tela finita con un sorriso e poi vado a posare tutto.
<Bradley! Stasera ci sei alla festa? > chiede una ragazza dai capelli corti bionda con un cappellino alla francese. <cazzi miei> alzo gli occhi al cielo.

La ragazza ci rimane palesemente male alla sua risposta cruda. <Professore posso andare in bagno?> chiedo. <Si> esco dall'aula e percorro il corridoio ed entro in bagno.
Vado a lavarmi le mani e me le insapono, dopo qualche secondo sento la porta aprirsi. <Pure nel bagno delle femmine!> fa un sorrisetto sadico e chiude la porta a chiave. Oh no. <Che stai facendo?> chiedo con voce preoccupata <nulla di che> avanza con sguardo penetrante e io retrocedo.

Si avvicina di scatto e mi sbatte contro il muro. Mi blocca con la sua presenza, la sua stazza mi fa rabbrividire quasi. <Piccola innocente Soleil> sussurra al mio orecchio, per poi morderlo. Deglutisco e provo a staccarlo.
<smettila di giocare!> mi blocca entrambi i polsi e li mette ai lati della mia testa. <ti odio> sputo rabbiosa. Lui sorride, perché a me? Tra tutte le ragazze di questo mondo doveva dare fastidio proprio a me?. <Stammi bene a sentire piccola Soleil> si avvicina alle mie labbra e poi guarda i miei occhi.

<Io mi prenderò tutto di te, fino a farti impazzire. Ti ridurrò in un brandello di cenere vivente. E tu diventerai dipendente da me e sarai mia>sussulto al suo tono sicuro e crudele. Crede sul serio che io mi ridurrei così per lui? Si sbaglia di grosso. <Mai> gli sputo in faccia e lui chiude gli occhi infuriato. Lo spingo via una volta del tutte e apro la porta a chiave per uscire.
Mi deve stare lontano, credevo che fosse solo un donnaiolo freddo ed egoista, invece è anche un manipolatore sadico.
Il punto è che lui ha un obiettivo, e sono io.

Angolo autrice.

A domani❤, non so se riuscirò a farne due però. In caso se ci riesco li vedrete.












 I colori della FelicitàWhere stories live. Discover now