2. Felice e spensierata

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4 mesi dopo

Napoli è una città fantastica: il mare, il caffè, la sua storia... Sono sempre stata una grande amante dell'Italia in generale, forse perché anche ai miei genitori è sempre piaciuta e in estate approfittavano delle loro ferie per portarci in vacanza qui. Oggi è la prima volta che vengo da sola, per conto mio.

Appoggio la testa al finestrino del taxi e sospiro. Mi sembra di star vivendo un sogno! Certo, prendere un aereo da sola e volare dall'America all'Europa non è il massimo ma, ahimè, bisogna accontentarsi.

Mentre ancora eravamo sulla strada per l'aeroporto, Noah ha ricevuto un'urgente chiamata di lavoro. Il suo capo gli ha comunicato che stavano avendo un problema, motivo per cui la sua presenza era richiesta. E questa è la storia di come ho dovuto viaggiare da sola.

Ovviamente, come da copione, un bambino ha passato il tempo a piangere sull'aereo e, a volte, addirittura voleva camminare tra i sedili e esigeva che tutti battessero le mani al suo passaggio. Accanto a me c'era invece una vecchietta, una signora molto anziana con cui ho fatto amicizia.

Già, perché grazie all'ossessione che i miei nutrono nei confronti di questo paese, mia madre mi ha obbligato da bambina a seguire dei corsi di lingua italiana e, fortunatamente, non me la cavo poi così male. A differenza di Alexander che, mio dio, sembra evochi qualche demone appena apre bocca.

La signora mi ha detto di chiamarsi Lucy e di vivere in America. Tuttavia, le sue origini sono italiane e quindi si trova meglio a parlare italiano, sebbene ogni tanto aggiungesse qualche yeah e so nel bel mezzo del discorso. Niente di nuovo, insomma.

In ogni caso, mi ha permesso di distrarmi dalle mie mille preoccupazioni. Noah mi ha promesso che, appena risolto il problema, sarebbe corso all'aeroporto e preso il primo volo disponibile per raggiungermi. Tuttavia non nego che questa situazione mi tenga sospesa, col fiato sul collo.

Finalmente il taxi si ferma davanti all'albergo dove dormirò stanotte. Menomale, un po' di pace!

La nave parte domani alle dodici, per questo ho optato per un albergo molto vicino al porto in modo tale da non dover fare i conti con la sveglia di prima mattina.

L'autista si ferma e corre ad aprire il bagagliaio per tirare fuori le mie valige. <<Buonanotte signorina>> mi saluta mentre afferra i soldi che gli porgo. <<Anche a lei, tenga pure il resto>> gli rispondo prendendo il manico della borsa e incominciando a camminare verso l'hotel.

Sono le due di notte, di conseguenza devo fare molto silenzio, da quando entro fino al momento in cui varco la soglia della mia camera. Chiudo frettolosamente la porta e, dopo una lunga giornata di viaggio, faccio quello che desideravo fare da un po': prendo una forte rincorsa e mi getto a capofitto nel letto matrimoniale della mia stanza.

Sorrido come un'ebete fissando il soffitto e non riesco a trattenere un urletto al pensare alla vacanza che mi attende a partire da domani. Mi sembro una bambina che ha trovato un biglietto dorato per la Fabbrica di Cioccolato.

Il cellulare suona e, meccanicamente, rispondo senza neanche controllare chi sia il destinatario.

<<Pronto>> sussurro.

<<Pronto amore>> sussurra lui di rimando.<<Stavi dormendo?>>

<<Noah!>> esclamo mettendomi seduta in fretta sul bordo del letto e muovendo avanti e indietro le gambe <<No, tranquillo. Sono appena arrivata in albergo>> spiego <<Adesso sto cercando di racimolare la forza per fare una doccia e mettermi a nanna>> sono stanchissima ma non mi va di mettermi nel letto così, dopo aver passato la giornata spostandomi da una parte all'altra dell'aeroporto e, successivamente, dell'aereo.

Under the same night sky Where stories live. Discover now