10. Sei al sicuro

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Devo stare calma. Non è detto che sia io. Forse sto fraintendendo la situazione. Un bel respiro, Catherine, fai un bel respiro profondo e mantieni il sangue freddo e la mente lucida.

“L’hai trovata la ragazza dai capelli rossi?”

Quante sono le probabilità che si tratti di me? Non tante quanto sembra, il mondo è pieno di ragazze dai capelli rossi. E, inoltre, di chi è questo telefono?

Il sospetto che sia di Paul comincia ad insidiarsi nella mia testa che puntualmente scuoto per scacciarlo via alla stessa velocità con cui era arrivato. Impossibile, non è suo.
È appena uscito dalla sala da pranzo con un telefono in mano.
Questo non può essere suo.

Cosa faccio allora? Lo rimetto dove l’ho trovato?

Si, decisamente. È la scelta giusta da fare.  Devo smetterla di essere egocentrica e pensare che il mondo intero ruoti attorno a me.
Quindi adesso non farò assolutamente niente. Lo lascerò dov'era e continuerò a vivere come se non avessi letto niente.

Ritratto, meglio togliersi lo scrupolo. 

Da dove comincio allora?

La galleria, ovvio. Una lampadina si accende nel mio cervello. La galleria è il posto migliore da cui cominciare: potrei risalire al proprietario attraverso delle foto, qualche video. È questo quello che penso mentre clicco sull’icona dell’applicazione ma quando questa si apre avverto al petto un’altra sensazione di vuoto.

Foto. Video.
Miei.

Foto e video che mi ritraggono in momenti più disparati della giornata. Alcune sono con Noah, altre con Violet, Alexander, i miei genitori.

Non è possibile. Non è possibile.
È uno scherzo? Nel caso in cui lo sia, è davvero di terribile gusto.

Le dita cominciano a tremare e non sento più il tintinnio delle posate che si scontrano e dei piatti che vengono riempiti da frutta e dolci o salumi e formaggi. Non sento niente.
Riesco solo a vedere ciò che mi si presenta sul display.

Non so con quale autocontrollo esco dall’applicazione e, in automatico, spingo sulla barra di ricerca di google. Appare sullo schermo una nuova schermata, tramite cui mi è possibile dare un’occhiata alla cronologia.

“Catherine Richardson facebook”
“Catherine Richardson instagram”
“Catherine Richardson curriculum vitae”
“Meredith e Leonard Richardson”
“Alexander Richardson”
“Noah Milligan”

Oh mio dio. I suoni sono sempre più ovattati, le orecchie fischiano leggermente. Sento il cuore battere ad una velocità che sono certa sia di gran lunga al di fuori della norma. Le gambe sono molli e temo di cadere dalla sedia, tanto tremano.

Ancora sopraffatta da quello che sto scoprendo apro le note e sento le lacrime farsi spazio sugli occhi quando leggo il numero del mio indirizzi di casa e una lunga serie di appuntamenti avuti la settimana precedente alla mia partenza.

Non è possibile. Che significa tutto questo? Qualcuno mi sta tenendo sott'occhio? Uno stalker? E chi potrebbe essere?

Paul.

È l’unico nome che mi suggerisce la mia mente. È l’unico che mi conosceva prima di salire su questa nave, l’unico che sapeva della mia esistenza e che, per una fortuita coincidenza, vive proprio vicino a me. Così vicini che suo padre è il mio professore. È lui. 

Non può che essere lui e il solo pensiero mi attanaglia lo stomaco. Mio dio, ma perché?

Sento il panico impadronirsi di me mentre senza ragionarci troppo, prendo il mio telefono e mi allontano dall’uscita opposta a quella in cui Paul si è diretto poco prima. Non deve vedermi. Non deve vedermi.

Under the same night sky Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora