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Bradley

Sento il rumore di una sveglia che, non è mia di certo. Apro gli occhi lentamente e mi accorgo di essere nella camera di Soleil.
Ieri sono venuto da lei, se non mi sbaglio erano le undici e qualcosa. Volevo vederla soprattutto perché per telefono mi era sembrata incazzata.
Spengo la sua sveglia sul comodino e, mi giro verso di lei che ancora è dormiente.
È buffa, ha le guance paffute quando dorme e le sue labbra sono rosee. Sembra un pesciolino.

La fisso con insistenza e ad un tratto vedo un goccio di saliva colarle dal labbro<ma sta sbavando?> sussurro a bassa voce. Mi viene da ridere però cerco di contenermi, non posso farcela con lei, sembra davvero una bambina. Mi alzo dal letto cercando di non fare rumore e prendo il mio telefono dalla tasca. Apro la fotocamera e mi avvicino per scattarle la foto.
Riprendo l'intero viso e mi mordo il labbro per non ridere.

Cazzo è troppo divertente. Se lo sapesse non mi farebbe più stare in camera sua, poco ma sicuro.
Irascibile com'è poi.
Poso il telefono sul comodino e dopo la scuoto dalla spalla. Dorme peggio di me, almeno io riesco ad alzarmi la mattina ma lei no. <Soleil> la chiamo,
non dà segni di vita. <Sol> di nuovo, mugugna qualcosa e dopo si gira dall'altro lato.
<Mi prendi per il culo> dico parlando tra me e me.

Sento che ridacchia e sorrido.
Non avrei mai e poi mai, pensato di ritrovarmi a dormire con una ragazza, svegliarla o persino legarmi ad una di loro. Sono un pezzo di merda. Io le faccio soffrire non le faccio le coccole o cazzate varie. Con Soleil però c'è qualcosa di diverso, mi porta a tirare fuori, un lato di me che non avevo mai visto.
Non sono un tipo esprime dolcezza, infatti sono molto freddo. Soleil lo sa, a volte però con lei mi scappa qualche carezza.

<È suonata la sveglia Sol> si volta verso di me, ha i capelli sciolti e le ciocche lisce le ricadono sul viso. Sbuffa<non mi va di andare a lezione oggi> sospira e io mi sdraio accanto a lei.
<Non ci andare allora> semplice.
<Non lo so.. > perché si deve fare mille paranoie ogni volta?, non ne avrà saltata neanche una, se manca ad una lezione non succede nulla di grave.
Le porto una ciocca dietro l'orecchio e dopo mi pento del mio gesto. Merda, a volte ho degli scatti istintivi con lei, tipo questo.

<Fregatene> le dico cercando di convincerla al saltarla.
Sorride, come per riflesso lo faccio pure io. <Vuoi che la salto? Mi vuoi portare sulla brutta strada, eh> ridacchia come una bambina. Apprezzo quello che sta facendo per me. Non mi sta giudicando per quello che sono, non si lamenta del mio carattere, lo sopporta e mi sta affianco.
<Sei già sulla brutta strada con me> dico serio. Scuote la testa e
tiene il broncio. <Non dire così. Stai cambiando Bradley, io lo vedo> ribatte con un ostentata sicurezza.

Anche questo lo apprezzo, il suo modo di vedere del meglio in me, il suo modo di difendermi. Mi fa sentire un po' bambino. È una cosa piacevole in realtà, non avendo mai avuto una madre non ho mai ricevuto delle carezze o delle attenzione femminili, tranne quei piaceri carnali che sento quando mi scopo qualcuna, ma non contano perché è solo sesso. Lei invece mi tratta come un bambino da accudire a volte. Mi fa ritornare indietro nel tempo.

<Quanto ci tieni a me?> chiedo passandomi una mano fra i capelli. Sono incuriosito da una sua potenziale risposta. <Ci tengo> ribatte non esponendosi.
<Quanto?> ridacchia e scuote la testa rivelandomi i denti bianchi.
<Non te lo dico, tu vuoi una quantità> annuisco con la testa.
Mi metto sotto le coperte e mi sdraio sopra di lei. <È inutile non avrai una risposta, mascalzone> sogghigna mentre le bacio una guancia. La sto provocando si. Mi piace quando cede, quando si perde in me.

Continuo a lasciarle dei bacetti sulle guance e lei ride.
Le coperte rivestono i nostri corpi dandoci un momento intimo.<La risposta la voglio, sul serio> mi stacco dalla sua guancia e le guardo gli occhi verdi che in questi giorni mi stanno catturando più del solito.
Sospira e mi accarezza la guancia destra. I suoi polpastrelli mi regalano della dolcezza che mi fa quasi tremare. Mi guarda dentro gli occhi e strofina il naso al mio.
<Molto. Ti basta sapere questo>  bisbiglia.

