15. Sei importante

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Forse sono stata un po' troppo avventata e, come al solito, ho agito senza pensare bene prima.

Sono arrivata davanti alla porta della cabina di Cole e ho iniziato a bussare incessantemente.
In un primo momento, ho anche valutato l'idea di andare via: dall'altra parte della parete nessuno sembrava intenzionato a venire ad aprire. Il silenzio era tutto ciò che si poteva sentire accostando l'orecchio sulla superficie di legno. Poi, però, non so quanti colpi dopo, percepisco uno sbuffo bello pesante aleggiare nell'aria, seguito immediatamente da un gridolino esasperato, soffocato, molto probabilmente, sul cuscino.
Ecco, adesso mi ammazza.

<<Catherine!>> Urla acido <<Vattene via e torna dopo a rompere!>>
Immediatamente avverto i muscoli del mio viso contrarsi per concorrere a corrucciarsi in un broncio offeso.
Io...Rompere?
Quindi io non sono di compagnia: io rompo.
<<Aprimi idiota!>> Rispondo offesa, dando una gomitata alla porta ma mal dosando la forza, dal momento che il rumore che echeggia nell'intero corridoio, fa sì che ringrazi che tutti i cardini della porta siano ancora sani e salvi, o forse dovrei dire saldi.
Oddio, adesso mi autointrattengo con delle battute da quattro soldi anche! La mia sanità mentale mi sta gradualmente salutando.

Se chiudo gli occhi posso vederla mentre mi saluta: "Adieu Catherine" recita con la voce di Lumiere il candelabro "Fai buon viaggio senza di me".
Ecco appunto, non c'è limite al peggio...
Come se non bastasse la fitta che avverto adesso al braccio!
<<Ti ha dato di volta il cervello, per caso?>> Lo sento strillare e mi rincuora sentire la sua voce farsi sempre più vicina. Spalanca la porta in pochi secondi e finalmente riesco a porre gli occhi su colui che pian piano si sta guadagnando il ruolo di migliore amico all'interno del mio povero cuoricino ancora scosso dai recenti avvenimenti.

<<Buongiorno raggio di sole!>> Esclamo non appena entra nel mio campo visivo. Analizzo per bene ogni centimetro del suo corpo e tutte le parole di rimprovero che lui sta pronunciando passano in secondo piano quando oltre i pantaloncini del suo pigiama, più sopra del suo addome scolpito, leggermente più in basso del viso ancora assonnato, vedo violacea e scura una macchina sul suo collo.
Un succhiotto.

<<Ero nel pieno di uno dei migliori riposini del periodo...Ti conviene avere un'ottima scusa per questa irruzione>>
<<Hai un succhiotto sul collo>> gli dico, anche se penso, spero, che ne sia già a conoscenza.
<<Già>> gongola lui con sguardo sognante perso nel vuoto, come se avessi pronunciato una parola magica e all'improvviso tutto il malumore fosse scomparso <<Ho un succhiotto sul collo>> ripete sorridendo e non oso immaginare a cosa stia pensando in questo momento.
Non lo voglio proprio sapere! No,no e no!

<<Quindi deduco che sia andato bene>> a piccoli passi, entro nella sua cabina e lascio che chiuda la porta dietro di sé.
<<Cosa?>>
<<Il tuo appuntamento>> alzo le spalle ovvia, mentre prendo posto sul bordo del suo letto, in un angolo dove la coperta è ancora ben intatta.
<<Oh no, una catastrofe>> risponde raggiungendomi e lasciandosi cadere nello stesso punto in cui, tenendo conto delle lenzuola del tutto disordinate,
deduco che stesse dormendo prima.

<<Come sarebbe a dire "una catastrofe"?>>
<<Terribile: non siamo riusciti a trovare mezza cosa su cui fossimo d'accordo...>> Mi risponde ma un piccolo sorriso lo tradisce.

<<Eppure sembri così tranquillo>> sì, i suoi lineamenti sono del tutto distesi e i suoi occhi sembrano brillare di luce propria. <<Così rilassato...>> Continuo ad esaminarlo, sperando che vuoti il sacco. <<Hai un succhiotto sul collo...>>
<<Chiedimi cosa è successo nel post-appuntamento>> mi suggerisce muovendo su e giù, in maniera allusiva, le sue sopracciglia.
Lo sapevo!

Under the same night sky Where stories live. Discover now