Capitolo 29

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31 dicembre, lunedì.

Oggi sarebbe stata l'ultima settimana di vacanze qui in montagna, questa mattina l'ho passata con mia sorella a giocare a monopoly, i miei erano scesi in città a vedere le bancarelle natalizie e di Kyle non me ne fregava niente, dove era, cosa faceva o con chi era, oltretutto non ci parliamo più dal famoso tetto.

<Mad mi sto annoiando> sbuffa mia sorella.

<Anche io, ti va di uscire?> chiedo.

<E dove andiamo? Non ho voglia di sciare>.

<Possiamo fare una passeggiata> affermo.

<No no, non ho voglia di muovere un muscolo> dice alzando l'indice con difficoltà.

<Allora proponi tu> dico già stufa.

<Se facciamo un pupazzo di neve?> chiede esuberante.

<Va bene, ma prima andiamo a fregare una carota, una sciarpa e un cappellino> dico con un ghigno malefico sfregandomi le mani.

<La mia roba non si tocca> mette le mani avanti.

<Tranquilla, chi ha parlato di nostra roba>.

<E allora di chi?> mi chiede curiosa.

<Una sola parola: Kyle>.

<Mi piace> ride lei maleficamente.

Le spiego il piano e dopo poco usciamo fuori vittoriose con le sue cose.
Naturalmente abbiamo preso il suo cappello preferito nonché quello più costoso.

Iniziamo a raccogliere la neve quando mi squilla il telefono, è Dylan.

<Ei Dylan> dico mentre faccio segno a mia sorella di stare zitta.

<Ciao Mad, cosa fai di bello?> chiede.

<Un pupazzo di neve, ti vuoi unire?>.

<Sto arrivando> dice senza farselo ripetere due volte.

Dopo poco lo vediamo con dei rametti in mano per le braccia del pupazzo, presento Dylan a Stella e incominciamo finalmente a costruire Bob, si l'abbiamo chiamato così.
Il nostro Bob è finalmente finito a quel punto ritorniamo in hotel lasciandolo lì fuori.

<Vi va una cioccolata calda e un bel film?> chiedo ad entrambi appena entrati in camera.

<Sii!> saltella Stella.

<Cosa ci guardiamo?> domanda Dylan.

<Ehmm....> non faccio in tempo a rispondere che bussano freneticamente alla porta che quasi si smonta.

<Ma chi cazzo è?> decido di andare ad aprire.

<Tu, fuori, ora!> mi urla Kyle peggio di un pazzo.

<Che problemi hai? Cazzo urli?> dico mentre mi trascina fuori.

<Quello è il mio cappello Madison?> incrocia le braccia.

Io rido istericamente <Sì>.

<Ma che cazzo Madison, sai quanto costa questo cappello? Se qualcuno me lo fotteva lo ricompravi tu!> esagera Kyle.

<È un cappello stai calmo, poi non è successo niente quindi non rompere> urlo a mia volta.

<Bene ora non scassare che stavo guardando un film> riprendo parola ritornando in baita affiancata da Kyle.

<Ho notato> mi guarda male e aggiunge <Con il cameriere>.

<Qualche problema?> mi fermo e mi giro verso di lui.

Credevo Di Odiarti Where stories live. Discover now