Capitolo 45

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25 marzo, lunedì.

Oggi sarei andata a parlare con Jacob, un po' mi dispiaceva di averlo "usato", però era andata così, e non potevo farci niente.

Ore 15:30.

Bethany oggi è a casa mia, mi stava aiutando a fare un discorso su cosa dire a Jacob.

<Non ci voglio andare!!> piagnucolo io.

<Sai che questa è tutta colpa tua, quindi fatti coraggio> dice diretta Bethany.

A quel punto mi trascina in macchina, ci allacciamo le cinture e partiamo ed inizia a guidare, dopo un po' di tragitto accompagnato da della buona musica per scacciare i pensieri negativi, arriviamo e Betty parcheggia.

<Su andiamo, io ti aspetto qua, però tu stai sull'uscio della porta, non entrare assolutamente!, Jacob è uno svitato>.

<Ok, ok, augurami buona fortuna> rido.

Mi incammino verso la casa e suono al campanello, dopo poco mi apre la madre di Jacob.

<Ciao cara, da quanto tempo, entra pure> esclama lei.

<Buon pomeriggio signora Fisher, no grazie sono di corsa, mi può chiamare Jacob?> sorrido io.

<Certo>.

La madre, chiama Jacob e lui scende sorridente.

<Jacob, ti devo parlare> dico con uno sguardo cupo.

<Certo, dimmi tutto> sorride lui.

<Non possiamo più vederci> sputo il rospo.

<Cosa? E perché> mi dice con uno tono preoccupato.

<Semplicemente perché è stato un errore>.

<Ma..........> non finisce la frase che lo interrompo.

<Per favore non fare domande Jacob, io d-devo andare, ciao> concludo io.

Vado verso la macchina e gli dò un'ultimo sguardo, è ancora lì fermo immobile, era quasi con le lacrime agli occhi, non lo volevo vedere così, ma era la cosa più giusta da fare.
Entro in macchina e chiudo la portiera senza spiccicare parole, Bethany capendo la situazione non parla, mi porta a casa e ci salutiamo.
Appena varco l'entrata, salgo in camera, mi tolgo le scarpe e mi butto sul letto versione balena spiaggiata, e sto al telefono, apro Instagram vedo una storia di Meghan e la apro.

Non ci potevo credere, le mie amiche avevano ragione, Kyle e Meghan si erano lasciati, e lei si era già fidanzata con un'altro, che patetica, in realtà pure io me lo aspettavo, ha un ragazzo mensile, scommetto che pure questo non durerà molto

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Non ci potevo credere, le mie amiche avevano ragione, Kyle e Meghan si erano lasciati, e lei si era già fidanzata con un'altro, che patetica, in realtà pure io me lo aspettavo, ha un ragazzo mensile, scommetto che pure questo non durerà molto.
A proposito di Kyle io non ci parlavo più da un po', da quando ha fatto quella scenata al lago con Jacob.

26 marzo, martedì.

Ore 6:5o am.
Oggi mi sono svegliata felice, con Coco che scodinzola e rotola a terra, mi stiracchio e lo accarezzo, poi mi dirigo in bagno e mi faccio bella, scelgo l'outfit e parto per la scuola.
Arrivata, il mio gruppo mi raggiunge saltellando verso di me.

<Te l'avevo dettooooo!!, non sarebbero mai durati più di una settimana, devi sempre ascoltare le mie raccomandazioni> ride Nina, accompagnata dalle altre.

<Però devo dire che Meghan se li sceglie sempre bene i ragazzi, sono uno più figo dell'altro> esclama Emily.

<Adesso Kyle verrà strisciando da te, te l'assicuro!> esclamano in contemporanea Violet, Aisha ed Bethany.

<Non credo> dico.

<Comunque come è andata con J> parla in codice Viola.

<È rimasto abbastanza incredulo, ma doveva sapere la verità> io non provavo niente per Jacob ormai.

La campanella suona ed entriamo tutte nei nostri corsi, io oggi tra l'altro l'avevo con Kyle.
Entro in classe e proprio lui mi dice di andarmi a sedere di fianco a lui.

<Ah adesso vuoi che mi sieda con te, scordatelo!> faccio un ghigno arrabbiato.

<Per favore, ti devo parlare, ma anche chiederti scusa>.

Non aggiungo niente, lo lascio parlare.

<Mi dispiace, per come ti ho trattato al lago con Jacob, voi due siete molto carini insieme, non volevo disturbavi, devo ammettere che in fondo ero un po'.........>.

<Io e lui non stiamo insieme, ho chiuso definitivamente i rapporti>.

<Cosa è successo tra voi?> domanda.

<I tuoi genitori ti hanno insegnato a rispettare la privacy degli altri, Davis?> ridacchio io e lui si aggiunge.

<Cambiando discorso, io ti voglio in prima fila a tifare per me e la mia squadra, alla partita di football, bambina>.

<Non me la perderei per niente al mondo, mi raccomando vincete che voglio andare in crociera>.

<Ti sembro uno che perde, bambina?, sono nato per vincere> ride lui, poi aggiunge <Si terrà il 30, questo sabato>.

<Ok ci sarò, ma non tiferò per te, Davis> lo stuzzico un po'.

<Oh si che tiferai per me, sennò vedrai cosa ti faccio> mi fa l'occhiolino.

Non faccio in tempo a rispondergli che la campanella suona, ci salutiamo e poi esco dalla classe.

Credevo Di Odiarti Where stories live. Discover now