Nascondo il viso sul suo collo e metto i gomiti sul cuscino, ai lati della sua testa. Inizia ad accarezzarmi la schiena e io deglutisco. Per la prima volta in circa ventitre anni della mia vita, sento qualcosa. Mi sta annientando questa ragazza. Piano piano, si sta prendendo tutto di me. Mi bacia la guancia in un gesto dolce e io sento un battito mancarmi.
La mia respirazione aumenta e con essa il cuore.

Le accarezzo i capelli sulla parte superiore della testa e nel frattempo sento il suo profumo di frutti di bosco. <Ti piace il mio profumo> constata a voce alta.
Annuisco e la guardo in volto<si>
Perché alla fine è vero, il suo profumo è buonissimo.
<Andiamo da qualche parte> dice  all'improvviso. <Dove?> le chiedo, mi alzo dal suo corpo e mi metto a cavalcioni su di lei.
<Dove vorresti essere adesso?> mi chiede determinata.

Vorrei essere da mio padre.
Lui è in un cazzo di ospedale in questo momento, lontano da me.
Nota che il mio sguardo si oscura,
<da mio padre, ecco dove vorrei essere> sputo quelle parole con rabbia. Non doveva farmi una simile domanda, soprattutto in questo momento di merda.
Mi alzo dal letto e vado a raccogliere i miei vestiti a terra.
<Bradley, io non.. > fa per scusarsi ma la zittisco subito<devi imparare a farti i cazzi tuoi. Secondo te dove avrei voluto essere in questo momento?!> le urlo contro con disprezzo. La rabbia mi sta mangiando vivo. So che probabilmente starò facendo una scenata ma, non me ne frega nulla.

Mi fissa sconvolta mentre mi rimetto la maglietta.
<Aspetta! Non ti volevo fare stare male Brad> scende dal letto con velocità ma io neanche la guardo. Mi allaccio le scarpe e poi prendo la giacca. Sto per uscire quando si mette davanti la porta<aspetta. Non volevo, sul serio> si scusa, ma per me sono solo parole al vento. Il mio volto sarà glaciale in questo momento.
<Non mi interessa, levati dal cazzo> scuote la testa e sta ferma lì.

Perché deve sempre rompere i coglioni? <Perché fai così adesso?. Non ti ho fatto quella domanda per farti stare male Bradley> i suoi occhi diventano lucidi, mi abbasso al suo livello con il volto e le spalle<levati, ora. > resto impassibile alle sue lacrime che infondo qualche senso di colpa me lo procurano.
Si sposta sempre guardandomi e quando c'è abbastanza spazio per poter passare, apro la porta per poi uscire di fretta.

Sono stato di malumore per tutta la giornata. Ho ripensato spesso a come fare scaricare la mia rabbia. Alla fine, ho pensato ad un'unica opzione. Prendo il telefono e compongo il numero.
Dopo qualche squillo, ricevo risposta<pronto?> prendo un sorso di birra e dopo deglutisco.
<Sheila> mi basta dire il suo nome per sentire un suo sospiro.
<Che vuoi?> domanda brusca.
Crede che non lo sappia che ha una cotta per me? Tz, patetica.

<Alla confraternita, ora> non sento obiezioni al mio tono schifosamente deciso e di questo me ne compiaccio. Riattacco senza una sua risposta e dopo scendo giù per le scale.
Vado in cucina e cerco un'altra birra. <Ti prego dimmi che non sta per arrivare Sheila> la voce urtante di Anne mi fa alzare gli occhi al cielo. <Si invece, è così> sorrido sghembo. Mi fissa impassibile ma stavolta colgo anche una leggera delusione.

<Stavi migliorando Bradley. Adesso hai toccato di nuovo il fondo> mi sta giudicando, lo capisco dal suo sguardo. Peccato che non me ne freghi un cazzo.
<Soleil non sarebbe contenta di te> pronuncia indifferente. Stringo i denti al nome della sua sorellastra e mi avvicino a passo svelto verso lei. <Pazienza, lei non è poi così importante> una parte di me, attualmente mi sta insultando l'altra invece sta ridendo maligna per la mia risposta.

<Non ci credi neanche tu> sogghigna per poi staccarsi dalla parete. Sale le scale e per vendicarmi di lei, decido di non trattenermi più. <Sai, ho visto Jonas con una tipa l'altro ieri. L'ha sbattuta così bene che lei urlava, la sentivo da camera mia> sogghigno crudele. Si volta verso di me lentamente, con sguardo di pietra<spero che tu, soffra come un cane Bradley King. Tu non meriti la felicità e non meriti neanche Soleil. > ascolto le sue parole cariche di odio per poi vederla andare via.

Resto imbambolato un attimo per ciò che ha detto. Stringo le mani a pugno e dirigno i denti furioso, ma come si permette?. Suonano al campanello e decido di andare ad aprire, cammino a passo pesante. Apro la porta e poi<lo sapevo che mi avresti richiamata>sorride Sheila. la tiro dal braccio per dentro e dopo chiudo la porta per iniziare a fare ciò che voglio.


Angolo autrice.

In quante arrabbiate? 🧐

A domani ❤







 I colori della FelicitàWhere stories live. Discover now