1. Mi mancherai

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Catherine Richardson

<<Non ci posso credere!>> esclamo in preda all'euforia cominciando a saltellare da una parte all'altra nel cortile dell'università. Il cappellino sulla mia testa minaccia di cadere, ma in questo momento non è ciò che sta facendo muovere i pensieri nella mia testa.

Mi fermo improvvisamente e corro ad abbracciare i miei genitori <<Grazie! Mio dio, sono felicissima!>> i loro profumi mi cullano mentre sono nella loro stretta. Quello di mamma è più dolce di quello fresco di papà, ma insieme non stonano affatto. Sanno di loro, sanno di casa.

Mi libero dalla loro presa per poterli guardare in volto <<Io non so che dire!>> sospiro sorridendo.

<<Non dire niente Catherine>> esclama mio padre portando un braccio sulle spalle di mamma e avvicinandola a sé <<La tua reazione è più che eloquente>>.

<<E a noi basta vederti così felice>> gli fa eco mamma facendomi sciogliere il cuore e leggermente commuovere.

<<Grazie>> sospiro seria guardandoli negli occhi. Poi la felicità si impossessa nuovamente di me e ricomincio a saltare. <<Tre mesi di crociera in giro per il mondo, solo io e Noah!>> esclamo gioiosa. Mi guardo attorno per intercettare il suo sguardo e corruccio il volto confusa quando non lo vedo intorno a me. E adesso dove si è cacciato?

<<Ma dov'è Noah?>> domando ruotando la testa e cercandolo in tutto il cortile. Vedo numerose famiglie, coppie e docenti che parlano e scherzano ma da nessuna parte scorgo il viso del mio fidanzato.

<<Non so dirti, cara>> mia madre mi posa una mano sul braccio coperto ancora dalla toga. <<Si era allontanato un attimo con Violet>>.
Perfetto! Il mio ragazzo e la mia migliore amica sono spariti il giorno della mia laurea!

<<E Alexander?>> domando notando che anche mio fratello manca all'appello.

<<Proviamo ad andare nel parcheggio, magari si sono persi e si sono diretti lì pensando che li avremmo raggiunti presto>> suggerisce mio padre cominciando a camminare nella direzione opposta a quella dell'università.

<<Aspetta un secondo mamma, voglio salutare Mr Carter>> le dico e mi giro per cercarlo tra la numerosa folla. <<Vado a vedere vicino al palchetto>> dico e, senza neanche aspettare, mi allontano. Mr Carter è stato il professore che mi ha aiutato maggiormente durante questi anni. È stato lui a propormi di entrare a far parte della redazione del giornale scolastico e sempre lui mi ha fornito diversi contatti con alcune case editrici che pubblicano spesso libri scritti da ragazzi alle prime armi.

Ho una grande passione, la scrittura, e il mio sogno più grande è sempre stato quello di pubblicare un libro. Non è ancora arrivato il momento ma sono sicura che presto lo sarà.

Qualcuno mi pesta il piede e faccio fatica a non inveirgli contro quando mi giro. <<Professore!>> noto che è proprio lui e mi mordo la lingua per evitare di affibbiargli epiteti poco carini.

<<Oh perdonami Catherine!>> mi dice rendendosi conto di quanto fatto. Se fosse stato Noah oppure Violet o, meglio ancora, Alex, la mia lingua arguta non si sarebbe trattenuta dall'urlargli un "Si può sapere dove cazzo guardi" o "Perdonami un cazzo, il mio piede sta pulsando", ma si tratta di un professore, uno a cui, perlopiù, sono abbastanza riconoscente, per cui, deglutendo, mando giù la cattiveria e mi sforzo di fare un sorriso.

<<Non si preoccupi, prof! Stavo proprio venendo a cercarla... volevo salutarla prima di andare via>> lui mi sorride e si porta una mano sulla nuca nostalgico. <<Quindi te ne vai anche tu>> sospira mestamente. <<È stato davvero bello conoscerti Catherine... Hai davvero tanto potenziale e sono fiero di poter dire di averti avuto come alunna>> mi dice e quasi mi commuovo.

Under the same night sky Where stories live. Discover now